L’Italia è la patria delle eccezioni: ogni defumigante liquame di fogna, sia esso un’anomalia costituzionale o il rigurgito eversivo di un populismo becero qualunquista, qui trova subito diritto di cittadinanza e piena rappresentanza, tra le mute rabbiose di cani da riporto opportunamente aizzati dal demagogo di turno.
Finalmente, anche noi italiani abbiamo la nostra ‘Alba Dorata’. Rigorosamente a 5 Stelle!
Nato per essere “oltre”, dopo i vari avvitamenti del suo cincischiare a vuoto, il M5S sceglie decisamente la destra nella sua versione più estrema e squadrista per colpire recisamente a sinistra.
Non per niente, il duce barbuto della setta pentastellata ricorda per molti versi i contorcimenti ideologici di Jacques Doriot: l’inventore del fortunato slogan “né destra né sinistra” (ni droite ni gauche), che a scanso di equivoci scelse di schierarsi coi nazisti, aderendo con entusiasmo al regime collaborazionista di Vichy nella Francia occupata, che nell’antisemitismo trovò una delle sue ragion d’essere.
Siccome nel grillismo delirante non v’è nulla che non si sia già visto nelle cloache della storia, il vecchio motto “né destra né sinistra” costituisce da sempre il marchio di garanzia di qualsiasi protestarismo populista (dal Poujadismo all’Uomo Qualunque) abbia fatto capolino dalle discariche delle frustrazioni del cetomediume più reazionario.
In tempi più recenti, lo slogan è stato fatto proprio dal “Fronte Nazionale” della famiglia Le Pen, grazie all’iperattivismo di Samuel Marèchal: responsabile dell’organizzazione giovanile del Fronte.
“Né destra né sinistra” è stato il tema dominante al quale fu dedicato il decimo raduno estivo del Front National Jeunesse (FNJ) del 1995.
D’altra parte, l’anno precedente, Marèchal aveva già avuto modo di pubblicare (Settembre 1994) un enfatico resoconto sulle attività del FNJ dal titolo inequivocabile:
“Populista e orgoglioso di esserlo!”
Attualmente, è il motto di battaglia di… Marine Le Pen! E non solo…
D’altronde, sulla natura di Beppe Grillo e del suo “moVimento”, i cugini d’Oltralpe non sembrano nutrire alcun dubbio…
Come un mostro a due teste, il grillismo si innesta sul corpaccione catatonico del berlusconismo, nutrendosi della medesima carica eversiva in sinergia comune. È il Grillusconi: il mostro nato dall’incrocio ibrido di due populismi a trazione fascistoide.
Del resto, ogni Mussolini ha il suo Hitler: l’allievo che supera il maestro. Ma gli invasati seguaci (The Following) del Grillo furioso possiedono in più una componente violentemente nazistoide, che il fascismo berlusconiano non ha mai avuto.
Per il resto sembrano condividere tutto o quasi, con pesanti iniezioni di leghismo militante…
Dal “Metodo Boffo” al linciaggio in effigie, con tanto di gogna virtuale per la celebrazione dei quotidiani “due minuti d’odio” (e oltre!) della setta, come nelle peggiori distopie orwelliane.
Presso le dimore del brigante di Arcore, il prof. Paolo Becchi sembra ormai essere di casa e gradito ospite del Pornocrate, di cui l’ideologo del moVimento apprezza la freschezza e l’incredibile carica innovativa, oltre a concordare le strategie comuni. Strategie che nell’ordine contemplano:
L’impeachment (ovvero la messa in stato d’accusa per “alto tradimento”!?) del presidente Napolitano, su presupposti giuridici peraltro inconsistenti;
L’attacco alla RAI e contro qualsiasi giornalista o media non dedichi peana elegiaci ai due ducetti (Grillo e Berlusconi) da mane a sera;
La distruzione dei sindacati e delle rappresentanze dei lavoratori;
Il boicottaggio dei lavori parlamentari, con indecenti gazzarre in aula che manco la Lega della prima ora..!
La richiesta di immediate dimissioni dei parlamentari “abusivi” di un parlamento “illegittimo”. Eccetto i 5 Stelle, è ovvio! Loro mica sono stati eletti con la famigerata legge di Calderoli (col quale peraltro intessono ottimi rapporti), in liste bloccate e senza preferenza. Chissà cosa succederà quando qualcuno dovrà spiegare loro che di “abusivo” in Parlamento ci sono solo le sortite del “Capo politico”, che non ha titoli per gironzolare a piacimento tra Camera e Senato, peraltro col cipiglio di un boss mafioso, e l’occupazione manu militari del 90% delle commissioni parlamentari da parte dei pentastellati, che presto dovranno dividere le poltrone di presidenza coi loro nuovi alleati di “Forza Italia”. Ma nel copioso mazzo andrebbero elencati anche i continui ammiccamenti agli evasori fiscali, l’uscita dall’euro, il neo-protezionismo e la richiesta demenziale di introdurre dazi doganali… Tutte cose che rendono indistinguibile il grillino medio da un Brunetta qualunque. Ci sono poi gli attacchi quotidiani a Laura Boldrini, agli organi istituzionali dello Stato, alla Magistratura, alla Corte costituzionale…
Bimbiminkia di tutto il mondo, unitevi!
