“Classifica DICEMBRE 2020″
Ognuno ricorderà il funesto 2020, variante bisesta dell’annus horribilis, in decade malefica di stolto secolo, come peggio vorrà…
Perché sarebbe alquanto difficile (se non impresa impossibile, per ordine e spazio) solo provare ad abbozzare una classifica universale delle concionerie demenziali, castonerie siderali e minchiate abissali, con le quali siamo stati ammorbati nel corso di questi lunghi mesi, quanto e più della stessa pestilenza che pure si è dimostrata una straordinaria fonte di ispirazione, per tutte quelle legioni di imbecilli in libero pascolo sul webbé ed oltre. Ad ennesima riprova che un coglione è per sempre, mentre persevera nell’instancabile esibizione di sé.
A noi dis-piace ricordare, tra i moltissimi che pure ci hanno accompagnato e ci hanno convinto a spegnere definitivamente la TV, oramai tracollata in moltiplicatore compulsivo di stronzate, il loffo gaglioffo in orbace che voleva riaprire tutto, intanto che i contagi raggiungevano il loro picco, “perché il Governo ci ruba il Natale e i sogni ai bambini”, e che per concludere in bruttezza si fa riprendere mentre distribuisce i pacchi natalizi degli altri in propaganda benefica, giusto per il gusto di violare il lockdown, per ignobile promozione di sé a corto di visibilità dopo le sbronze di mojito.
Ci sarebbero anche gli irrinunciabili aperitivi della “Milano non si ferma”..!
Ma una menzione speciale merita pure il Cazzaro di Pomezia, che da almeno nove mesi va promuovendo un vaccino che ancora non c’è e che stenta a superare le verifiche di immissione al commercio…
“Piero Di Lorenzo, da Pupo al vaccino anti Covid“
Lettera43
(06 Maggio 2020)
«In questi giorni, sono in molti, nella Rai e nel mondo della pubblicità e della comunicazione, a essersi fatti la stessa domanda: ma quel Piero Di Lorenzo proprietario e amministratore delegato della IRBM di Pomezia che sta lavorando al vaccino anti-Covid e che ha stipulato una partnership con lo Jenner Institute della Oxford University, è lo stesso che fino a qualche anno fa era presidente della LDM Comunicazione SpA di Roma e associato dello studio Beretta-Di Lorenzo & Partners ubicato in Via Giambattista Vico 20 a Roma, che sul suo sito web non faceva mistero di svolgere attività di consulenza e lobbying? Sembra proprio di sì.
ATTIVITÀ SCIENTIFICA NEL SUO CV: NON PERVENUTA
Di Lorenzo, nato nel 1950 e laureato in Giurisprudenza nel 1973 alla Sapienza di Roma, ha nel suo curriculum tutto meno che un’attività scientifica. Infatti, è stato consulente per le relazioni esterne ed i rapporti istituzionali di numerosi soggetti come la Guardia di Finanza, la Camera di Commercio di Roma, l’Ente Tabacchi, l’Agenzia del Territorio, il Consiglio Nazionale del Notariato, Aeroporti di Roma. Tutto questo attraverso la LDM Comunicazione SpA, di cui è stato presidente tra il 1991 e il 2011, per poi lasciarne il timone al figlio Daniele. Inoltre nel 2005 – l’anno in cui scrive con il giornalista Mino Fuccillo il libro Lezioni di Lobby – fonda con Maurizio Beretta una società di consulenza e lobbying che porta il loro nome. Di Lorenzo era amico di Beretta fin da quando l’allora giornalista era caporedattore per l’economia e poi vicedirettore del TG1. Ha goduto della sua amicizia quando, nel 2001, Beretta ha lasciato la Rai (era direttore di RaiUno) per assumere l’incarico di Direttore delle Relazioni Esterne e Comunicazione della Fiat per poi diventare, nel 2004, direttore generale della Confindustria.COPRODUTTORE DE I RACCOMANDATI CONDOTTO DA PUPO
