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ROSE BIANCHE

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RosaBianca

«Il vero danno deriva da coloro che vogliono “sopravvivere”. Gli uomini dabbene che vogliono soltanto essere lasciati in pace. Coloro che non vogliono le loro piccole vite disturbate da qualcosa di più grande di loro. Quelli che non prendono parti o cause. Quelli che non prendono le misure della propria forza, per paura di contrapporsi alle proprie debolezze. quelli che non amano fare onde o farsi nemici. Quelli per cui i principi di libertà, onore, verità sono solo letteratura. Quelli che vivono in piccolo, si accomunano in piccolo e muoiono in piccolo. È l’approccio riduzionista alla vita: se la mantieni in piccolo, la mantieni sotto controllo. Se non fai rumore, il fantasma non ti troverà. Ma è tutta un’illusione, perché anche costoro muoiono, queste persone che raggomitolano la loro anima in piccole palline in modo da essere al sicuro. Al sicuro? da cosa? la vita è sempre sull’orlo della morte; le strette stradine portano allo stesso luogo degli ampi viali, e una piccola candela si consuma bruciando allo stesso modo di una torcia infiammata. Io scelgo il mio modo di bruciare.»

Il testo, universalmente attribuito a Sophie Scholl, è probabilmente un ‘apocrifo’ rielaborato dal cristianista Richard Dahlstrom e pubblicato in apertura del quarto capitolo di “O2: Breathing New Life Into Faith” (2008), che tratta di tutt’altre questioni.
Ma meritava di essere condiviso a prescindere. Un ringraziamento speciale alla persona speciale, che ha voluto segnalarmi il brano, cogliendone l’essenza più profonda.

Sophie Scholl

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