Quantcast
Channel: Liberthalia
Viewing all 894 articles
Browse latest View live

BELLEZZA IN SCATOLA

$
0
0

Andy Warhol - Campbell's soup

Il vanaglorioso fanfarone dalle pretese regali, quello che occupa abusivamente Palazzo Chigi, con vista su un parlamento scambiato per la sua personale dépendance adibita all’alloggio della servitù, ci tiene molto alla “bellezza”; specialmente se intesa come concetto astratto in funzione del valore d’uso.
imagesQuando non sa cosa farsene, quando non è immediatamente capitalizzabile o da affidare in leasing, quando questa non è fruibile nelle finzioni scenografiche per il consueto teatrino dei pupi, la “bellezza” diventa ingombrante e perde di interesse. Semplicemente, non torna “utile” come sfondo per la farsa retorica, diventando una ‘vergogna’  da coprire.
DidimiPer questo va rimessa alla custodia provvisoria di organismi dalla pleonastica inutilità barocca, come quel fondamentale “Ufficio per il Cerimoniale e le Onorificenze”, che già s’era tanto distinto durante la trasferta saudita sulla faccenda dei rolex spariti e, pare, attualmente rientrati nella disponibilità della Presidenza del Consiglio; o per meglio dire nel polso del presidente del consiglio, meglio conosciuto dagli sceicchi come Rolex d’Arabia.
L'OrologiaioLe “istituzioni”, e massimamente quelle escrescenze burocratiche che pendono all’ombra del potere, abbondano di cretini ossequienti con la tendenza a strafare. Da lì, la scelta di imburqare le statue capitoline, che sia mai qualche chierico possa rimanere turbato dalla sconcia esposizione delle artistiche nudità! Una persona nemmeno troppo intelligente non condurrebbe mai il proprio ospite in un museo, se davvero pensa che questo sia talmente idiota da rimanere ‘offeso’ dalle opere in mostra.

matteo-renzi-e-mohammed-bin-zayed-al-nahyan-a-firenze

Gli zelanti funzionarini della Presidenza del Consiglio e le maestrine di cerimonie invece hanno ritenuto che la soluzione migliore fosse sì, portare gli ospiti al museo, ma nascondendo le statue e velando gli affreschi, per uno straniante effetto cantiere da allestimento Ikea. Evidentemente, deve essersi trattata di una loro particolarissima reinterpretazione del “cubismo” in chiave post-moderna…

Statue coperte ai Musei Capitoli in occasione della visita del presidente iraniano Hassan Rohani, Roma, 25 gennaio 2016. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Cercare la logica di simili colpi di genio non è mica roba da tutti… Ci fanno un esame di stato con una selezione, per occupare simili uffici! Non per niente, le vie dell’imbecillità sono infinite ed ancor più imperscrutabili ogni volta si intersecano con quelle della “sensibilità religiosa”. E poco importa che ci sia stato chi per difendere quella “bellezza”, che qui si copre per opportunismo e altrove si distrugge per fanatismo, si sia fatto ammazzare. Per loro fortuna, i nostri imbelli burocrati di Palazzo non corrono certo di simili rischi.
Distruzione delle statue di PalmyraD’altra parte, la “cultura” sta molto a cuore al tronfio ducetto di Rignano, specialmente se può collegarla a qualche altro concetto che gli preme, in quanto elettoralmente spendibile, come la “sicurezza”, in uno di quegli accostamenti a lui consueti dove è inutile tentare di trovare la correlazione, tra accostamenti improbabili, tanto è ampio lo scollamento tra realtà e finzione.

Luisella Costamagna

«Io credo che la politica debba adottare un nuovo stile. Uno stile che riporti la passione al centro, che sappia emozionare, che riparta dalla bellezza. Perché mi hanno insegnato che la bellezza non può essere inutile.
[…] Vincerà chi saprà raccontare la bellezza utile di un’Italia che si nasconde timida in un mondo che avrebbe ancora molto bisogno di lei. Chiedono bellezza i cittadini globali del XXI secolo. Chiedono emozioni e un progetto nel quale credere. Chiedono di essere coinvolti, non di essere ammaestrati tra slide e battute

renzi-fonzieNo, non sono i tentativi espressivi di qualche cerebro-contuso in riabilitazione neurologica, ma uno dei massimi prodotti culturali del nostro Pittibullo quando gioca a fare l’intellettuale, peraltro con risultati drammatici..!

«Ogni giorno mentre vado al lavoro, mi perdo nella contemplazione della bellezza dei monumenti. Non di rado, però, inciampo in una buca delle sconnesse strade del centro storico. Lo vivo come un immediato richiamo al mio lavoro. Mi piace passare in trenta secondi dalla riflessione culturale sul mondo che cambia al tombino da ripulire.
[…] Rischiando il disprezzo dei turisti abbiamo scelto di invertire e siamo partiti dalle periferie.
[…] Mi viene in mente Steve Jobs, che a Firenze si innamora del colore della pietra serena e impone che tutti i suoi Apple Store siano realizzati con quelle caratteristiche

Matteo Renzi
“Stil novo. La rivoluzione della bellezza tra Dante e Twitter”
Rizzoli (2012)

Potrei vomitareTra formato cartaceo e digitale, ne abbiamo sfogliata di merda nella vita, ma mai si era scivolati così in basso tra simili forme nauseadi degrado estremo; asfissiati dai miasmi di una povertà lessicale che esalano dalle sdruciture di tanta miseria umana e culturale, articolata in banalità imbarazzanti che non superino mai le 100 battute tra un punto e l’altro. Per non parlare del suo ostentato linguaggio minimo, a portata di ogni deficiente che abbia a malapena raggiunto l’alfabetizzazione primaria.
Merda d'artistaAffondare le mani in quella cloaca trasformistico-dorotea che chiamano “renzismo”, cercando invano di tirarne fuori un barlume di senso o qualsivoglia spessore, è un’impresa assolutamente ingrata ed ancor più degradante nella sua inutilità; col rischio concreto di affogare nei gorghi di una minchioneria siderale, che trasuda dall’hybris del suo ridanciano ostensore.
Essere o Non EssereVa da sé che interrogandosi sul pensoso concetto di “bellezza utile”, questo lardoso scarto da Bar-Sport non manchi di porsi domande epocali, all’origine di una così incontenibile peristalsi editoriale:

“Mentre torno a stupirmi di tanta meraviglia, improvviso mi assale un dubbio: ma serva ancora la bellezza oggi?”

To be or not to beSì, serve. E non solo per un mero appagamento visivo. La bellezza serve come valore propedeutico nella sua eterologicità paradossale, perché ci ricorda come dinanzi ad una così schiacciante predominanza di simili cazzoni allo stato brado, nonostante tutto, l’umanità riesca a produrre opere straordinarie grazie al genio isolato di un’infima minoranza.

Homepage



(83) Cazzata o Stronzata?

$
0
0

Classifica GENNAIO 2016”

La Papessa Giovanna‘Qualcuno’ sosteneva, ottimisticamente, che le religioni fossero l’oppio dei popoli. Sbagliava! Le religioni sono qualcosa di molto peggio…
AntimasturbationAlle volte si ha la sgradevole sensazione che la coprofilia, tra tutte le perversioni possibili, sia di gran lunga la preferita da chi ha distorto l’obiezione nel surrogato prediletto della propria assenza di coscienza, costituendo innanzitutto uno stato della mente. È sconcertante assistere alla soddisfazione con la quale milioni di schifosi contemplano estasiati in beato compiacimento i boli fecali del proprio squallore.
Alleanza Cattolica (1)Per questo NON parleremo del Family Day con la sua confluenza di liquami integralisti nella conca del Circo Meglio frocio che fascioMassimo, in una Roma commissariata sotto tutela pontificia per le esigenze giubilari, dietro la furbesca ostentazione caritatevole del Cazzaro Bianco e del suo fallimentare giubileo dalle basiliche vuote e le piazze deserte. Che tutta la vita economica, politica, e finanche sociale della Capitale, sembra oramai non conoscere altra espressione al di fuori di questa insulsa superstizione medievale, già esecrata da Dante al sorgere della sua invenzione, ma spacciata come il massimo dell’innovazione possibile in una città piagata dagli appetiti temporali di un clero insaziabile, come se la città non meritasse e non sapesse produrre di meglio. Per inciso, quando nominiamo il “giubileo” parliamo di un’indulgenza plenaria, che tra le sue forme prevede la vendita della benedizione papale stampata su pergamena. Per l’esattezza, si chiama “Benedizione Apostolica” e può essere altresì personalizzata. E, affinché non pensiate male, è gratuita. Si pagano solo le spese di spedizione: 35 euro! Attenzione però alle ‘contraffazioni’, in sede di assoluzione sono inefficaci e costano appena 5 euro (trattabili)… 

Benedizione papale patacca

In pratica, la pergamena papale del “pellegrino” altro non è se non l’evoluzione di quegli speciali diplomi pontifici per la remissione (a pagamento) dei peccati, con sconti di pena sugli Alleanza Cattolicaanni da trascorrere in quell’altra fortunata invenzione per far quattrini che è il “purgatorio” e del quale non si ha definizione certa fino alla fine del XIII° secolo, tanto pareva ridicola ai suoi furbi creatori. E cos’altro è il giubileo se non una elevazione all’ennesima potenza di quella vendita delle indulgenze, contro cui tuonava già a suo tempo un certo Lutero? Evidentemente, uno scisma non è bastato a far perdere il vizio ai nuovi mercanti del tempio.
D’altronde, ogni perversione ha i suoi estimatori… Sempre a proposito di insane pratiche scatologiche, non parleremo ovviamente della sceneggiata napoletana a cinque stelle di Quarto Flegreo: telenovela di provincia elevata a caso mediatico di (ir)rilevanza nazionale, tanto lo scoperto merdone deve essere parso succulento agli ipocriti mosconi del partito bestemmia. Che per inciso sono gli ultimi titolati a parlare, non potendosi permettere certo di agitare il ditino inquisitore, con le loro decine di amministrazioni locali, indagate o dimesse per mafia (non ultimo, il Comune di Brescello: quello di Beppone e don Camillo che col tempo si sono seduti alla stessa tavola), in sordina e senza che la cosa susciti troppi clamori in una stampa diversamente attenta.
80vogliaLa battuta migliore resta indubbiamente quella del pingue citrullo, mai eletto alla Presidenza del Consiglio, che a proposito del Comune di Quarto ha grugnito qualcosa sulle “strumentalizzazioni” e sul fatto che un sindaco democraticamente votato dai propri cittadini non dovrebbe essere dimesso dall’alto, tramite un’operazione di partito ed in assenza di responsabilità certe.
Il primo atto del prefetto TroncaSarà per questo che Roma si ritrova amministrata da un impresario funebre di nomina prefettizia, su consenso papale, dopo aver dimissionato il sindaco legittimo, certificata da un notaio in separata sede e senza passare per il consiglio comunale, su pressione di un premier abusivo che gestisce l’amministrazione capitolina per procura, come fosse Cosa sua, con prefetti di nomina governativa ed un comitato padronale di fiducia, dai poteri in deroga là dove è più ricca la greppia. Sarebbe il fantomatico Dream Team di nomina fiorentina ma con innesti milanesi e chiacchierati notabili locali; ovvero una cricca burocratica, affidata alla diarchia Malagò-Montezemolo associata in Caltagirone, col grande rientro del Cicoria, alias Francesco Rutelli scopritore di talenti rubati al cabaret.

Renzi e RutelliMatteo Renzi e Francesco Rutelli
Notare l’inconfondibile espressione beotamente porcina dell’ambizioso insaccato non ancora 30enne.

Ora che la città è letteralmente ricoperta di merda, ben oltre la bruna metafora, le cose vanno ovviamente benissimo.

Lungotevere Roma

Il problema infatti era non avere il sindaco gradito e soprattutto incompatibile con la liquidazione delle troppe cambiali da evadere all’incasso, per i numerosi sponsor occulti che hanno reso possibile la resistibilissima ascesa del Piccolo Principe fiorentino: il ciarliero pupazzo animato che aspira a farsi re.

Hit Parade del mese:

01 - Coglione del mese01. GOMBLODDO!!!!

