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Get the Power!

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Pieni Poteri

The Condom-Man Diciamocelo con franchezza: un coglione così poteva nascere solo in Italia.
In un Paese ridotto all’impotenza, evirato com’è dei propri processi decisionali, tutto il peso politico pende nell’inutile sacca circoscritta alle sue propaggini inferiori.
Accade così che il principio e la fine di una copula dall’oscenità quanto mai imbarazzante, nell’impossibilità di concludere alcunché, sia mimata dalla sterile agitazione di due didimi in andropausa, infiammati come sono da un anomalo sovraccarico testosteronico.
Com’è noto, certi pendant vanno sempre associati in coppia, per loro intrinseca natura…

BILD

Cosa rende irresistibile la (saltuaria) lettura dei “comunicati” del Capo-Grullo, pompati proprio da quei media tanto detestati?!?
Ovviamente, l’irriducibile carica di minchioneria bissata ad ogni pubblicazione dall’abborracciato cabarettista (l’ennesimo!) improvvidamente eiettato in ‘politica’, con la grazia di un elefante in cristalleria e l’eleganza di un rutto ad un funerale.
Tutti al Mare!Tra una vacanza a 5 stelle in Costa Smeralda ed i soggiorni in una delle sue otto ville sparse da Lugano a Malindi, in nome della “decrescita felice”, Capo-Grullo trascorre il resto del tempo ad annunciare la consumazione (a nostra insaputa) di “golpe bianchi”, più simili a colpi di sole che di Stato, e l’imminente tracollo economico dell’Italia.
IMPEGNI INDEROGABILIKazzenger! Per la premiata serie Kazzenger a 5 Stelle, il prossimo appuntamento è fissato per l’Autunno (2013? 2014…2340?). E, se non daranno subito il potere (assoluto) ai suoi replicanti accampati in Parlamento, minaccia sommosse popolari e violenze di piazza, che fino ad ora non sono ancora esplose perché naturalmente c’è Lui a tenere a freno le folle più che mai frementi…

Chiusura della campagna elettorale del M5S per le elezioni amministrative 2013

«Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto.»

Ah no! Si trattava di un altro pagliaccio, ma senza barba e capelli!
BenitoD’altronde questa parodia imbolsita di Savonarola, quando non è impegnato a pronosticare (peraltro più simile ad uno iettatore che ad un profeta) apocalissi prossime venture, piace occuparsi della nostra Carta costituzionale…

E lo fa con le competenze e la prudenza giuridica di un ragioniere semi-analfabeta di 65 anni: l’età fatidica, raggiunta la quale (secondo il Grullo-pensiero) si dovrebbe anticipare una sorta di morte civile, con cancellazione del diritto di voto, in attesa di raggiungere la tomba il prima possibile, in quanto inesorabilmente “vecchi”.
Tutti eccetto Lui, s’intende!

«Dopo i 60 anni non si dovrebbe più votare. Tra i 15 e i 60 anni il voto sia normale, ma dai 60 anni in poi non si voti più…. È importante che non siano i vecchi a fare le scelte.»
(ANSA – 11/10/10)

Altresì, è implicito che per i fortunati non ancora esautorati, i diritti elettorali valgano fintanto che daranno il voto al suo “moVimento” (unica scelta legittimata) altrimenti sono, in ordine sparso: morti che camminano; zombies; salme; vecchi rincoglioniti; italiani di serie B; servi della Ka$ta; parassiti; larve ben pagate; naso adunco (Gad Lerner); “vecchia puttana” (Rita Levi Montalcini); buco senza ciambella (Nichi Vendola); facce di merda… dall’inconfondibile olezzo e da “cacciare via a calci nel culo”.
Naturalmente, si tratta di raffinate metafore dalla simpatia goliardica. Perciò, i medesimi attestati di stima e rispetto sono riservati a chiunque non sia organico al movimento del Messia pentastellato e non ubbidisca ciecamente ai suoi capricci. Va da sé che i “traditori”, amabilmente parlando,sono un cancro da rimuovere subito; prima che il virus del dissenso possa contagiare altri adepti della confraternita, attualmente impegnati (dicono) nella difesa ad oltranza della Costituzione contro la minaccia degli altri partiti politici (?). Loro sono un “movimento”.
The EconomistSarà per questo che, tra gli anatemi coi quali il Capo-Grullo ci delizia con cadenza giornaliera dal suo blog-balcone affacciato sulla piazza virtuale, la Costituzione repubblicana costituisce un bersaglio regolare, di cui si richiede a più riprese l’immediata revisione. Magari da affidare alla cura di raffinati costituzionalisti come Claudio Messora o alla neo-senatrice Enza Blundo che del Senato ignora persino la composizione numerica.
Dice il Grullo dall’alto della montagna:

