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CAMERIERI

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Festa Unita': La sinistra europea in camicia bianca

Pantaloni neri, camicia bianca d’ordinanza, maniche accuratamente arrotolate…
Quando ci si imbatte in immagini come questa, superato lo sconcerto iniziale (ce li eravamo persi!), la prima impressione è quella di essere davanti ad una squadra di camerieri delle peggiori trattorie, in attesa di ordinazione. Sono quelli fintamente friendly, senza pavillon o strangolati dal cravattino, che fanno gli amiconi col cliente gonzo mentre gli servono gli avanzi riscaldati della sera prima, o la zuppa di pesce liofilizzata, con i gamberetti “freschissimi”, appena pescati (nel surgelatore). Sono quelli che accattivanti ti sventolano sotto il naso il menù turistico, t’arintontoniscono di chiacchiere , e una volta che vi siete seduti a tavola, con un sorriso a 36 denti e finto imbarazzo, ti dicono candidamente che i 2/3 delle portate promesse o sono esaurite, o non fanno più parte del piatto del giorno, finché quando ormai è troppo tardi scopri che tutto il servizio in pratica si riduce a cibi precotti da mensa aziendale in liquidazione fallimentare.
Perché non ci sono alternative e questo c’è; insieme al conto da saldare, meglio se scarabocchiato su un pezzo di carta, insieme al finto sconticino di consolazione.
Trattasi di realismo culinario, per un pranzo di merda.
E poco importa se così facendo il ristorante rischia il crack (col botto!).
È un po’ quanto succede nelle cucine brussellesi del premiato ricettario a marchio UE: stessa sbobba da trent’anni a questa parte, per pietanze indigeste a intossicazione collettiva.
Ricette preparate da altri, supervisionate dai soliti chef dell’Austerità che dettano istruzioni in cucine da incubo, con smorfie saccenti di disgusto per ogni deroga non prevista (e non ammessa). Il tutto rigorosamente servito dagli accondiscendenti camerieri del “riformismo” in salsa rancida, col compito ingrato di far inghiottire l’indigeribile ad una clientela stordita dai fumi di cottura.
Dinanzi al tracollo, ci si consola con le nomine dei Masterchef alla nomination degli sguatteri: insuperabile il francese Serge Moscovici, promosso a Supercommissariato per l’Economia, e Federica Mogherini, la figurina di bandiera agli Affari Esteri, al posto dell’invisibile Lady Ashton che finalmente potrà tornare a dedicarsi senza altre preoccupazioni ai suoi cocktail-party. Il contentino riservato alla servitù zelante, comprata con un piatto di tortellini, per l’elezione del mummificato Jean-Claude Juncker, ad una commissione immolata al brodetto germanico di fraulein Merkel.
La fuffa è servita.

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