[13 Gen.] «È tutta una montatura, ci raccontano una cosa finta. Qualcuno ha approfittato della situazione mettendo in mano agli immigrati dei soldi e spingendoli a fare certe cose. L’obiettivo è colpire la Germania, mettere in difficoltà la Germania che ha la responsabilità di avere aperto agli immigrati, estendere il disordine, la paura e la guerra. Esiste un centro politico che vuole questa cosa. Che non è composto solo da quelli che hanno finanziato l’Isis. Sono spezzoni dei servizi segreti americani, israeliani e di altri Paesi. Sicuramente la Turchia e l’Arabia Saudita. Persone che hanno miliardi da spendere, ricchi che vogliono creare il disordine e la paura nell’Europa. Una specie di Spectre, come nei Tre Giorni del Condor di Pollack.»
(Giulietto Chiesa, il Folgorato)

Giuseppe Sala e Letizia Moratti02. SONO COME TU MI VUOI

[03 Gen.] «Sono senz’altro di sinistra. Quando avevo 18 anni si votava o da una parte o dall’altra. Diciamo che ora sono della sinistra progressista.»
(Giuseppe Sala, sinistro progressivo)

Rino Fisichelle e le pergamene giubilari03. LA SANTISSIMA CONTABILITÀ

[29 Gen.] «Secondo i dati che siamo in grado di verificare quotidianamente, a oggi hanno partecipato agli eventi giubilari 1.392.000 persone. Leggendo i dati di certe associazioni, vorrei dire che queste persone non hanno dormito tutte a casa mia, e nemmeno sotto i ponti, non è un’annotazione polemica […] Un bilancio generale del Giubileo, in ogni caso, non si fa dopo neppure due mesi, ma alla sua conclusione. Ogni altra considerazione al momento rimane parziale, provvisoria e non merita particolare attenzione.»
(Rino Fisichella, il Locandiere)

Tampax04. GRANDI BATTAGLIE

[12 Gen.] «Bisogna ridurre l’IVA sugli assorbenti»
(Pippo Civati, Mister Tampax)

Franceschini05. A SUA INSAPUTA

[27 Gen.] «Né io né il presidente del consiglio eravamo informati della scelta di coprire le statue.»
(Dario Franceschini, l’uomo che non c’era)

Meloni06. SANFEDISMO DEMOCRATICO

[30 Gen.] «Questo è un giorno di festa, una manifestazione piena di gente, che scende in piazza non contro qualcuno, ma per qualcuno. Quei bambini che non possono difendersi da soli e che lo Stato ha, per questo motivo, il dovere di difendere prima di tutto il resto.»
 (Giorgia Meloni, Defensor Fidei)

Michele Anzaldi - piddino di provenienza margherita07. L’EDITTO FIORENTINO

[27 Gen.] «La RAI dovrebbe licenziare Giannini. Afferma cose vergognose sulla Boschi a “Ballarò”. Il conduttore Massimo Giannini ha affermato che sul caso Boschi-Banca Etruria c’è un “rapporto incestuoso”. È un’affermazione vergognosa, che avrà risvolti giuridici pesanti. Mi auguro che Boschi lo quereli…. Il servizio pubblico dovrebbe tranquillizzare non fomentare.»
 (Michele Anzaldi, l’ex portavoce di Rutelli)

Rutelli08. GIACHETTI SINDACO!

[20 Gen.] «E’ finita l’epoca fallimentare di candidature personali; di asseriti “salvatori della Patria” i quali, piuttosto che scegliere persone competenti per svolgere i difficili compiti necessari, creano ristretti gruppi di potere, lontani dal concreto rapporto con Roma e i suoi problemi crescenti.»
 (Francesco Rutelli, Er Piacione)

pierluigi-bersani-primarie09. DITTA CHIUSA PER SFRATTO

[23 Gen.] «In Parlamento vedo il senatore Verdini e compagnia, con gli amici di Cosentino e compagnia, che stanno cercando di entrare nel giardino di casa nostra per fare la coalizione della nazione o il partito della nazione. Siccome questo è un delirio trasformista, mi aspetterei che dal Nazareno venisse una parola chiara su questo delirio, perché non vorrei si sottovalutasse l’effetto che queste cose hanno sui nostri militanti»
(Pierluigi Bersani, Morto che parla)

pagliaccio10. VICINI ALLA GGGGENTE

[12 Gen.] «Mi facci finire»
(Alessandro Di Battista, l’Eloquente)

Homepage


INCIDENTI

$
0
0

Le Pharaon by Laurent Alter

Esistono sei miliardi di fruscianti ragioni quantificate in dollari, per cui l’omicidio di Giulio Regeni resterà probabilmente impunito; magari dopo aver fornito un colpevole di comodo, onde concedere quel minimo di soddisfazione per non far perdere la faccia (o quel che ancora ne resta) al governo italiano, indubbiamente interessato alle golose commesse Abd al-Fattah al-Sisimilitari che il regime egiziano può garantire con reciproca soddisfazione di entrambe i contraenti. E poco importa se l’autocrazia militare del Cairo sia una delle più spietate dittature della regione nordafricana. Archiviato quanto prima l’increscioso incidente, si potrà tornare in fretta al naturale corso degli ‘affari’, così improvvidamente increspati dalla quanto mai inopportuna eliminazione di un giovane dottorando troppo curioso.
Giulio RegeniIn assenza di un vero referto autoptico, le congetture sulla morte di Giulio Regeni si sprecano, così come le indiscrezioni sulle efferatezze subite prima dell’uccisione…

«Dopo essere stato arrestato, non ha più fatto ritorno a casa. Quando sua moglie ha finalmente ritrovato il corpo nove giorni dopo la scomparsa nell’obitorio di un ospedale, la donna ha potuto scoprire orribili segni di tortura che includevano: taglio delle orecchie e tagli sul naso, fratture alla scatola cranica perforata con un trapano, il collo apparentemente spezzato, gambe e braccia rotte, con segni di bruciature di sigarette su tutto il corpo. Il certificato di morte si limitava ad attribuire le ragioni del decesso ad un “attacco di cuore per insufficienza renale”

L’estratto, che riguarda il sequestro e l’uccisione di Khalil Bakhour, preside di un’istituto scolastico, è stato estrapolato dal cosiddetto “Rapporto Lesch” e risale al 1991, redatto a cura della Human Rights Watch (HRW). La denuncia è inerente alle attività degli squadroni della morte in quell’altra solida democrazia che è il Kuwait. Si tratta di speciali unità paramilitari che agiscono indisturbate per conto di quella “Polizia investigativa per la sicurezza dello Stato”, che ha il suo omonimo nel Mabahith Amn al-Dawla egiziano col quale condivide metodi e torture, in un fondamentale scambio di “intelligenze”.
شعار_مباحث_أمن_الدولة (Mabahith Amn ad-Dawla)Il fatto che lo studente friulano sia scomparso (alcuni sostengono ‘prelevato’) in pieno giorno nei pressi della centralissima Piazza Tahrir presidiata da un imponente schieramento di ‘sicurezza’, non depone a favore della polizia egiziana, che prima ha parlato di “delitto a sfondo sessuale”, in virtù del fatto che il cadavere sia stato fatto ritrovare seminudo in un fosso. Eppoi, dinanzi all’incongruenza dei primi rilievi, non si è escogitato niente di meglio che liquidare tutta la faccenda come un “incidente stradale”.
المخابرات_العامه_المصريه Gihāz al-Mukhābarāt al-Āmma Secondo le cosiddette “autorità investigative” egiziane, il volo Metrojet 9268 fatto esplodere sul Sinai, sarebbe precipitato per cause tecniche. Se fosse per il regime cairota, ancora oggi la caduta del charter russo sarebbe dunque da attribuirsi ad un cedimento strutturale. Figuriamoci l’attendibilità che possono avere le presunte indagini sull’assassinio di Regeni.
Se tanto ci dà tanto, presto o tardi gli ‘investigatori’ italiani scopriranno la pista islamica, concentrando tutte le loro attenzioni sull’ipotesi del terrorismo interno, simulando un qualche attrito coi colleghi egiziani (preoccupate unicamente di negare qualunque matrice terroristica per non spaventare i turisti stranieri), secondo una studiata pantomima ad uso mediatico.
E peccato solo per le possibili incongruenze: per i fondamentalisti dell’estremismo salafita le sigarette sono haram quasi quanto il consumo di alcol e nessuno di questi devoti caproni ne aspirerebbe mai i peccaminosi effluvi, neanche se fosse necessario per torturare un kuffar che per giunta sarebbe assai offensivo (per il pudore di Allah) denudare.
MahroomAnche il frettoloso disfacimento del cadavere è in contrasto col voyeurismo necrofilo, con cui ci hanno oramai abituati gli psicopatici tagliateste dello “stato islamico” col loro spaccio organizzato di snuff movies.
daesh executerIl taglio delle orecchie in Egitto non è una consuetudine, ma una rarità. Ed in genere si applica come punizione blanda per castigare i (presunti) magnaccia. Più usato è invece durante gli interrogatori della polizia segreta, che in genere stacca via la cartilagine superiore dei suoi ‘ospiti’ più riottosi, onde stimolarne la “collaborazione”.
Gihāz al-Mukhābarāt al-ĀmmaA pensar male, si potrebbe piuttosto ipotizzare un arresto arbitrario e concluso malissimo di un sospetto attivista (un tempo si sarebbe detto “Delitto di Stato”). Resosi conto di chi avevano sequestrato, come soluzione i torturatori non avrebbero trovato niente di meglio che sopprimere l’imbarazzante prigioniero. Da lì, la fretta di sbarazzarsi del corpo, ad opera di una delle tante agenzie per la Gihāz al-Mukhābarāt al-Āmma (1)“sicurezza interna” che gravitano attorno al Mukhabaràt egiziano, l’onnipresente servizio segreto dal quale si articolano i diversi apparati della polizia militare: dalla Direzione dei servizi militari e d’indagine, dal quale proviene lo stesso generale Abdel Fattah al-Sisi prima di diventare capo di stato maggiore dell’esercito e poi presidente; al famigerato Mabahith Amn al-Dawla (AMN al-Dawla), il dipartimento per la “Sicurezza Nazionale”, pesantemente implicato con le violenze e le provocazioni durante la presunta “rivoluzione egiziana” e quindi integrato nel nuovo Al-Amn al-Watani (EHS).
Al-Amn al-Watani - Egyptian National HomelandCon la sua elefantiaca struttura di oltre 200.000 ‘collaboratori’, la repressione è una delle maggiori industrie del paese.

Abdel Fattah Al-Sissi«Nel periodo che va dal 03/07/2013 all’estromissione del presidente Mohammed Morsi, le unità di sicurezza egiziane hanno fatto ricorso ad un uso eccessivo della forza in numerose occasioni, determinando la peggiore incidenza di uccisioni di massa illegali nella recente storia dell’Egitto. Le autorità giudiziarie hanno emesso condanne a morte su una scala così larga che non ha precedenti, mentre le forze di sicurezza hanno effettuato arresti di massa e torture che riportano indietro ai giorni più oscuri della precedente dittature del presidente Hosni Mubarak.
An Egyptian riot policeman detains a female student of al-Azhar University during a protest[…] In aggiunta alle violenze ed agli arresti di massa, le autorità hanno imposto ampie restrizioni alla libertà di associazione, di espressione, e di riunione, con una drammatica inversione di tendenza rispetto alle conquiste precedentemente ottenute durante l’insurrezione del 21/01/2011. Inoltre, ci sono state violazioni dei diritti dei rifugiati e discriminazioni contro le donne, con una crescente impunità a tutti i livelli, accompagnate da serie violazioni dei diritti umani

egypt2Il rapporto completo della HRW (che a proposito del ‘disciolto’ AMN al-Dawla parla di “pervasiva cultura dell’impunità” insieme all’uso della tortura come “routine”) lo trovate QUI.
AMN AL-DAWLA - مباحث أمن الدولةVisti i precedenti e la natura dell’interlocutore, alla fine, vedrete che tutta la faccenda verrà liquidata come un tentativo finito male di rapimento a scopo di estorsione, per scivolare presto nel dimenticatoio.

Homepage


ABORTI SURROGATI

$
0
0

 “Stepchild adoption”:
  Adotta anche tu un Gasparri…

Maurizio Gasparri


MAMMA LI FROCI!!