Per alcuni anni lo studio Beretta-Di Lorenzo & Partners è andato avanti, fino a quando Beretta è approdato in Unicredit, dove tuttora è responsabile della Group Identity & Communications. Allora alcuni giornali notarono che Di Lorenzo, coproduttore con la Rai di Pupo nei I Raccomandati, dal 2005 al 2009 è stato membro straordinario del Consiglio Superiore delle Comunicazioni quando membro ordinario era il direttore generale della Rai Mauro Masi.IRBM HA MESSO A PUNTO IL VACCINO ITALIANO ANTI-EBOLA
Nel 2009 la svolta, con Di Lorenzo che passa ad altra attività: fonda a Pomezia la IRBM, specializzata nel settore della biotecnologia molecolare, della scienza biomedicale e della chimica organica. Nei suoi laboratori viene messo a punto il vaccino italiano anti-ebola, il cui brevetto è stato poi ceduto nel 2013 dalla società britannica Gsk. Quindi si mette a lavorare sul Covid-19 e, visti i rapporti con gli inglesi, quando avrà il vaccino, a produrlo e distribuirlo in esclusiva sarà la multinazionale britannica AstraZeneca. È stato forse per questo passato così lontano dal mondo medico-scientifico del fondatore della IRBM che Palazzo Chigi prima (il capo di gabinetto di Conte, Alessandro Goracci) e la Cassa depositi e prestiti poi (verso la quale Goracci l’aveva indirizzata) dopo un paio di mesi di verifiche sulla società di Pomezia hanno deciso di lasciare campo libero a Boris Johnson?»
E vogliamo tralasciare la rissosa pletora di esperti (o sedicenti tali) dalla narcisistica autoreferenzialità, che ormai impazza da mane a sera sugli schermi televisivi per riempire i palinsesti dell’infotainment, affermando tutto ed il contrario di tutto?!? Tra la folla si distingue per parecchie spanne il sobrio Alberto Zangrillo, anestetista del “San Raffaele” di Milano e fulgido esempio di quella sovranità sanitaria fondata sulla sussidiarietà privata, rigorosamente in conto pubblico, nella libera Repubblica di Padania dove imperversa la coppia tragicomica dei Gallera-Fontana, mentre si attendono ancora le forniture di vaccini anti-influenzali che la Regione non ha predisposto.
Il prof. Zangrillo è uno serio, che non partecipa a passerelle mediatiche, “sparando cazzate”. Sarà per questo che è sempre in televisione polemizzando contro questo e quello. Giusto a proposito, da sublime intenditore in materia (di cazzate), è lo stesso oracolo vivente che a Maggio affermava tutto compito e convinto, come il virus fosse clinicamente morto e che non esistesse più.
E sempre a proposito di polemiche pompate ad arte, sarebbe curioso sapere che fine hanno fatto gli scandalizzati Catoni pagati a chiacchiere, che tanto si indignavano contro l’altissima percentuale di decessi in Italia per Covid, gonfiando il petto di furiosissimo sdegno, mentre elucubravano nell’ordine: il mitico “modello svedese”, ma pure il terrificante “modello inglese” (!) e la “gestione Trump” (!!), prima che si rivelassero catastrofici con una situazione andata totalmente fuori controllo.
Ovviamente, per i cultori della materia, non poteva mancare l’efficientissimo “modello tedesco” che con i suoi oltre mille morti giornalieri può vantare il primato del più alto numero di decessi in assoluto su numero dei contagiati.
Certo, per contro c’è un inamidato cripto-democristiano incistato alla poltrona di una governo per scherzo, che si crede infallibile (soprattutto inamovibile)…
Quello che “il 2020 sarà un anno bellissimo” (!)
E che ha scambiato la programmazione economica con un’elargizione ad libitum di bonus a babbo morto e dispensati ad cazzum canis, che si incensa e si sbrodola addossa da mane a sera, mentre nulla si muove nel trionfo dell’ammuina elevata a rappresentazione scenica:
“Contro il Coronavirus siamo prontissimi. L’Italia ha adottato misure cautelative all’avanguardia più innovative di quelle degli altri Paesi. Abbiamo adottato tutti i protocolli possibili e immaginabili.”
Giuseppe Conte
(27/01/2020)