“Classifica MARZO 2024”
E niente! Proprio non ce la fa ad elevarsi sopra il livello del Bagaglino: la dimensione culturale è quella; lo spessore pure. Al massimo, la pesciarola di Colle Oppio può aspirare alla sofisticata comicità di Pio e Amedeo, nell’Asilo Cretinetti riconvertito ad Opera Nazionale Balilla di ricollocamento camerati.
In pratica, ci troviamo dinanzi ad una sconcertante parodia post-papi-patriae, a mezzo tra un Gollum in tailleur ed un sorcio ossigenato, mentre ci trascina nella terza guerra mondiale con l’allegra brigata di incursori da divano (gentaglia che ha scoperto i soldatini a oltre 50 anni suonati), reggendo lo strascico della Contessa Von der Kulen: le gemelle diverse in libera uscita dal giardino dei nani. Almeno bruceremo ghignando.
E ci immoleranno per la photo opportunity con questo pagliaccio qua!
Che poi chi se lo aspettava che ci saremmo prostrati a prendere ordini pure da un guitto fallito in versione palestrata, che si è reinventato ‘condottiero’ (duce?) e caracolla con la lista della spesa per le cancellerie occidentali, pretendendo armi e miliardi come fossero un obolo dovuto, in perenne costume di scena per simulare il physique du rôle, mentre recita la parte su copione scritto da altri…
Perciò, in attesa di giocare alla guerra per davvero, continua la caccia dei nostri guerrieri della domenica e degli instancabili Cavalieri GEDI (i gazzettieri di Casa Agnelli, per la premiata ditta Stampa/Repubblica), alle famigerate infiltrazioni della propaganda russa, con qualche perdita
illustre sul campo… Missing in action è Johnny l’Amerikano, il bombastico piazzista siculo di Little Italy, che per mesi ha cercato invano di lanciare l’impronunciabile neologismo di sua fresca invenzione “Putinversteher” (il contorcimento semantico di una mente disturbata), col quale riverniciare un’antica passione italica: le liste di proscrizione. Nella prassi diffusa, si può ritrovare tutto lo squallore, che circonfonde il malvezzo servile dei negri da cortile, con l’istituzione di agenzie governative “per la sicurezza cognitiva” (!), allo scopo di scovare le quinte colonne putiniane celate ovunque.
In pratica gli zombies atlantici di “Italia Viva” hanno ri-scoperto l’Inquisizione. E devono aver ritenuto che sia stata un’istituzione molto buona, tanto da essere riproposta in tutta la sua capillarità.
Ormai siamo all’istituzione del Ministero della Verità, in piena distopia orwelliana.
E come si conviene in ogni buon regime in fieri, ora è il turno dei libri di testo scolastici, che sarebbero anch’essi infettati dalle ingerenze putiniane, “con azioni di influenza e destabilizzazione politica e
psicologica, per impiantare il seme anti-democratico attraverso organizzazioni non governative e sedicenti pacifisti”, perché adesso l’onnipotente e presente Putin, assurto ormai ad entità trascendente, scrive pure i manualetti didattici delle scuole medie. A questo la Spectre gli fa una sega!
E se a dirlo è l’ennesimo espertone (mitomane?) di turno, stavolta pescato dal pleonastico “Istituto Gino Germani”, ente privato di studi strategici, specializzato in corsi di formazione per presunti agenti segreti ed aspiranti tali, su segnalazione di un fantomatico gruppo di attiviste ucraine in Italia (a be’ allora!), si può ben esser certi su chi sia ad esercitare “operazioni palesi e occulte di propaganda, reclutamento di agenti di influenza, inseriti in politica, media, università, aziende” (leggi SBU), dopo l’annessione dell’Europa all’Ucraina.
Giusto a proposito di oggettività e spirito imparziale, il sedicente Istituto Gino Germani di Scienze Sociali si presenta così nelle pagine dedicate alla sua promozione…
Traete voi le conclusioni.
Del resto, questo è il paesucolo in cui un pugno di invasati paranoici e di zelanti imbecilli è stato capace di chiedere la messa al bando di Dostoevskij, quindi figuriamoci!
Dinanzi all’Europa dei Sonnambuli e dei fanatici con lo scolapasta in testa, nel coma profondo della ragione, siamo ormai oltre il grottesco per entrare nel dramma surrealista, presi in ostaggio da un grumo infimo ed infame di gazzettieri in piena foia bellica, per spacciare qualche copia in più dei loro sordidi giornaletti padronali, dove ogni nano diventa uno statista ed ogni guerrafondaio prezzolato una “fonte autorevole”, mentre le voci critiche vengono silenziate su intimidazione e repressione (non siamo mica la Russia di Putin!), soffocate nella poltiglia indistinta dei tank-show, perché nulla deve disturbare la splendida corsa verso l’apocalisse dei troppi Dottor Strangelove in circolazione, mentre veniamo intossicati dai fumi di un crogiuolo dove cuocere a fuoco lento.
«Non fu solo la nascita del maccartismo a provocarmi, ma qualcosa che appariva molto più fatale e misterioso. Era il fatto che una campagna politica, obiettiva e riconoscibile fosse in grado di creare non soltanto terrore, ma una nuova realtà soggettiva, una vera mistica che stava assumendo a poco a poco addirittura una colorazione sacra. Che una causa così futile e meschina, asserita da uomini così palesemente ridicoli, potesse paralizzare la capacità di pensare, anzi di suscitare un tal cumulo di sentimenti ‘misteriosi’ mi colpì. Era come se il Paese fosse tornato in fasce, senza ricordare nemmeno certe elementari convenienze che uno o due anni prima nessuno avrebbe immaginato potessero modificarsi, non diciamo dimenticasi.»
Arthur Miller
“Il Crogiuolo “
Einaudi, 2015