$
0
0

HT_iceman_gay_issue

Checca, finocchio, culattone, busone, ricchione…
C’è qualcosa di straordinario nella quantità di sinonimi che la lingua italiana riesce a produrre per esprimere il medesimo concetto, declinato in ogni sua sfaccettatura possibile, meglio se Playnanoin senso dispregiativo. Solo la prostituzione, considerata (a torto) come una peculiarità femminile, è fonte privilegiata nella ispirazione di una ricchezza lessicale perfino maggiore; senza che peraltro ci sia un’uguale corrispondenza di sinonimi per indicare il virile ‘cliente’, o per meglio dire: l’utilizzatore finale della fruizione a pagamento.
Sinonimi di prostituta - TreccaniPer contro, è quantomeno interessante notare come, al di fuori degli ambiti meramente domestici e subordinati, il termine assuma invece una valenza onnicomprensiva, essendo estensibile ad ogni situazione che possa insidiare la naturale supremazia maschile con le sue friabili sicurezze di ruolo, costantemente alla ricerca di riconferme nell’alveo rassicurante di stereotipi condivisi.
Parità di genereRuolo che ha bisogno di essere ribadito nell’esibizione dell’identico disprezzo per froci e puttane (estensivamente ‘donne’). Sicché proprio il disprezzo è l’unico elemento che sia davvero in grado di trascendere i generi per assicurare la sola “parità” riconosciuta in un sano contesto tradizionale, tale da tener conto del giusto rapporto tra sessi diversi secondo le regole di natura.
Milo Manara - humanityTra i soliti idioti dell’integralismo fascio-clericale (questo è ed ipocrita sarebbe chiamarlo diversamente) la sola evocazione della parola “omosessuale” può provocare crisi di rigetto incontrollate per reazione immediata. Funziona come il biancospino per i licantropi o l’aglio per i vampiri: la natura del fascio-integralista viene subito fuori, rivelandosi per ciò che è in Baby squillotutto il suo squallore culturale. Perché se l’omosessualità resta indifferente ai più, al netto delle ironie, sembra invece generare scompensi insostenibili a questi difensori della famiglia sacralizzata dal santo vincolo del matrimonio (ammesso che una simile definizione voglia davvero dire qualcosa), tanto basta un nonnulla a mettere in crisi un modello di vita che evidentemente così solido non deve essere. Il riconoscimento di una situazione oggettiva, con l’estensione di un pacchetto minimo di diritti che nulla toglie a questi alfieri della “famiglia tradizionale”, costituisce una minaccia insostenibile e lascia supporre un’identità sessuale (con relative inclinazioni represse) quanto mai incerta, che vacilla ad ogni minimo sussulto e viene esorcizzata nell’esibizione teatrale di un’omofobia militante, ogni volta viene pronunciata la parola proibita.

Ovvio che poi gli effetti collaterali abbiano risvolti altrettanto esilaranti, che nei casi più estremi rasentano i sintomi tipici del disturbo psicotico.
Forza Nuova In fondo a destra, accanto ai deliri mistico-identitari dei catto-talebani e dei nazisti di Forza Nuova, una parentesi a parte meriterebbero i deliri complottisti di una nutrita accolita di dementi tra i quali, per furore e livore, si distinguono le paranoie di nevrotiche compulsive, nonché sedicenti “psicologhe sperimentali” (non facciamo nomi per pubblicità Forza Nuova - Lotta studentescainopportune), convinte che la presunta “teoria del gender” (?) sia uno strumento delle entità occulte del Nuovo Ordine Mondiale, per fiaccare lo spirito combattivo dei maschi europei (!!) e così favorire l’invasione allogena (leggi ‘islamica’) con sostituzione etnica e ibridazione razziale per crollo della natalità, presumibilmente come complemento dell’immaginario Piano Kalergi.
A tali stronzate possono arrivare le perversioni di una mente disturbata!
il-giornale-prima-paginaFortuna che rispetto al dramma prevale la farsa colorata di un Roberto “Bobby” Formigoni: lo scroccone votato alla castità (dice lui), già famoso per le sue sceneggiate (da “checca isterica”) in aeroporto, le improbabili camicie fiorate e la collezione di giacche salmonate dagli equivoci colori pastello. Altresì è lo stesso che può vantare una decennale convivenza col suo compagno (di preghiere) Alberto Perego, quale riuscitissima coppia di fatto per un duraturo legame ‘omosessuale’, nel senso di convivenza tra persone dello stesso sesso sotto il medesimo tetto non coniugale.

Roberto FormigoniMa abbiamo anche la più grande comunità gay non riconosciuta del pianeta: quell’associazione consacrata al pubblico mantenimento di uomini in sottana che si fa chiamare “chiesa”, con le sue ossequienti protuberanze in Roberto Formigoniparlamento. Non per questo vogliamo ignorare la compagnia di giro che ruota attorno ai rituali sanfedisti del Family Day, con le sue sentinelle in piedi, sdraiate, sedute, che fingono di leggere libri mai nemmeno sfogliati; i devoti del papa-re; gli adoratori di cadaveri imbalsamati per esposizioni necrofile; i nostalgici dei roghi e della santa inquisizione… che si arrogano il diritto di decidere cosa sia “morale” e cosa invece no. Perché la morale, come diceva Oscar Wilde (guarda caso un omosessuale punito per “reati contro la morale”), è semplicemente l’atteggiamento che adottiamo nei confronti di individui che, personalmente, non ci piacciono.

Homepage


RENZIADI

$
0
0

Sarcofago dell'obeso

In un trionfo di slides animate, conturbamenti estatici e fondali cartonati, tra propaganda e culto narcisistico della personalità, Ozymandiasil magico regno fatato di Renzimandias si accinge a celebrare in pompa magna i due anni dall’intronizzazione di sua adiposità imperiale, per una settimana di festeggiamenti circonfusi nell’onirica rappresentazione di un paese immaginario, dove l’operetta sovrasta la farsa per diventare varietà funzionale alla televendita organizzata con buffet a risparmio.
È fin troppo facile immaginare che l’intera strombazzata si esaurirà negli sbrodolamenti intorno alla riffa contabile dei numeri del “jobs act” (è curioso come meno si conosca la lingua di Shakespeare e più si ostentino inglesismi dal provincialismo esasperante), col suo balletto di cifre variabili tanto e più di un’estrazione impazzita del lotto, lo sventolamento delle mancette da elargire all’incanto elettorale, i dati fantastici di una ripresa inesistente, e le “riforme impressionanti” dello stupro costituzionale consumato a colpi di viagra istituzionale. Ma è ovvio che l’effimera pagliacciata sarà interamente incentrata sull’esaltazione agiografica del piccolo principe, costruita com’è attorno al corpo sfatto del sovrano, nella strabordanza fisica dell’ennesimo gigione di provincia transumato ai fasti palatini.
Renzi-Fantozzi - partita a tennisPer contro, il vuoto va pure riempito in qualche modo, onde poter nascondere la fluttuante incommensurabilità del Nulla, nell’esibizione ridicola della sua inconsistenza. Anche se, alla prova dei fatti, gli effetti rischiano di rivelarsi dei catastrofici déjà-vu da tragico Fantozzi

È lo stesso cretino col risvoltino ai calzoni, che scambia per Il Bombaconsenso l’apatia generale da scoramento. Potendo contare sulla dabbenaggine di masse amorfe, confonde le carnevalate della Leopolda, la buffonata delle “primarie”, le letterine e_mail al premier (variante ‘social’ della posta del duce), per partecipazione (in)diretta di una cittadinanza supina alle seduzioni mediatiche della politica-pop.
Per descrivere una simile imbastitura teatrale, per trovare un corrispondente adeguato, bisognerebbe ricorrere alle narrazioni propagandistiche di regimi assai più longevi, per un’impresa sostanzialmente inutile nella sua improponibilità…
Edoardo Baraldi - La bona solaNon foss’altro per l’impossibilità di trovare riscontri tra il Edoardo Baraldiprognatismo scenico di mascelloni volitivi ed i cascami lipidici di una pappagorgia prominente; tra gli occhietti febbricitanti di qualche caudillo allucinato ed il placido sguardo bovino di un beota all’ingrasso; tra fisici asciutti in esibita tensione muscolare e gli stravaccamenti di un Falstaff da salotto, con la camicia da gelataio sbottonata e inopportunamente dischiusa su un corpo glabro e flaccido dalle bolse parvenze boteriane, con tenuta da coatto
Matteo Renzi - suino da cameraSe non fosse per l’esuberanza prossemica di una faccia da pongo, continuamente aggrovigliata in un crescendo di smorfie imbarazzanti e contorcimenti spastici, l’espressione prevalente sarebbe quella di un cefalo bollito in acqua di governo.
cefaloMa il vero dramma estetico risiede nel fatto che questa macchietta inchiattonita crede davvero di essere bella, nell’irresistibilità del suo fascino strizzato in abiti troppo stretti il Vernacoliereper contenere la pinguedine. In termini di paragone, per somiglianza, al massimo lo si può accostare al farsesco dittatorello nordcoreano, soprattutto per quel che riguarda la cortigiana piaggeria e la servile devozione nelle quali si profondono gli scialbi figuri di contorno, variamente miracolati dalla vicinanza al reuccio di turno e coagulati attorno ai fasti più che fugaci del “nuovismo realizzato” con la sua esibizione ‘decisionista’.
Kim RenziNell’illustrare il fenomeno, misura organica dei nostri tempi nei rigagnoli della post-democrazia, Michele Prospero, ne descrive in dettaglio la sostanza, tracciando le linee guida di una “filosofia politica del presente”, tramite una lettura controcorrente dei processi di crisi in atto all’interno della società italiana da quasi tre decadi.

«L’illusoria ebbrezza della politica pop ridotta a pura comunicazione che addolcisce i contenuti reali (precarietà e licenziabilità come valori assoluti) e una continua messa in scena di una trama fantastica ispirata alla “svolta buona”, induce a trascendere i fatti testardi della crisi con un atteggiamento farsesco che, mentre i segnali di sofferenza aumentano, a ogni istante innesca strategie di fuga in mondi paradisiaci senza più frizioni e contrasti.
[…] Con simulazioni di decisionismo uccide la funzionalità del parlamento, riducendolo a stanca macchina di voti di fiducia e di ratifica di decreti, di cui spesso si smarrisce la via della conversione. La prova di forza su elementi inessenziali e l’indecisionismo sui grandi di nodi di breve e lungo periodo è però il risvolto immancabile del governo del leader che non riesce a dotare di efficacia (e implementazione effettiva) le norme varate sovente con la forzatura dei regolamenti. La legge assume un mero ruolo simbolo, è usata cioè come annuncio o come appariscente (ma inefficace) reazione tempestiva all’allarme sociale creato artificialmente dai media (dalla corruzione all’assenteismo dei vigili). Il decisionismo legislativo altera le fonti normative e tramuta il tempo della normale amministrazione degli eventi in un tempo dell’emergenza continua, che il capo gestisce contrapponendo la incolore parvenza del governo del fare alle farraginose liturgie delle procedure formali.
[…] Il repertorio del leaderismo è vasto, la sostanza è la stessa: un capo e poi il deserto e la solitudine del lavoro. Il potere personale non solo non dura, ma non si trasmette; ogni mutamento del detentore del comando conduce nel vuoto, in una paralizzante attesa

Michele Prospero
“Il nuovismo realizzato.
L’antipolitica dalla Bolognina alla Leopolda”
Edizioni Bordeaux
(2015)

Sui risvolti pratici e l’effettiva incidenza di un simile apparato per la promozione illusoria di un “uomo solo al comando” ovvero, in termini di cabaret, del one man show, basta sollevare il capo dai panegirici declamati in lode al sovrano, perché alla fine della parata…

