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ZUPPA RANCIDA

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Cobra wants you!

Catilina“Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?
Quam diu etiam furor iste tuus nos eludet?
Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia?”

  Marco Tullio Cicerone
  Catilinariae

Meno di una settimana di saturnali e lo sguaiato carnevale poujadista dei forconi assomiglia sempre più ad una macedonia già avariata. D’altronde il puzzo di questa zuppa rancida era inconfondibile fin dal principio, almeno per chi avesse voluto sentirne il fetore, ancor prima di attingere con abbondanti mestolate nel brodo nero del populismo neo-fascista e perdersi in mille rivoli egualmente putrescenti.
Parlare di “triumvirato”, quando ci si riferisce allo sgangherato terzetto di imprenditorucoli falliti dalle ambizioni tribunizie, che si contendono la leadership di questo moloch informe di revanchismi fascistoide e protestarismo qualunquista, è impresa quantomeno ardita.
Figuriamoci se è il caso di scomodare il “mostro a tre teste” di ciceroniana memoria! Qui più che altro siamo dalle parti del Trio Monnezza, a composizione variabile, circondati come sono dai personaggi più improponibili, coi soliti fenomeni da sagra strapaesana dei quali l’italica provincia abbonda da sempre: il citrullo col cappello; l’uomo che saliva sulle Jaguar a sua insaputa; il pirla serenissimo dal Triveneto. Era dai tempi di Bertoldo, Bertoldino, e Cacasenno, che non si vedeva un terzetto peggio assortito! Né poteva certo mancare tutto il campionario di contorno, (in)degno di uno dei peggiori film di Alex de la Iglesia. Per i nostri preferiti, c’è il contadinozzo del biellese che, “iniziato” com’è ad un lignaggio di Curanderos di discendenza Maya, pratica la guarigione attraverso la Presenza (?!?). Esperto in respiro consapevole, maestro sufi e praticante Reiki (dice lui!), insieme a tante altre amene puttanate new-age, è stato promosso per esoterici meriti a “portavoce” e subito rimosso appena la voce ha cominciato a farla sentire… Il tizio, quando non maneggia il concime nei campi, lo scarica a gogò dai letamai di internet: dal complotto mondiale dei banchieri ebrei ai nipotini dell’ammiraglio Horthy.
GTONell’altra metà del cielo, a fargli concorrenza, c’è poi la sgallettata intabarrata, che batte la tangenziale modenese col suo bivacco di manipoli, concionando sull’instaurazione di un direttorio militare “come prevede la nostra costituzione”. C’è da chiedersi quale “costituzione” abbia mai scaricato dal webbé.
E queste sono alcune delle intelligenze migliori del neo-movimento! Forconi che per la bisogna possono avvalersi dei formidabili microfoni di Radio Onda Blu, tra una messa ed un Ave Maria, e lezioni sul “Terzo Testamento”, senza ovviamente tralasciare lo studio delle sovrane decisioni delle Gran Commende, delle alte Precettorie degli Ordini Gerosolimitani, delle Logge del Grande Oriente d’Italia e della Libera Muratoria, dedicando una particolare attenzione ai Capitoli Sacri dei Capitoli romano e fiorentino dell’Ordine Cavalleresco del Santo Sepolcro, che da poco ha rinnovato il codice della fratellanza.
images (1)Per rimanere in tema, diceva Gervaso: il mondo è bello perché è avariato.
Se a prevalere non fosse la farsa ed il paragone non fosse indegno (per la Storia, mica per il bestiario!), una simile fauna avariata, con le sue velleità piccolo-borghesi, le sue patetiche marcette su Roma, le sue miserabili jacquerie, ricorda un po’ l’omogenea pletora di personaggi coinvolti nella “congiura” di Catilina, che (per la cronaca) finì malissimo.

«I congiurati avevano stretto alleanze nei municipi con borghesi che speravano in un rivolgimento totale per sfuggire alla giustizia o alla bancarotta»

Il caravanserraglio di loschi figuri e di squadristi che, disseminati in sparuti drappelli, hanno agito praticamente indisturbati in questi giorni, ricordano:

«i mascalzoni equivoci e pronti a tutto, che al momento stabilito avrebbero incitato la canaglia e l’avrebbero inquadrata. Inoltre si erano rivolti ai falliti, ai disoccupati, agli indigenti, promettendo loro la distribuzione del denaro dei ricchi.
[...] Tutto sommato, esso fu soltanto il gesto di un pugno di uomini tenuti insieme dai rancori e dall’avidità, il tentativo di putsch di una camorra che…. avrebbe consegnato lo Stato alle distruzioni di una banda incapace di meritarsi il potere come di farne a meno.»

  Jérôme Carcopino
Giulio Cesare
Bompiani, 2001
(pag.180)

Il Nano Imperatore (by Liberthaliia) E rimane il sospetto che, anche in questo caso, non ci sia stato un qualche “Cesare” che abbia pensato di strumentalizzare la protesta (dopo averla in qualche modo ispirata e finanziata), per trarne vantaggio e tornare ad una impossibile ribalta…

«Senza pudore, e anche senza false manovre, egli gioca col fuoco che potrebbe avvolgere tutto: nemico del disordine, si diverte a scatenarlo con la certezza di poterlo dominare in tempo e con la speranza di farne scaturire l’ordine nuovo al quale aspira»

  Jérôme Carcopino
Giulio Cesare
Bompiani, 2001
(pag.159)

Saluto al guruPeraltro, se così fosse, sarebbe in ben copiosa compagnia, a partire da quel “capo politico” con la sua corte di replicanti a comando, tanto fiero del suo populismo, da sguazzare tra i liquami di ogni cloaca disponibile pur di rimanere sulla cresta di uno tsunami di rigurgiti acidi, come la parodia di un Catilina fallito. Per l’appunto!

«Da molto tempo ormai egli aveva perso la nozione del bene e del male: impulsivo e passionale, stava per perdere anche il senso del possibile e del reale

Jérôme Carcopino
op. cit. (pag.180)

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