Probabilmente, le elezioni del 2013 verranno ricordate per l’inquietante invasione delle Giulie Sofie di tutta Italia clonate in serie, nella più grande riedizione della Palude girondina dai tempi della “Convenzione nazionale”, passando direttamente per la restaurazione termidoriana.
Del resto, questo è un paese che ha istituito la Controriforma prima ancora che la Riforma luterana facesse sentire i suoi effetti. È il luogo dove le elite organizzavano la contro-rivoluzione, senza che prima vi fosse mai stata alcuna “rivoluzione”, sputtanata com’è dai nuovi Exagérés e dagli Enragés della setta digitale degli ensiferi… Questo perché a noi i ricorsi della Storia, opportunamente depurati dalla tragedia, tocca a viverli costantemente declinati in farsa.
Una campagna elettorale non è mai una cosa seria, costituendo più che altro una grande rappresentazione corale tra le finzioni condivise di una recita collettiva. Sostanzialmente, costituisce uno degli atti fondamentali della democrazia, ma non per questo presuppone uno dei suoi momenti migliori.
Raramente un’immagine è riuscita ad esprimere con poco le fumosità alchemiche di una sotto-classe che si crede ‘dirigente’, mentre evapora nella vacuità indefinita della propria inconsistenza. Le figure dai contorni soffusi ed eterei ricordano la fotografia spiritica di fine ‘800, con le apparizioni artefatte e impresse nel dagherrotipo di un’evocazione ectoplasmatica. In ogni caso, l’impressione prevalente è quella di aver a che fare con delle pretenziose patacche.
Più che protagonisti della “politica”, sembrano gli ospiti dell’Overlook Hotel, ormai trapassati ed inconsapevoli prigionieri tenuti in ostaggio dallo spettrale cameriere demoniaco, che ne sovrasta i profili dietro le loro spalle e ne controlla i destini, condizionandone l’agire con apparente compiacenza, come il demoniaco Lloyd… il barman fantasma già visto in Shining.
Ci scuserete dunque se proprio non riusciamo ad entusiasmarci all’incanto politico della fiera elettorale, mentre si disputano il voto delle anime morte.
E noi che non siamo né seri, né responsabili, e men che mai ci sentiamo moderati, decliniamo volentieri l’offerta dedicandoci ad altro…