«La realtà invano accantonata nelle sue più ruvide sembianze si ripresenta. E mostra il volto duro delle sofferenze, delle rabbie ben diverse dalla rassicurante narrazione. Lo scenario edificante, venduto al pubblico da un grigio conformismo mediatico, viene respinto da un principio di realtà che proprio la cruda crisi ridesta ogni volta. La testarda forza delle cose trafigge il vano chiacchiericcio renziano sul futuro, la speranza, la bellezza, il merito. Adesso che la sua favola viene rifiutata perché nella disciplina del lavoro ha il volto della semplificazione di classe. È possibile che dal tonfo del profeta della rottamazione si esca da destra. Urgono credibili lavori di ristrutturazione a sinistra, per non finire sepolti tra le braccia di un populismo ancora più forte di quello dello statista immaginario fiorentino, oppure tra le morse di un asettico commissario che colpisce con la sacra bibbia europea del rigore e dell’austerità.
Per quanto i media abbiano da tempo cucito addosso a Renzi l’abito del sicuro vincitore, le sue mosse corsare e il suo indifferentismo ideale ricalcano i passi di altri leader poi condannati alla sconfitta.
[…] Un chiacchiericcio edificante e un grigio conformismo accompagnano Renzi in ogni spazio di comunicazione. Attraverso narrazioni fiabesche, il leader scavalca ogni spartiacque politico-identitario. In nome della rottamazione, ricusa ogni apprendimento del mestiere della leadership entro delle collaudate strutture di partito. Con il rigetto di ogni analisi specialistica, Renzi decide in nome di fughe multimediali non sorrette da ponderata diagnosi…. Il governo della narrazione azzera la complessità della decisione, con l’improvvisazione celebrata come novità rimuove la lettura delle spiacevoli tendenze macroeconomiche (“l’Italia non sa farsi il selfie”) e si trincera in un mondo fantastico, destinato ad essere ridestato solo dalla catastrofe.
Renzi bici Il corpo che avanza in bici e parla con la camicia bianca, rivendicando il pieno recupero del comando è in gran parte una creatura dei media che, nell’agognata crisi dei partiti, coltivano in laboratorio un nuovo “homo novus” e lo sorreggono come la sola alternativa possibile alla catastrofe incombente.
[…] Il leader solitario che sprezzante dei dati reali annuncia: “a settembre [2015!] ci sarà una ripresa col botto!”. L’apparenza di un movimento celere, che marcia con un crono programma dalle cadenze temporali prefissate (la modesta riforma del senato diventa la miscela miracolosa con la quale “l’Italia guiderà la ripresa in Europa”), urta con il principio di realtà (che agita il fantasma di manovre correttive o di drastici tagli ai servizi pubblici). La crescita non si avverte ancora, le industrie continuano a chiudere o ad essere scalate da capitali stranieri, la crisi ha inghiottito oltre un milione di posti di lavoro, i consumi crollano e mostrano il volto della deflazione, i poveri assoluti, in pochi anni, raddoppiano e superano i 6 milioni, mentre i poveri relativi, incapaci di una vita dignitosa, varcano la soglia dei 10 milioni.
Il renzismo è anche una lotta del politico dell’occasione contro il tempo. La durata non è un’opportunità. È piuttosto un’incertezza che potrebbe sconvolgere la magia della narrazione, con il riaffiorare prepotente di una realtà trascesa e pronta a vendicarsi per il maltrattamento subito da un governante che, che suonando il piffero della velocità e dell’annuncio continuo di misure sempre nuove, credeva di aver messo le brache al riottoso mondo reale….. Accantonato il dilettantesco proposito di varare una grande riforma al mese, egli recupera margini di manovra ampliando la dimensione tempo.
[…] I segnali inquietanti della recessione il premier li batte con la liturgia di un tweet…. Il potere innocuo di un tweet che scorre in un clichè privo di nessi logico formali e su cui però ricamano all’infinito i media conformisti, che lo impongono come un solidissimo fatto…. Si tratta però di semplici annunci che il governo pop butta in circolazione giusto per mantenere un clima incantato, nel quale la crisi sociale non esiste e il pericolo sono solo gli spettri, quelli agitati da una certa ideologia di gufi e rosiconi

Michele Prospero
Il nuovismo realizzato.
L’antipolitica dalla Bolognina alla Leopolda
Edizioni Bordeaux (2015)

La giostrina del circo è sempre in movimento…

Homepage


ROMAGEDDON

$
0
0

Il crollo di Roma

La senatrice Paola Taverna, la My Fair Lady de Tor Bella, in una di quelle inconfondibili esternazioni che contraddistinguono la non-logica del non-partito, denuncia l’esistenza di un “complotto per far vincere il Movimento 5 Stelle” (!?!) alle prossime elezioni comunali di Roma. L’eclatante rivelazione la si può trovare anche QUI. Ed è quanto di meglio la nostra Eliza Doolittle de’Noantri riesce a sfornare, quando non è troppo impegnata a fornire particolari su ciò che a suo dire sembrerebbe riuscirle meglio, mentre si scambia utili suggerimenti su come ottimizzare certi esercizi orali con quell’altra principessina Sissi del partito bestemmia…
Le principessine su twitterLa raffinata senatrice, com’è noto, ha più di qualche problema con la lingua italiana e quindi eventuali fraintendimenti nascono dalla sua evidente difficoltà nel declinare concetti di senso compiuto. Ma che un partito (non definito tale) si presenti con lo scopo implicito di perdere le elezioni, è un obiettivo che non si era mai prefissata nemmeno la mitica Mirella Cece ai tempi gloriosi dei suoi “Teocrati Cristiani Cattolici Ecclesiastici”, riuniti sotto gli stendardi della Lista Sacro Romano Impero Liberale Cattolico.
Lista Sacro Romano Impero Liberale Cattolico di Mirella CeceNella sua psicopatologia della vita quotidiana, Sigmund Freud descrive il “lapsus” come il fenomeno che meglio di ogni altro fornisce gli elementi per interpretare il funzionamento psichico, permettendo di cogliere gli aspetti di una realtà nascosta nelle pieghe dell’inconscio.
Se ci si candida per perdere, ne consegue che l’attività politica del M5S non consiste nel proporsi come alternativa per governare (tanto se ne è incapaci), ma nell’impedire agli altri di farlo per poi gridare allo sfascio, organizzando veri e propri sabotaggi istituzionali, implicitamente finalizzati alla paralisi del Paese in un distopico culto del caos. Così poi Casaleggio può finalmente giocare al cavaliere dell’Apocalisse, travestito da Gengis Khan sopra un cavallino a dondolo, in attesa dell’avvento di Gaia a movimentare le serate malinconiche dell’orsetto Gianroberto…

TEDDY BEAR

E magari “Gaia” fosse il nome d’arte di un’entreneuse! Almeno le “puttanate” avrebbero un qualche risvolto pratico, invece di essere la mitopoiesi politica di un’allucinazione condivisa nei non-luoghi virtuali di un blog, per una militanza a portata di clic, tra banner pubblicitari e prevendite biglietti per i comizi a pagamento del “capo politico”, con gli estremi on line del suo C/C personale per versamenti al “MoVimento”.
Oro al profetaPoi certo bisogna pur far giocare i bambini della setta digitale e dare loro l’impressione di contare qualcosa. Per questo esistono le “comunarie” per la scelta dei candidati, graziosamente concesse agli adepti di stretta osservanza, quelli col bollino cinque stelle in fronte, rigorosamente “certificati” dalla Casaleggio Associati.
E siccome amministrare Roma costituisce ormai un’impresa quasi impossibile, secondo le regole stringenti del moVimento (di mouse), un deficiente vale l’altro nella solita carrellata di casi umani allo sbaraglio. Cosa spinga poi persone apparentemente normali a sottoporsi ad una specie di “confessionale” da Grande Fratello, con imbarazzanti filmini di auto-presentazione da caricare in rete a peritura memoria di una minchioneria senza speranza di redenzione, resta un mistero (buffo?) dove il disagio psicologico si assomma alla prevalenza del cretino iperconnesso nella sua dimensione digitale.
confessione GFDelle candidature, ovvero (per meglio dire) delle caricature a 5 patacche, girano ormai da tempo dei cammei dedicati con le selezioni più rappresentative di questi scampoli di “società civile” strappati al giusto anonimato delle loro esistenze.

La selezione completa dei fenomeni la trovate naturalmente QUI, fintanto che non verranno (purtroppo!) rimossi. Se possibile, il resto degli aspiranti “portavoce” è persino peggio, in questa variante paraolimpica di giochi senza frontiere per eleggere il più grullo nel marchesato del Grillo. Sorvolando sul professore negazionista, a dimostrazione del degrado culturale in cui versano gli atenei italiani e di come una laurea non costituisca un antidoto all’idiozia, nello scorrere i profili si nota subito una interessante preponderanza di ex militari e forzati dell’ordine, un nutrito pattuglione di dipendenti provenienti da quel modello di efficienza e valorizzazione “meritocratica” che è Alitalia, molti impiegati comunali, insieme ad una marea di imprenditori (“gestisco un punto vendita tabacchi“), dirigenti e manager (o sedicenti tali), palesemente a disagio davanti ad una webcam, quando non in aperta difficoltà, che si presentano in un profluvio di banalità, frasi fatte, desolanti ovvietà, e qualche sbrodolamento narcisistico di chi evidentemente sopravvaluta di molto la propria importanza. Partono tutti più o meno bene, ma poi collassano subito dopo il primo paio di battute (il pezzo forte del copione).
C’è quello che si impappina dopo appena 20 secondi…

C’è l’ex consigliere che si vorrebbe ricandidare percambiare la città, perché il cambiamento è insito nel movimento… ehhh perché ognuno di noi ci assomigliamo per questa idea di cambiamento… per ehhhh portare avanti questo progetto del cambiamento (!!). Effetto Ecce Bombo assicurato (faccio cose.. vedo gente)…

C’è l’altro talmente imbarazzato e contrito, a tal punto da farsi venire l’orticaria in piena presentazione, stringendosi sempre più nelle spalle e nascondendosi il viso.

C’è l’attiVista, nato a Rrrroma che vive a Rrrroma e si candida per Rrrroma, perché fa la donazione del sangue (anche chi scrive, ma non per questo..), perché ha partecipato a tante attività territoriali pulendo strade abbandonate (che per l’appunto in quanto abbandonate non vengono pulite) e perché, testuale, ha un progetto “per la trasformazione degli fritti e olio in scatola(tonno) per la trasformazione in saponette”.

Eppoi c’è lui, il nostro preferito in assoluto: Renato Borgognoni, imprenditore, manager, consulente, inventore a tempo perso, ma soprattutto “tirchio”. In realtà è sublime!

Poi c’è quello che ovviamente non tollera più il degrado evidente alla luce di tutti quanti ed opera nella piena consapevolezza della competenze maturate come funzionario pubblico (è geometra!) che lo hanno portato a conoscere i livelli istituzionali ed il funzionamento della pubblica amministrazione. Modesto!

Ma c’è anche la candidata che dinanzi a tanta tensione dialettica, con la voce tremante, riesce a trattenere a stento una crisi di pianto.

Per ritornare al lapsus originale della senatrice Taverna, il vero dramma (per la città) sarebbe fargliele vincere davvero le elezioni. Altro che “complotto”!
Se non si trattasse di gente mediamente ricompresa in un arco di età dai 40 ai 60 anni, ricordano quei vecchi spot con nugoli di ragazzini ai quali viene chiesto cosa vogliano fare da grandi, ricevendone le risposte più strampalate. E purtroppo per loro, questi sono fin troppo cresciutelli..!

Insomma, a ben vedere, ce n’è davvero per tutti i gusti…

«Il non-partito di Grillo cerca di aggregare un movimento di protesta radicale che accoglie sotto il mito della ribellione intransigente tutte le infinite microfisiche della rivolta che con la crisi si erano accese in ogni angolo della penisola de-industrializzata. Il non-partito dei “cittadini punto e basta”, l’apriscatole che con un semplice click esclude ogni delega politica nelle arcane istituzioni della rappresentanza, deve in realtà accettare supinamente le strategie delle alleanze che nessuno ha discusso prima oppure rassegnarsi ad uscire dal gruppo. Il movimento della iperdemocrazia, che tutto riconduce ad infinite pratiche dialogiche, in cui “uno vale uno” ed i tempi biblici della consultazione scacciano l’onore di ogni decisione controversa, ha delle zone oscure. Che prende le decisioni rilevanti è sempre il capo, sottratto allo sguardo indiscreto di tutti gli altri soci. Il capo vale molto più di uno, le sue mosse sono imponderabili e non richiedono nessuna trasparenza. Le scelte cruciali (come in tutti i poteri tradizionali, le organizzazioni, le imprese, le burocrazie, le gerarchie civili e religiose) sono dettate da mere ragioni di opportunità, di urgenza, di discrezionalità, di arbitrio. La illusoria trasparenza della rete, che nelle pratiche di demagogia virtuale auspica la necessaria soppressione dei partiti, convive con l’opacità del comando in centri privati inestricabili e sottratti a ogni pubblica visibilità. Come nei vecchi organismi di comando verticale, anche nei nuovissimi poteri falsamente orizzontali che decide in ultima istanza può trascendere ogni collegialità, ogni confronto, ogni dialogo, ogni giustificazione, ogni critica. Il capo decide senza motivi discutibili in pubblico. Ogni suo post va solo eseguito. Nessuno può valutare le ragioni e gli scopi di un suo monologo. Solo un analista ingenuo può pensare che la sostanza del non-partito grillino sia nelle singole proposte emerse in un comizio spettacolo, molte delle quali così generiche da acchiappare il consenso di tutti, nella sensazione di partecipazione all’evento con un semplice atto di cliccare un nome.
megafono[…] Toccare il volere del capo, contraddire il suo desiderio ultimo, significa annullare il movimento che si troverebbe all’improvviso senza più simbolo, nome, ragione costitutiva. Il fondamento del tutto regressivo del non-partito della purezza etica esibita in piazza risiede proprio qui, nel suo carattere di ultima istanza privato-proprietario che rende insignificante e sgradita l’opinione dissonante. Con il suo marketing dello sdegno assoluto e dei processi via blog, il movimento attira in modo strutturale pulsioni di estrema destra e di estrema sinistra, a conferma dello stato confusionale delle culture che accompagnano le dure congiunture della crisi italiana.
[…] La strategia dell’antipolitica postula la contestazione delle elite, che si ritrovano di colpo delegittimate in nome del ‘nuovo’ che non accetta alcuno spirito di compromesso. Il nuovismo che contrappone un genuino principio meritocratico a un ammuffito criterio partitocratico di solito apre le danze, mobilitando chi invoca degli spazi di agire sociali liberati dagli apparati logori della casta. Poi però compare chi propone di chiudere le operazioni con l’esibizione muscolare del populismo trionfante che celebra la riscoperta di arcane pratiche di dominio personale