I colpi di Stato quasi mai ricorrono alla violenza, di solito avvengono in modo apparentemente legale, nel silenzio ovattato delle cosiddette istituzioni [...] E i colpi di Stato vanno combattuti, in nome della democrazia.”
  (25/07/2013)

E infatti fresco di giornata è l’attacco alla Corte costituzionale, che della Carta è massimo interprete e principale organo di garanzia. E come sempre lo fa con le solite allusioni raffinate sull’età dei togati, peraltro coetanei del Capo-Grullo, sorvolando invece sulla provenienza geografica alla quale s’era già dedicato in passato:

«La Corte Costituzionale, detta amichevolmente Consulta, un nome che ricorda l’oracolo di Delfi, ha dichiarato illegittima, in nome della Costituzione, l’abolizione delle Province previsto nel decreto Salva-Italia del dicembre 2011. Il linguaggio usato dalla Corte è sublime “il decreto-legge, atto destinato a fronteggiare casi straordinari di necessità e urgenza, è strumento normativo non utilizzabile per realizzare una riforma organica e di sistema quale quella prevista dalle norme censurate nel presente giudizio”. Cioè? Detto in parole povere le Province non si toccano.»

Saltando di palo in frasca, segue snocciolata di recriminazioni in un crescendo demagogico: cacciabombardieri F-35.. esodati.. precariato.. rimborsi elettorali… a dimostrazione che, nei fatti, il Capo-Grullo ed i suoi ghost-writers non sanno NULLA delle competenze della Corte.

“Fateci sapere, consultate le sudate carte.”

Al beota ligure ed alle sue isteriche fan-girls si potrebbe far notare (invano!) che le competenze e le funzioni delle Province sono esplicitamente contemplate nella Costituzione della Repubblica. Pertanto, non possono essere abolite per legge ordinaria e meno che mai per decreto-legge, in quanto oggetto di specifica revisione costituzionale le cui modalità sono disciplinate proprio da quell’Art.138, sul quale il Guru ed i suoi manipoli imbastiscono le loro ridicole ammuine in parlamento.
MoebiusA quanto pare, se piace al Capo-Grullo, la decretazione d’urgenza in questo caso non è più un “attentato alla sovranità del popolo”.
Le “sudate carte”, che ci si guarda bene dal leggere (troppa fatica), non sono altro che il Titolo V della Costituzione. Per l’appunto, eliminare le Province vuol dire riformulare totalmente l’Art.114 e riscrivere i successivi, ovunque sia menzionata la parola “provincia”, previa modifica costituzionale e relativa procedura:

Revisione Della Costituzione, Leggi Costituzionali

[Art. 138] Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.
Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.
Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.

Tanto per chiarire di cosa parliamo e su cosa sproloquia invece il Capo-Grullo, insieme al resto della sarabanda attualmente in autogestione permanente al parlamento okkupato.

La Cosa da un altro web

L’Abominevole Uomo della Rete

Per comprendere quanto agli ensiferi pentastellati stia a cuore la difesa della Carta costituzionale, basterebbe leggere alcuni dei post dedicati all’argomento, presi direttamente dal noto blog di merchandising e, all’occorrenza, di auto-promozione elettorale del capo politico e proprietario esclusivo del MoVimento. Questo perché nella rete si dimentica tutto e in fretta, ma si può ripescare e leggere qualsiasi castroneria strappata al sonno della ragione.

«La Costituzione non è il Vangelo, il Corano o il Talmud. Per qualcuno però lo è, rappresenta le tavole della Legge di Mosè e ne fa un uso religioso, fideistico. La agita in manifestazione come il libretto rosso di Mao. La Costituzione è un testo scritto da uomini in carne ed ossa, non da semidei, nel secondo dopoguerra. E’ entrata in vigore il 1° gennaio 1948, 63 anni fa [...] è una Costituzione in parte “diversamente democratica”.
[...] La Costituzione prevede la possibilità per i cittadini di raccogliere le firme per una proposta di legge popolare. Non obbliga in alcun modo il Parlamento a discuterla, quindi è un diritto sulla carta, una solenne presa costituzionale per il culo.»