Michele Prospero
“Il nuovismo realizzato”
Edizioni Bordeaux (2015)

Homepage


L’uomo che sapeva tutto

$
0
0

eco

Se fosse possibile racchiudere tutta la conoscenza in una coppa, Umberto Eco sarebbe stato il Santo Graal, con la vastità enciclopedica di un’erudizione che trascendeva lo scibile nella totalità della sua dimensione umanistica, per farsi corpo vivo di una narrazione fluida e poliedrica; con incursioni culturali e sperimentazioni sempre nuove, nel dinamismo costante di una ricerca che sapeva proiettarsi fuori dai paludati schemi accademici, per sperimentare forme interpretative ogni volta originali, senza mai porsi limiti di sorta in questa sua introspezione del reale. Intellettuale puro, non è esistito ambito in cui il Professore alessandrino non abbia lasciato il segno col suo contributo fondamentale, dalle tecniche del linguaggio all’investigazione storica, dalla Semiotica alla Scolastica, dall’estetica medioevale alla cultura popolare di massa, e una passione per i fumetti… in un profluvio di pubblicazioni capaci di coniugare il più serio rigore metodologico agli argomenti ed ai contesti solo in apparenza più frivoli, con l’irriverenza eterodossa di colui che coltivava il gusto del paradosso attraverso gli irrituali di un’ironia dalle venature satiriche ora grottesche, per arrivare a valutazioni serissime e mai prevedibili nelle conclusioni niente affatto scontate. Non vi è studio, ricerca sociale, o analisi politica, che in qualche modo non si richiami all’opera di Umberto Eco ed al suo eccezionale contributo, quale miglior interprete della confusione del tempo presente.
Umberto Eco - Opere (1)Umberto Eco - Opere (2)Umberto Eco - Opere (3)Umberto Eco - Opere (4)Umberto Eco - Opere (17)Umberto Eco - Opere (10)Umberto Eco - Opere (26)Umberto Eco - Opere (14)Umberto Eco - Opere (5)Umberto Eco - Opere (6)Umberto Eco - Opere (7)Umberto Eco - Opere (9)Umberto Eco - Opere (8)Umberto Eco - Opere (11)Umberto Eco - Opere (12)Umberto Eco - Opere (13)Umberto Eco - Opere (15)Umberto Eco - Opere (16)Umberto Eco - Opere (18)Umberto Eco - Opere (19)Umberto Eco - Opere (25)Umberto Eco - Opere (20)Umberto Eco - Opere (22)Umberto Eco - Opere (23)Umberto Eco - Opere (24)imagesSoprattutto, il Professore era uno dei pochissimi scrittori contemporanei dei quali valeva davvero la pena leggere i romanzi: capolavori letterari forse tra i più venduti e di rimando pure tra i meno letti dal grande pubblico. Né si era fatto problemi ad infrangere i dettami commerciali di un mondo editoriale, dove invece le trame stereotipate si ripetono tutte uguali con personaggi serializzati nella stucchevolezza di una prosa minimale.
In un florilegio di storie ad incastro, cammei e citazioni colte, richiami eruditi e rimandi fantastici, sapeva costruire con pazienza ed ironia un perfetto gioco di specchi capace di incantare il lettore più esigente nel fascino sublime delle sue invenzioni, giocando coi cliché e facendosi gran beffe delle ossessioni di quella sindrome complottista che agita i sogni inquieti dell’Ur-fascismo nelle sue mutevoli declinazioni.
Umberto EcoAd 80 anni belli e compiuti, e sublimemente portati, Umberto Eco aveva ancora la forza di mettersi in gioco con nuovi progetti culturali ed incursioni nel mondo dei mass media, mostrando una peculiare attenzione all’universo delle nuove tecnologie con le loro appendici ‘social’, dal “fenomeno twitter” con la sua “natura leggermente onanistica“, alla “invasione degli imbecilli” ai quali i social media hanno dato lo stesso diritto di parola (e di credibilità) di un Premio Nobel.
Lapalissiana constatazione di una realtà di fatto, che è stata subito accolta dagli strepiti dei diretti interessati, le “legioni di imbecilli” digitali, che confermandosi per ciò che appaiono, ne hanno subito fatto l’oggetto masturbatorio di isterismi collettivi dalla piccata indignazione, a riprova che ancora una volta il vecchio Professore aveva perfettamente colto nel segno.
Umberto EcoSenza l’acume satirico e la sua straordinaria cultura, con la morte di Umberto Eco, il mondo sarà un posto più vuoto. E sicuramente più ignorante!
Scomparso l’uomo, resta la leggenda.

Homepage



ROMAGEDDON (II) – La Fatina

$
0
0

SHAIYA-ET-ETAINE

Quanto sono strani i casi della vita…
Casaleggio Gianroby Casaleggio, l’allucinato Dr. Terwilliger che vive in dissociazione permanente nel regno immaginario di Gaia, voleva Virginia Raggi come candidata a sindaco di Roma e (guarda un po’ le coincidenze!) proprio la Lily Evans a cinque stelle si è aggiudicata l’investitura ufficiale, risultando la più cliccata dai followers della setta digitale.
Master of the Roleplay by NevuelaDell’aspirante papessa, i Romani non s’erano mai accorti prima. Né questa s’era fatta notare nella sua irrilevante evanescenza, più di quanto non fosse stata percepita l’ectoplasmatica Marcello De Vitopresenza di quel Marcello De Vito, già portasilenzio a cinque patacche nell’ultima tornata elettorale; nonostante entrambi abbiano trascorso gli ultimi due anni parcheggiati all’assemblea capitolina, aleggiando eterei nel limbo incontaminato dell’immacolata purezza, senza peraltro avere il minimo sentore degli scandali pecorecci che si vorrebbero far credere “Mafia Capitale”.
Virginia Raggi Classe 1978, telegenica quanto basta, con un curriculum a dir poco inconsistente da rivenditore di fuffa usata, la fatina grullina è però un’adepta di stretta osservanza, fedelissima al principio del Capo di cui è la protesi proiettata in Campidoglio per interposto ologramma. È la faccina pulita che piace ai grandi media (rigorosamente mainstream). Le agiografie già la descrivono come una “personalità forte”, sarà per questo che non muove un passo fuori dall’aurea di Gianroberto Casaleggio ed è entrata nel MoVimento a marzo del 2011, trascinata da mio marito che aveva già le idee molto più chiare delle mie.
Hello KittyPer il resto, è inutile cercare segni tangibili della sua presenza nella precedente esperienza di consigliere comunale, leggiadramente fluttuante tra le commissioni “Cultura”, “Scuola”, “Lavoro”, “Salute”, per le “politiche giovanili e sociali”, nonché “riforme istituzionali” di Roma Capitale. La somma dei suoi contributi e del suo fondamentale apporto è presto fatta: zero o poco più. E dinanzi all’evidenza non c’è lagna che tenga.
LagnaPerché se Roma è una “città stuprata dalla cattiva politica”, la frigidità contemplativa di una non-politica consacrata al voto di castità è forse persino peggiore della “cattiva politica”, che viene praticata indisturbata tra i baloccamenti in streaming di impotenti guardoni.
Milo Manara - Frine e PrassitelePer contro, lo “stupro di Roma” si è consumato praticamente indisturbato sotto gli occhi di questi cristallini custodi della trasparenza e della legalità, troppo impegnati a rimirarsi il proprio ombelico incontaminato da non accorgersi di nulla. Sordi oltre che ciechi, tanto da apprendere dalla lettura dei giornali, a fattaccio avvenuto, ciò che era assolutamente evidente ad osservatori abbastanza smaliziati e con un minimo di conoscenza della città. Nel nostro piccolissimo, noi certe cose le andiamo pubblicando dal lontano 2009 e senza tanti sbrodolamenti.  

Fall of Rome by Kanthesis

Non cercate una qualche tensione ideale che non sia mera recitazione, nella parole dell’immacolata madonnina dei pentastellati, perché semplicemente non la troverete; nell’abilità di affermare tutto ed il contrario di tutto, per niente dire nell’indefinitezza degli argomenti e ovunque pescare a fini elettorali. Sempre che non affoghiate prima in uno tsunami di stucchevoli banalità, risucchiati nel gorgo delle solite frasette fatte, buone per tutte le circostanze.

WCENTER 0TQCBJSAEM Paolo Rizzo Ag.Toiati Presentazione candidati del M5S elezioni Sindaco di Roma, Virginia Raggi Paolo Rizzo/Ag.Toiati

Nella neo-lingua del bispensiero ensifero, la coerenza logica delle proprie allocuzioni retoriche costituisce davvero l’ultima delle preoccupazioni. Perciò non curatevi troppo delle sue affermazioni. Per assurdo, può dirvi con lo stesso disarmante candore che è vegetariana, ma che le fanno schifo le verdure; che è vegana ma adora la porchetta, che ama gli animali ma è iscritta all’ArciCaccia… Nel concreto, vi dirà che non ha mai lavorato per gli “avvocati di Berlusconi” e che querelerà senza indugio chiunque osi affermare una simile falsità, salvo confessare placidamente che al massimo lei ha fatto praticantato nello studio forense di Cesare Previti, fascistone verace ed ombra nerissima del Cavaliere, recordman di condanne in giudicato con interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Silvone e CesaroneLa Fatina è fatta così. Per annunciare la sua personale ‘discesa in campo’ usa la location delle grandi occasioni (l’Associazione Stampa Estera) in format minimalista e didimi ai lati, con due anonimi Mimì e Cocò ad interpretare la parte dei “cittadini romani” (!?).
RaggiA proposito di traffico e mobilità all’interno del tessuto urbano, al netto delle immancabili stronzate da eco-fricchettone sul car sharing, le piste ciclabili, e le automobiline elettriche:

“Bisogna rilanciare la mobilità pubblica e usare il buon senso. Servono più mezzi pubblici, non è più possibile tagliare le linee, soprattutto nelle periferie.”

fattoneMa dai?!? Non ci aveva mai pensato nessuno!

“Siamo contrari agli sprechi delle grandi opere ma dobbiamo affrontare la questione della Metro C. Di certo arriverà a Colosseo ma poi vedremo cosa fare.”

surpriseColosseo che si trova in pieno centro storico. E se non incrementi le tratte della metropolitana, non si capisce bene come potenziare i collegamenti del trasporto pubblico con la periferia. Ma vabbé! Inutile pretendere troppo. E giù via giugulando castronerie a piè sospinto…

grillino-intelligente-300x300

No alla speculazione edilizia… Sì allo stadio per la Roma e pure per la Lazio
No alle Olimpiadi. Sì alle Olimpiadi. Perché se questa città dovesse risorgere delle sue miserie, e darci fiducia, potrebbe anche essere che nel 2024 Roma sia pronta a gestire Olimpiadi pulite.” Ai posteri l’ardua sentenza.

olimpiadi

Eppoi naturalmente, come richiede ogni must di sicuro successo che tenga conto della pancia degli elettori, c’è l’immancabile questione degli “zingari”:

Ikusaba Mukuru - by Hatoko«Sono un’emergenza che dura da 20 anni. Ogni anno si spendono 24 milioni per mantenerli in situazione di degrado e per mantenere persone che potrebbero lavorare. Il superamento dei campi rom quindi non è più rinviabile. Queste persone hanno gli stessi doveri e gli stessi diritti di tutti. Non è accettabile mantenere persone che possono lavorare

Qui emerge tutta l’insipienza piccolo-borghese e la dabbenaggine perbenista della ‘pariolina’ improvvisata, che si cimenta in questioni più grandi di lei e che minimamente conosce, con una frase che rivela tutta la caratura politica della già consigliera della Commissione Lavoro e Politiche sociali: “mantenere persone che possono lavorare”
Ci spieghi di grazia, in virtù della sua altissima esperienza istituzionale, quante persone o aziende l’onorevolissima Raggi conosce che siano disposte ad assumere uno zingaro, in una città come Roma con tassi di disoccupazione al 16% (superiori alla media nazionale), per quasi 200.000 persone che “possono” (e soprattutto vogliono) lavorare, ma che quasi mai riescono a trovare un qualsivoglia impiego, nell’assoluta assenza di offerta e di servizi per l’inserimento occupazionale.
A proposito dell’annoso tema del lavoro, la portavoce sindaco è avvocato civilista:

Ohhhhh«Lavoro in uno Studio Legale Associato occupandomi di diritto civile, giudiziale e stragiudiziale ed, in particolare, di diritto d’autore, di proprietà intellettuale e nuove tecnologie.
Ho pubblicato alcuni articoli e note a sentenza sulla rivista “Diritto dell’Informazione e dell’Informatica” sui temi del format, del messaggio pubblicitario autoprodotto, del software open-source, del filtering, ecc. Dal 2007 sono stata nominata Cultore della Materia presso l’Università degli Studi di Roma “Foro Italico”

Nel mondo fatato di Virginia tutto scorre perfetto come un lungo fiume tranquillo, dove i cromatismi hanno solo due colori (il bianco ed il nero), mentre i concetti sono semplici nella loro elementare perfezione di ragazzina privilegiata e oramai troppo cresciuta, per continuare a simulare una (finta) ingenuità da bambina con troppo tempo libero (e soldi) a disposizione, che scambia le sue cazzatine da eco-minimalismo radical-chic per “impegno sociale”.

«Dal 2008 sono entrata, con Andrea, nel fantastico mondo dei G.A.S. (Gruppi di Acquisto Solidale), iniziando a creare un certo “scompiglio” all’interno delle nostre rispettive famiglie che hanno capito di avere a che fare con persone non proprio “allineate”. L’esperienza ci è piaciuta a tal punto che siamo diventati entrambi referenti di produttori e nel 2011 con altri membri dello storico Punto G.A.S. Prati, abbiamo dato vita ad un nuovo gruppo nel quartiere Monte Mario Trionfale dall’evocativo nome: G.A.S. RivoluzioMario.
[…] Sin da quando ero piccola i miei illuminati genitori mi hanno iscritto al CISV (Children International Summer Villages) un’organizzazione internazionale che si pone l’ambizioso obiettivo di promuovere la pace nel mondo attraverso la conoscenza diretta degli “altri”: sono partita per luoghi più o meno lontani facendo scambi con bambini e ragazzi di altre nazioni ed andando in villaggi multietnici, multiculturali e, soprattutto, multi-sorrisi dove ho affinato la curiosità per la vita e le molteplici diversità che ci rendono unici.
[…] Abbiamo dato vita al progetto “raccolta degli olii vegetali esausti”, abbiamo creato una lista di negozi ed esercizi commerciali che vendono prodotti alla spina, abbiamo pulito parchi e costruito compostiere, abbiamo dato vita all’evento “Notte di mezza estate al Pineto” avviando una collaborazione con l’Associazione il Pineto, abbiamo partecipato ad alcuni progetti con i Comitati di Quartiere della nostra zona, abbiamo iniziato alcuni membri del MoVimento all’esperienza del G.A.S. e, per reciprocità, abbiamo coinvolto alcuni membri del neonato G.A.S. RivoluzioMario e del Comitato Ottavia e Lucchina all’interno del MoVimento, abbiamo proposto e realizzato acquisti collettivi di agrumi e caffè equo-solidale, ecc.. Prima della creazione dei Tavoli di Lavoro, seguivo il progetto Funivia Urbana e Modifiche al vecchio Regolamento, poi ho partecipato al gruppo Tavolo di Lavoro “Studio del Testo Unico” e “Candidature” sino all’inizio dell’estate 2012 quando, per motivi personali, ho rallentato l’attività.
balle di fieno[…] Oltre ai soliti lavoretti che si fanno durante gli studi (baby-sitter, cameriera, ecc.) durante gli ultimi anni dell’università ho svolto attività di volontariato all’interno di alcuni canili municipali di Roma (Casa Luca, Muratella e Porta Portese) ove ho anche affiancato i minorenni durante il periodo di “sospensione della pena con messa alla prova”

Ma annate affanculo!In quanto a “Sogni e Considerazioni”, nel curriculum vitae della Fatina si possono trovare anche altre perle di questa entità:

«Da quando sono diventata mamma i miei sogni sono piuttosto precisi: desidero fortemente un mondo migliore per mio figlio, dove migliore significhi rispettoso della persona e dell’ambiente, prima di tutto. Trovo molto stimolante aiutare la creazione di sinergie tra le persone e veder nascere idee e progetti: il MoVimento, in questo senso, è straordinario

Roba che manco nei quadernini di Hello Kitty!
hellokitty_cmpSe la Fatina dovesse mai diventare sindaco di Roma, avremo la certezza di un nuovo ritorno al voto dopo 180 giorni, con i primi 5 mesi dalle elezioni verranno spesi per decidere la non-giunta con le consultazioni on line della setta in una Capitale paralizzata. Abbastanza per schiantare definitivamente la città.

Homepage


(84) Cazzata o Stronzata?

$
0
0

Classifica FEBBRAIO 2016”

Come dare di tuo figlio un coglione Fortuna che ci sono i bimbetti scemi della Setta del Grullo, a movimentare la scena con le loro masturbazioni collettive in condizione di impotenza. Altrimenti non ci resterebbero altro, se non le roboanti palle menate in giro da quell’inesauribile bombarda caricata a fuffa e propaganda, che va fanfaroneggiando nella logorroica esibizione di se medesimo: il Nulla col grasso tutto attorno, ribollito in un calderone di ottimismo riscaldato.
Suino che rideTra la piccionaia a cinque patacche, le fumanti cloache della destra vecchia e nuova dall’indistinta confluenza di liquami percolanti nel partito bestemmia, o questa petulante macchietta che parla come una parodia di Federico Moccia abborracciata nel grondante compiacimento del proprio narcisismo patologico, l’unica opzione possibile risiede nel privilegio di non dover scegliere.
Per il resto, il mese delle febbri si è consumato in fretta sulla questione delle cosiddette “unioni civili” e di quell’altro brutto inglesismo che va sotto il nome di “stepchild adoption”. Ovviamente, anche in questa occasione, gli indegni rappresentanti del popolo supino sono riusciti a dare il peggio di loro stessi, con una menzione speciale agli sfinteri parlanti della reazione fascio-clericale, per il livello di volgarità e di squallore, difficilmente eguagliabile e persino superiore agli standard pure consueti di quella ributtante fogna a cielo aperto che in Italia si fa chiamare “centrodestra”:

salmone“Le coppie gay disporranno di un kit, forse utile anche per riprodurre salmoni nella vasca da bagno: gli strizzi via lo sperma, lo mescoli con la broda delle uova ed ecco lo step-Salmon.”
  Paolo Guzzanti
  (29/01/16)

rogo“Se avessi un figlio omosessuale, lo brucerei nel forno!”
  Giovanni De Paoli
  (10/02/16)

E via declinando di questo passo.
Invece, dalle parti di Gaia, la legge sulle unioni civili a Gianroberto Casaleggio non piaceva. Quindi in qualche modo andava affossata. E se non poteva essere usata per scatenare una guerriglia parlamentare contro gli odiati “piddini”, trasformando la votazione su ogni singolo emendamento, pallottoliere alla mano, in una trappola per testare la maggioranza di governo (così poi si possono innescare gli inutili siparietti ad uso streaming per galvanizzare i followers della setta: dimissioni! dimissioni!) e buttarla nella solita caciara… Coglionitanto valeva sfruttare la questione nel più spregiudicato cinismo, col tentativo di innescare la deflagrazione interna tra le varie anime di governo, facendo mancare quel sostegno alla legge garantito e spergiurato fino al giorno prima per mero calcolo di bottega.
Ovviamente perché questi difensori delle prerogative parlamentari e custodi del più rigoroso formalismo istituzionale, di cui hanno dato così tante volte algida dimostrazione, nella loro sensibilità costituzionale, considerano inderogabile l’ammissione di qualunque emendamento fabbricato in copia da un generatore automatico. Altrimenti, come spiegare l’apporto di così fondamentali integrazioni al testo?!?
Col contributo dei suoi degni colleghi, il senatore Carlo Giovanardi è sicuramente uno dei più prolifici:

Sostituire l’articolo con il seguente: «Art. 3. – 1. La parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso (purché non transessuali) è indissolubilmente legato affettivamente (con obbligo di fedeltà) per almeno venti anni all’altra parte e non è equiparata ed equiparabile al coniuge della famiglia»
…per almeno diciannove anni all’altra parte e non è equiparata ed equiparabile al coniuge della famiglia»
…per almeno diciassette anni all’altra parte e non è equiparata ed equiparabile al coniuge della famiglia»
…per almeno sedici anni all’altra parte e non è equiparata ed equiparabile al coniuge della famiglia»
…per almeno quindici anni all’altra parte e non è equiparata ed equiparabile al coniuge della famiglia»
…per almeno quattordici anni all’altra parte e non è equiparata ed equiparabile al coniuge della famiglia»
…per almeno tredici anni all’altra parte e non è equiparata ed equiparabile al coniuge della famiglia»
…per almeno dodici anni all’altra parte e non è equiparata ed equiparabile al coniuge della famiglia»
…per almeno undici anni all’altra parte e non è equiparata ed equiparabile al coniuge della famiglia»
…per almeno dieci anni all’altra parte e non è equiparata ed equiparabile al coniuge della famiglia»
…per almeno nove anni all’altra parte e non è equiparata ed equiparabile al coniuge della famiglia»
…per almeno otto anni all’altra parte e non è equiparata ed equiparabile al coniuge della famiglia»
…per almeno sette anni all’altra parte e non è equiparata ed equiparabile al coniuge della famiglia»
…per almeno sei anni all’altra parte e non è equiparata ed equiparabile al coniuge della famiglia»
…per almeno quattro anni all’altra parte e non è equiparata ed equiparabile al coniuge della famiglia»
…per almeno tre anni all’altra parte e non è equiparata ed equiparabile al coniuge della famiglia»
…per almeno due anni all’altra parte e non è equiparata ed equiparabile al coniuge della famiglia»

Sostituire il comma 1 con il seguente:
«1. Due o più persone dello stesso sesso costituiscono un’unione civile mediante dichiarazione di fronte al Sindaco di Roma ed alla presenza di due testimoni».
1. Due persone dello stesso sesso costituiscono un’unione civile mediante dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile ed alla presenza di dieci testimoni.».
«1. Due persone dello stesso sesso costituiscono un’unione civile mediante dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile ed alla presenza di due testimoni.».
«1. Due o più persone dello stesso sesso costituiscono un’unione civile mediante dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile ed alla presenza di dieci testimoni.».
«1. Due o tre persone dello stesso sesso costituiscono un’unione civile mediante dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile ed alla presenza di due testimoni.».
«1. Due o più persone dello stesso sesso costituiscono un’unione civile mediante dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile ed alla presenza di due testimoni.»

Il comma 1 è sostituto dal seguente:
«Due persone dello stesso sesso (anche di derivazione transessuale) costituiscono un’amicizia civilmente fondante quando dichiarano di voler (esclusivamente per interessi altamente meritevoli di riconoscimento da parte dell’ordinamento nazionale) fondare tale unione di fronte …all’ufficiale di stato civile
…al Prefetto
…al Questore
…al Comandante dei Vigili Urbani

Particolarmente fantasioso è anche il biondo Lucio Malan:

Al comma 1, sostituire la parola: «mediante» con le seguenti: «senza».
Al comma 1, dopo la parola: «mediante» inserire le seguenti: «messaggio di posta elettronica, fax o sms, sostitutivi di»
Al comma 1, sopprimere le parole: «dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile ed alla».
Al comma 1, sostituire la parola: «dichiarazione» con le seguenti: «esibizione della documentazione di costituzione di società».

Sostituire le parole: «un’unione civile», con le seguenti: «un’unione renziana».

Al comma 1, dopo la parola: «dichiarazione» inserire le seguenti: «avvenuta costituzione di società economica».
Al comma 1, dopo la parola: «dichiarazione» aggiungere la parola: «contestuale».
Al comma,1, sopprimere le parole: «di fronte all’ufficiale di stato civile ed alla presenza».
Al comma 1, dopo le parole: «mediante dichiarazione», sostituire la parola: «di» con le seguenti. «autenticata di avvenuta costituzione di società economica».
Al comma 1, dopo le parole: «dichiarazione di» inserire le seguenti: «gestione comune di un domicilio».
Al comma 1, sopprimere le parole: «fronte all’ufficiale di stato civile ed alla presenza di».
Al comma 1, sostituire le parole: «all’ufficiale di» con le seguenti: «a un funzionario dell’agenzia delle entrate di qualunque».
Al comma 1, sostituire la parola: «ufficiale» con le seguenti: «impiegato che non sia».
Al comma 1, dopo la parola: «ufficiale» inserire la seguente: «non»
Al comma 1, sopprimere le parole: «di stato».
Al comma 1, sostituire la parola: «stato civile» con le seguenti: «guardia di finanza».
Al comma 1, dopo la parola: «stato» inserire le seguenti: «improntato alla supremazia della legge e che sia».
Al comma 1, sopprimere le parole da: «civile» al termine del comma.
Al comma l, sostituire la parola: «civile» con la seguente: «estero».