  La Costituzione non è intoccabile
   (05/03/2011)

È più forte di Lui: se non ci infila almeno un “culo” o un “cazzo”, qualsiasi cosa dica o scriva, va in crisi epilettica. Da notare questa ossessiva pretesa nel considerare il Parlamento come la sua lussuosa cameretta a servizio personale, dove calendarizzare prima di subito e approvare seduta stante qualsiasi proposta, anche la più demenziale, il Capo-Grullo ed i suoi replicanti (i “cittadini”) decidano di presentare. Il fatto che in Parlamento ci siano svariate centinaia di leggi in lavorazione e altrettante proposte su iniziativa popolare non sembra minimamente sfiorare il Capo-Grullo, che evidentemente si reputa al centro di un universo in cui credersi dio. Null’altro esiste al di fuori di Lui e del suo movimento. In un mondo semplificato e condensato in pensierini elementari, le Camere sono una specie di ufficio protocolli per la rapida conversione in legge di qualsiasi fumigante stronzata, ivi depositata su iniziativa del Masaniello di turno.
Tale è il rispetto e la difesa della carta costituzionale, che il 07/10/2012 il duce pentastellato incitava pubblicamente i suoi manipoli ad un V-Day per la Costituzione:

«L’Italia è una dittatura partitocratica, della democrazia non ha neppure il profumo. Inutile girarci intorno, il cittadino non conta nulla. Da piazzale Loreto sono cambiate solo le forme del Potere, la sostanza è rimasta la stessa. I partiti si reggono su un tavolino a tre gambe. La prima gamba sono i cosiddetti “rimborsi elettorali” pari a un miliardo di euro, senza i quali i partiti cesserebbero di esistere dopo una settimana. La seconda gamba sono i media, i giornali foraggiati dal finanziamento pubblici, la Rai asservita ai partiti, Mediaset a cui sono state date in concessione le frequenze nazionali per un pugno di euro. La terza gamba è parte della Costituzione, disegnata per garantire l’egemonia dei partiti e l’esclusione dei cittadini dalla cosa pubblica. E’ opportuno fare un passo indietro. La Costituzione venne scritta nel dopoguerra dall’Assemblea Costituente dominata da esponenti di tre partiti: la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista e il Partito Comunista. I partiti hanno scritto la Costituzione come un abito su misura. La Costituzione entrò in vigore il primo gennaio del 1948. Non si tenne alcun referendum per confermarla ed è quasi impossibile cambiare un suo articolo senza la volontà del Parlamento, quindi dei partiti.
[...] Il primo Vday fu dedicato ai partiti, il secondo ai media, i loro cani da guardia, il prossimo Vday sarà dedicato alla Nuova Costituzione. Nel blog sarà avviato un pubblico dibattito, come sta avvenendo in Islanda, per discuterla punto per punto. Chi sventola in toto l’attuale Costituzione come un Vangelo e si indigna e si aggrappa ad essa come un naufrago, o non l’ha letta o l’ha capita troppo bene. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure. Ci vediamo in Parlamento.»

Con ogni evidenza, il Capo-Grullo la Costituzione non l’ha mai letta. E qualora si cimentasse nell’ardua impresa non capirebbe una sola parola… non certo perché il testo sia di difficile comprensione.
Però pretende di riscriverla. Sul suo blog. In quanto al “pubblico dibattito”, abbiamo avuto modo di verificare fin troppo bene cosa il ragionier Giuseppe Grillo (classe 1948) intenda per dibattito e contradditorio: Io decido, voi ubbidite!
Ad ogni modo, nelle sue deliranti farneticazioni, l’aspirante Führer ha chiarissimo quali sono i nemici del popolo da abbatere… eliminati i partiti politici, chiusi i media, abrogata la Costituzione, nulla potrà finalmente impedirgli di avere l’agognato 100% e giocare (anche lui) al Grande Dittatore nella tirannide digitale di Gaia: un’allucinante distopia totalitaria, che farebbe raggelare il sangue a George Orwell.
Iron-Sky-space-nazisDella Costituzione e della democrazia, al Capo-Grullo non frega assolutamente nulla. Nella migliore delle ipotesi, sono concetti a lui più estranei della vita su Giove.
Ed è il principale motivo per cui, tra i mali maggiori (ma meno peniciosi) ci è toccato in sorte un governo “PdL e Pd-meno-elle”. Per il giovanissimo rag. Grillo (1948), esperto in diritto costituzionale, è la migliore delle opzioni possibili.

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