In quanto alla durata delle “unioni civili”:

GIOVANARDI, D’ASCOLA, ALBERTINI, MARINELLO, FORMIGONI
1-bis. Si definisce unione civile tra persone dello stesso sesso quella forma di convivenza fra due persone, legate da vincoli affettivi ed economici,
che duri stabilmente da almeno dieci anni e sei mesi
che duri stabilmente da almeno dieci anni e sei mesi
che duri stabilmente da almeno nove anni e sei mesi
che duri stabilmente da almeno nove anni e sei mesi
che duri stabilmente da almeno otto anni e sei mesi
che duri stabilmente da almeno sette anni e sei mesi
che duri stabilmente da almeno sei anni e sei mesi
che duri stabilmente da almeno cinque anni e sei mesi
che duri stabilmente da almeno quattro anni e sei mesi
che duri stabilmente da almeno tre anni e sei mesi
che duri stabilmente da almeno due anni e sei mesi
che duri stabilmente da almeno uno anno e sei mesi
che duri stabilmente da almeno un anno.

L’intera collezione la trovata QUI (a proposito di “patto tra galantuomini”). Sono oltre 500 e la loro finalità, nonché utilità, è fin troppo chiara. Ed hanno tutti lo stesso identico tenore, nella loro replicabilità in serie.
Sono emendamenti irrinunciabili, coerenti nei contenuti e nella sostanza, dai quali davvero non si poteva prescindere, senza il rischio di incorrere in un “colpo di stato soffice”, secondo la propensione tutta pentastellata di vedere “golpettini” ovunque nelle modalità più improbabili. E certo per il M5S ed il senatore Airola si trattava di una “battaglia di democrazia”. Ma và a caghér!

Hit Parade del mese:

01 - Coglione del mese01. FENOMENI VIRALI

[22 Feb.] «Il 22 dicembre inaugureremo la Salerno – Reggio Calabria »
  (Matteo Renzi, il Bomba)

Piccione02. DELIRIO ANIMALARO

[29 Feb.] «Il fatto che un cuoco vada in tv a presentare un piatto a base di carne di piccione che è un animale protetto dalla legge nazionale ed europea rappresenta un reato penalmente rilevante, che non potevamo far finta di non vedere. Per questo motivo proprio oggi ho firmato ed inviato la denuncia contro il signor Carlo Cracco alla procura di Milano per violazione della legge nazione di tutela della fauna selvatica e della direttiva europea 147/2009 e per istigazione a delinquere avendo lo stesso con la diffusione di tale filmato criminoso istigato altri cittadini a compiere tali crimini in violazione delle normative europee e nazionali a tutela della fauna selvatica.»
(Lorenzo Croce, uno dei troppi)

scie chimiche03. STRISCE CHIMICHE

[23 Feb.] «Mi meraviglio di come l’Italia si stia lasciando avvelenare dalle scie chimiche. Era un paese meraviglioso!»
(Romina Power, l’Intossicata)

Parodie-petaloso-204. PETALOSO

[05 Feb.] «Un bambino di 8 anni, assieme alla sua maestra, ha scritto una lettera all’Accademia della Crusca dopo aver coniato la parola ‘petaloso’: bene, l’Accademia della Crusca ha ritenuto questa parola meritevole del vocabolario italiano. Ecco, questo progetto per il post Expo, è un progetto petaloso»
(Matteo Renzi, Minchioloso)

Guido Bertolaso05. A VOLTE RITORNANO…

[23 Feb.] «Toglieremo i cassonetti, così eviteremo che i rom rovistino. È uno dei modi per combattere le situazioni di illegalità.»
(Guido Bertolaso, l’Uomo con la tuta)

cenacolo06. DI SICURO SI TROVA A MILANO

[20 Feb.] «Il Cenacolo di Leonardo? Non è a Firenze, ma di sicuro è in Toscana.»
(Dario Nardella, il Napofiorentino sindaco)

Federico Moccia07. UNIONI CIVILI (I): Ha vinto Bagnasco.

[25 Feb.] «La giornata di oggi resterà nella cronaca di questa legislatura. E nella storia del nostro Paese. Abbiamo legato la permanenza in vita del Governo a una battaglia per i diritti, mettendo la fiducia. Non era accaduto prima, non è stato facile adesso. Ma era giusto farlo. Leggo critiche, accuse, insulti. Rispetto tutti e ciascuno, dal profondo del cuore. Ma quel che conta è che stasera tanti cittadini italiani si sentiranno meno soli, più comunità. Ha vinto la speranza contro la paura. Ha vinto il coraggio contro la discriminazione. Ha vinto l’amore.»
(Matteo Renzi, il Moccialoso)

Taverna08. UNIONI CIVILI (II): Avrete la legge, ma anche no.

[17 Feb.] «Avrete questa legge, anzi l’avremo, perché oggi ho un indirizzo sessuale, magari domani ne ho un altro»
(Paola Taverna, l’Ostessa 5 stelle)

Di Battista09. GOLPETTINO SOFT

[29 Feb.] «Il Senato non ha votato il ddl Cirinnà, gli è stato impedito di votare, siamo al limite del colpo di Stato soffice»
(Alessandro Di Battista, il Sofficino)

Airola 210. DDL CIRINNA’: Fraintendimenti

[15 Feb.] «Ok, stasera il mio gruppo di lavoro sul tuo ddl ha raggiunto ufficiosamente l’accordo di votare il Marcucci sia integro che spacchettato. Ovviamente mancheranno 2-3 nostri sulla lettera F, sulla step, ma gli altri ci sono. Domattina abbiamo la riunione di gruppo che ratificherà la decisione. Fino ad allora tienitelo per te, mi raccomando, poi domattina lo diremo noi ufficialmente.»
(Alberto Airola, alla sera)

Airola10.bis DDL CIRINNA’: Chiarimenti

[17 Feb.] «Voglio fare chiarezza sullo scambio di messaggi che io stesso ho avuto con la senatrice Monica Cirinnà e che il Pd sta utilizzando come pretesto per accusare di inaffidabilità il Movimento 5 Stelle e giustificare la sua decisione di fare una legge sulle unioni civili al ribasso con l’appoggio di Alfano e Verdini. La senatrice Cirinnà ha voluto forzare la mano e ha interpretato come definitivo il senso di un messaggio nel quale mi limitavo a riferire l’esito di un primo incontro del gruppo di lavoro del M5S sulle unioni civili, incontro nel quale si era presa in considerazione, tra le tante opzioni possibili, anche la possibilità di votare l’emendamento Marcucci in caso di paralisi dell’aula. Ma come io stesso ho precisato in quel messaggio, quella non poteva in nessun modo considerarsi la posizione ufficiale e definitiva del Movimento, perchè a pronunciarsi doveva essere l’assemblea dei senatori del Movimento, l’unica titolata a decidere in merito e poi a comunicare la decisione all’esterno attraverso il capogruppo.»
  (Airola Alberto, alla mattina)

Homepage


THE QUIET AMERICAN

$
0
0

Freedom

Prendete un idiota di grandi pretese e pompose speranze. Infarcitelo di ideali preconfezionati in hard-discount, da agitare Everybody loves a clownprima dell’uso. Rimpinzatelo di pensierini semplici, a contenuti minimi, che siano basati su dicotomie elementari: bello/brutto; buono/cattivo; bene/male… e non richiedano mai ragionamenti troppo complessi, che possano in qualche modo minacciare quell’innato “diritto alla felicità”, meglio se indotta con massicce somministrazioni di fluoxetina. Perché come diceva il buon Bradbury:

«Se non vuoi un uomo infelice per motivi politici, non presentargli mai i due aspetti di un problema, o lo tormenterai; dagliene uno solo; meglio ancora, non proporgliene nessuno»

Ray Douglas BradburyRay Bradbury
“Fahrenheit 451”
(Mondadori, 1999)

Mantecate il tutto. Spruzzate l’amalgama con abbondanti iniezioni di propaganda. E fate riscaldare il pastone in ignoranza controllata. Al termine della cottura, avrete il classico “Americano tranquillo”, come ebbe a ritrarlo lo scrittore Graham Greene in una delle sue opere più famose, regalandoci la rappresentazione di un pernicioso imbecille dall’ottusità distruttiva, dove ingenuità e presunzione, meglio se ammantate di grandi principi, si fondono in una crosta perfetta di pochissime letture, stucchevoli ipocrisie rigurgitate in salsa patriottarda, e redenzione messianica a raffiche di bushmaster.

Remington ACR 'Bushmaster'«Perché viene così voglia di prendere in giro un ingenuo? Forse solo dieci giorni prima stava ancora passeggiando sul Common di Boston, le braccia piene di libri che aveva letto in anticipo sull’Estremo Oriente e sui problemi della Cina. Non sentiva neppure quello che gli dicevo; era già tutto assorbito nei suoi dilemmi sulla democrazia e la responsabilità dell’Occidente; era determinato, lo imparai molto presto, a fare il bene, non a tutti, ma ad un paese, un continente, un mondo. Bene era nel suo elemento, ora, con l’intero universo da migliorare

The Quiet AmericanGraham Greene
“L’americano tranquillo”
(Mondadori, 1996)

Quando Greene scrisse il suo romanzo, era il 1955 e gli eventi erano ambientati nell’Indocina francese, prima che il conflitto degradasse nella più nota Guerra del I love the smell of napalmVietnam, ma l’immagine del Quiet American, che in realtà “tranquillo” non è affatto e di sicuro è meno che innocuo, col suo bagaglio di buoni sentimenti all’ingrosso e altrettante intenzioni (“Che Dio ci salvi dall’innocente e dal buono!”), descrive un personaggio a prova di invecchiamento, che si rinnova sempre uguale a se stesso negli errori come nella prosopopea retorica. Si tratta di Mietitore33 - L'Arsenale della democraziauna figura farsesca che però scivola sempre nella tragedia. Impermeabile alle circostanze, è riadattabile ad ogni contesto; come la sua idea di “democrazia”, che poi è una miscela tossica di mercatismo mascherato e mistica sciovinista: modello universale che ripropone ad ogni latitudine, con varianti minime e medesime modalità d’azione, salvo farsi ogni volta meraviglia dinanzi alle reazioni che suscitano gli “effetti collaterali” di certe iniziative. Specialmente quando poi ci si accompagna ai personaggi più impresentabili…

antropologia-della-menzogna-del-potere

Niente infatti risulta più incomprensibile a quegli agenti in missione per conto di dio che prevedere per tempo le conseguenze del loro continuo agitarsi, attraverso un caotico spreco di risorse e di energie, ben oltre i semplici errori di valutazione (se così si possono chiamare). 

The Indipendet - Intervista a Osama bin Laden“Il guerriero anti-sovietico dirige il suo esercito sulla via della pace”
The Indipendent
(06/12/1993)

È un mondo imperfetto, dalla lontananza esotica, dove planare a distanza e nel quale i cocci vengono sempre lasciati in conto a chi resta.

Homepage


ROMAGEDDON (III) – Panem et Cichorium

$
0
0

The PriestAppassionanti come una pantegana agonizzante all’imbocco di un tombino, utili come un herpes genitale, si conclude finalmente la farsa indegna delle primarie all’italiana. O per meglio dire, si macera nei suoi stessi liquami questa loro variante improvvisata ad cazzum dell’originale USA, subito riadattata alle solide tradizioni italiche, divenendo lo specchio di vizi antichissimi: clientelismo elettorale, compravendita del voto di scambio, e galvanizzazione del notabilato locale, con la riesumazione degli antichi cacicchi democristiani resuscitati nei cimiteri viventi del partito bestemmia, con tanto di “party raiding” annesso ed espanso all’ibrido nostrano. Walter VeltroniImportate a suo tempo da Water l’Amerikano (a Roma), quello che non ha mai superato l’infantile complesso di identificazione con l’oggetto mitologico dei suoi scimmiottamenti, le ‘primaries’ de Noantri servivano soprattutto a far sentire politicamente partecipi, e socialmente aggregati, una massa di boccaloni intruppati dietro ad un seggio improvvisato per giocare alle elezioni per finta, nell’illusione di scegliersi il proprio candidato versando un piccolo obolo.
the-following-featuredPoi è arrivata la buffonata on line della Casaleggio Associati: un modo perfetto per incrementare i clic della congrega e fornire un intrattenimento esclusivo per i selezionatissimi followers della setta digitale.
-silvio-berlusconi-sundayE ovviamente, da buon ultimo, in un contorno ceronato di pompette e pompXXX (vabbé! Ci siamo capiti), non poteva mancare il Pornonano (o quel che ne rimane) col suo candidato unico su modello plebiscitario.
SalviniIl problema invece non si pone minimamente per quello sbavante cinghialotto della pedemontana che si fa chiamare Matteo Salvini: emblematico caso mediatico di parassita in conto pubblico, dalla ciarliera inutilità ambulante, col suo codazzo di fobici psicopatici a mano armata. Ma qui siamo nell’ambito degli argomenti intoccabili, non foss’altro perché trattare delle deiezioni salviniane è un po’ come strizzare la diarrea sperando che diventi solida, nell’invariabilità di sostanza.
n-SALVINI-RETWEET-large570In tempi di aspiranti reucci e ducetti d’accatto con le fregole decisioniste, che si agitano nel pentolone vuoto di vacue promesse e propaganda all’ingrosso, il rituale farlocco delle primarie serve innanzitutto per simulare una qualche investitura ‘democratica’ ai proconsoli su nomina del Capo, con città da occupare prima ancora che amministrare, e galvanizzare truppe sempre più raccogliticce. Non è un caso che nei gazebo semivuoti, i candidati ‘scelti’ provengano tutti dalla corte del Piccolo Principe fiorentino, nella totale sicurezza della loro designazione, senza sorprese (brogli inclusi) proprio come da copione.
Il caso Roma parla da sé. Tra i moltissimi problemi oggettivi, la città ne aveva uno massimamente soggettivo…
Ma te prego!Nella rete di alleanze trasversali, intrecci di interessi privati e consorterie politiche, l’organigramma renziano passa attraverso l’occupazione fisica del potere, cominciando dalle grandi città, dove il radicamento sociale della sua corte di provincia è minimo. Roma costituisce il pezzo pregiato della scacchiera; il controllo della Capitale è il passepartout fondamentale per accedere alle profane stanze della Curia vaticana ed ai salotti che contano, dove si muove quel generone capitolino che al chiuso dei propri circoli sportivi già sogna la grande greppia delle olimpiadi. È ovvio che al netto delle criticità, con tutti i suoi limiti (e non erano pochi), un alieno incontrollabile come Ignazio Marino era, prima ancora che un problema, un intralcio da eliminare quanto prima. Come rimuovere un sindaco sgradito, per sostituirlo con un proprio ubbidiente replicante?!? Be’ innanzitutto si soffoca un’amministrazione comunale, negandogli i trasferimenti dovuti e lesinandogli al minimo i fondi per la conduzione ordinaria, salvo poi gridare alla paralisi istituzionale di una gestione inefficiente e organizzare campagne a tambur battente sul “degrado” (che gli appassionati di questo sottogenere pulp li troverete sempre). Poi si tira dentro ad uno scandalo inesistente un sindaco logorato e scientificamente screditato da una campagna mediatica ostile, tanto per essere certi di stroncarne ogni velleità di resistenza ed infamarne la persona. Quindi si procede al commissariamento del sindaco legittimo, ma non prima di una character assassination pompata a livello virale sui giornaletti amici, peraltro in ottima compagnia con fascisti e grillini. E se proprio il sindaco non si vuole dimettere, si formalizzano privatamente le dimissioni della giunta dal notaio con un atto che non ha precedenti.
renzi bilancioD’altronde, il Pittibullo di Pontassieve voleva un suo fedelissimo da mettere alla guida della Capitale. Detto-Fatto. E siccome tutti i pianeti ruotano attorno al Re Sole, niente devo oscurare l’astro nascente del Bambino Matteo che evidentemente non aveva a disposizione niente di meglio che un Roberto Giachetti, da candidare a sindaco della città. Lo stesso che fino al Dicembre del 2015 ha spergiurato di non volersi mai e poi mai candidare, in ossequio al valore della coerenza che segna la rispettabilità della politica italiana.
RobertoGiachettiEsperto in cambio multiplo di casacche, il Robertino nazionale ha praticamente attraversato mezzo arco istituzionale: Partito Radicale, Verdi, Margherita, PD… sempre irrilevante come i suoi scioperi della fame per le cause più improbabili: la calendarizzazione della legge sul conflitto di interessi; lo svolgimento dell’assemblea costituente del partito; per la legge elettorale… e così via digiunando, secondo i rigori della dieta “radicale” da cui proviene.
L’esperienza lui la racconta così:

«Nel 2002 ho affiancato Marco Pannella nello sciopero della sete per sollecitare il Parlamento a ripristinare il plenum della Corte Costituzionale attraverso l’elezione dei due giudici mancanti; o quando nel 2004 ho digiunato per un mese per ottenere la calendarizzazione, a distanza di anni, del ddl Frattini sul conflitto di interessi (a dispetto delle promesse elettorali che lo volevano risolto in 100 giorni), o quando ancora mi sono battuto contro la paralisi di quattro mesi in cui si è trovato il Parlamento, ancora una volta, nell’elezione di due membri della Consulta.
Giachetti in sciopero della fameNel 2007 la prospettiva del Partito democratico inteso come forza progressista a vocazione maggioritaria che nascesse sulle ceneri dei due grandi partiti della Prima Repubblica e che, al contempo, li superasse con la creazione di una realtà politica nuova, moderna, riformista e slegata dalle vecchie ideologie mi ha affascinato da subito. Al punto da impegnarmi in prima persona, di fronte agli ostacoli e ai ritardi che hanno accompagnato questa esperienza prima che vedesse la luce, intraprendendo uno sciopero della fame per sollecitare gli organi dirigenti del Pd ad indicare una data certa per l’Assemblea Costituente (e nel 2008 con l’obiettivo di ottenere una formale deliberazione della data per lo svolgimento delle primarie a Roma)

Fedele al principio del capo, facile agli innamoramenti ad personam piuttosto che agli ideali; è l’arlecchino indisponente alla costante ricerca di un padrone da servire. Per questo sfoglia tutto il cucuzzaro disponibile, senza mai spostarsi dall’alveo romano: c’è l’immancabile Marco Pannella (il feticcio da cui tutto ha avuto inizio), poi l’infatuazione passeggera per Walter Veltroni, salvo trasferirsi con armi e bagagli alla corte del renzismo militante. Ma è con Francesco Rutelli (ex radicale pure lui), in arte Er Cicoria e già Piacione, che Roberto Giachetti spicca il grande balzo verso la ribalta nazionale, facendo la sua fortuna con la fusione fredda tra ex Margherita e DS (i più che defunti Democratici di Sinistra), caso più unico che raro in cui un partito con numeri da prefisso telefonico riesce a fagocitare il partito più grande, incistando i suoi troppi generali senza truppe in ogni poltrona disponibile e stravolgendo completamente la natura del gruppo maggioritario, risplasmandolo a propria immagine e somiglianza. In natura si hanno pochi esempi per spiegare una simile trasformazione: i virus ed il cancro.
rutelli Cooptato al governo insieme a tutto il resto dei Cicoria-Boys e gli infiniti petali della Margherita, tra ex radicali folgorati sulla via di Damasco e camaleonti democristiani, Roberto Giachetti mette solide radici per la sua carriera come capo-gabinetto del Rutelli Sindaco, durante il pernicioso Giubileo del 2000 che ha portato alla ribalta altri incredibili fenomeni come l’inarrivabile Guido Bertolaso, salvo mettere in giro la leggenda che sarebbe sgradito alle gerarchie d’Oltretevere.
margheritaQuando non è troppo impegnato a reggere il drappo regale dei suoi capi-bastone, il nostro promettente Robertino scambia il cazzeggio organizzato per impegno politico, seguendo il principio dello “stare in mezzo alla gente”:

«Nel luglio del 2008, anche per tastare l’umore della gente sulla prospettiva politica verso cui ci si avviava, ho messo insieme a un gruppo di ragazzi l’iniziativa “Salite a bordo” e siamo saliti su un pulmino che ha attraversato l’Italia più nascosta, quella dei borghi e dei paesi di mille anime, e dopo un viaggio di due mesi è nata l’Associazione CarpeDem, un progetto mirato alla creazione di una rete di scambio di opinioni ed idee sulla politica e sulla società, con l’occhio rivolto al Partito Democratico e con l’obiettivo di dare un contributo diverso ed innovativo ai modi e alle forme della partecipazione.
Roberto GiachettiE’ stato quello un periodo intenso ed impegnativo (anche perché fare avanti e indietro con Roma per stare in Aula ad organizzare un gruppo di più di 200 persone lo è necessariamente!) ma resta fra i più belli della mia esperienza politica e soprattutto umana. Sono felice di averlo fatto, lo rifarei domani, so di averlo fatto “sdoppiandomi” con il mio parallelo ruolo in Aula ma credo onestamente di non aver trascurato nulla dei miei impegni parlamentari e di questo sono contento.
Nel 2008, sulla scorta delle tante persone conosciute per quella strada e per non disperdere questo straordinario patrimonio umano e civico, come Associazione ho lanciato un corso di formazione sui generis, giocato sul titolo Formazione in corso, una sorta di formazione “al contrario” e al contempo il primo format televisivo del Pd, in cui questi giovani hanno avuto la possibilità di confrontarsi con i principali protagonisti dei vari settori della società in maniera paritetica, gestendo direttamente le varie giornate attraverso domande dirette e senza filtri, realizzando schede video con dati e statistiche, elaborando e producendo documenti in piena autonomia. In parallelo ho promosso e “sponsorizzato” una lista di giovanissimi alle comunali di Roma nel 2008 con il relativo format tv Fammisentirelavoce.
[…] E proprio sulla scorta di questo impegno totalizzante sui banchi di Montecitorio mi è venuta l’idea di raccontare in modo rapido e sintetico l’attività settimanale in Aula, attraverso un canale YouTube dedicato, con brevi resoconti trasformatisi in una sorta di rubrica chiamata “Pillole da Montecitorio”. Contestualmente ho iniziato a sperimentare e ad apprezzare la funzione dei social networks, in particolare facebook e twitter grazie ai quali posso interagire e confrontarmi sui temi piu diversi, non soltanto quelli legati all’attività politica e parlamentare

Per il resto, è lecito temere che quest’uomo nella vita non abbia mai fatto un beato cazzo, nella condizione privilegiata di chi non ha mai dovuto lavorare e nell’assoluta assenza di una qualsivoglia competenza degna di una qualche menzione.
renzi-lavoroDue cose colpiscono nella splendida narrazione dell’onorevole candidato Giachetti: “le 200 persone da organizzare”, si riferisce alla sua attività di vicepresidente (dimissionato) della Camera, ed i 9.250 miserabili euri raccolti finora dai suoi sostenitori per la campagna elettorale da aspirante sindaco.
Una candidatura che buca. Come una bolla di sapone.

Homepage


VERDINOSUS

$
0
0

CARIATIDE - by Edoardo Baraldi«Cuopri, e non ti dar per inteso, se vieni a notizia dell’altrui accusa contro di te, nè tosto emendati di ciò, che ti s’imputa, acciocchè la spia non s’avveda del tuo camminar sott’acqua, e dica, lui aver fatte le sue parti per zelo, e carità. Venendoti però il taglio avanti il Giudice, protesta costantemente, colui essere un vituperoso spione, e tuo nemico implacabile, e che da lui, come superiore, e Giudice cotal fatta d’uomini traditori si desidera, non già s’ama: digli inoltre, che colui pratica lo stesso stile teco degli altri, venendo a dipingerti con li colori i più infausti; e pur egli con esso loro professa amicizia. Dunque tal sorte di gente, non già vuol aversi in conto di compagni, e amici, ma di pubblici detrattori, e maligni; e benchè esso per obbligo della carica se li veda volentieri d’intorno, a suo tempo ne sperimenterà anch’egli gli effetti, e indegni operati. In somiglianti casi di malinconia ingòlfati ne’ maneggi, come per distrarti con un sollievo serioso, e grave. Guardati frattanto dall’accusatore, e consigliati, che potresti fare, per isbrogliarti, dal medesimo Giudice, come se consigliassi un tuo amico. Se tal’uno, per alienarti l’amico, gli avesse riferiti fatti enormi della tua persona; parlando col medesimo amico, non gli dir, se non bene del tuo malevolo. Potendo, proccura far complice in giudizio lo stesso tuo accusatore, o pure dimostra, esser cose notorie le accuse, ch’egli crede produr, come novissime, ed i successi furono appunto in quell’anno, che egli in pena de’ suoi misfatti dovea esser casso dalla milizia, e simili facezie plausibili. Se sei accaggionato d’un gruppo di accuse; non negar affatto ogni cosa, per non ti far perdere il credito, con quelle negative ostinate. Alcuni capi, avvegnachè falsissimi, lasciali correre, per farti conoscer docile, e non già patrocinare i falli: per lo più è meglio non passar discolpe col Padrone, dov’egli non ne ricerchi, quantunque tu sappi di certo, essergli arrivate le doglianze. Perchè così susciteresti maggiori torbidi, e ti avvilupperesti di vantaggio. Comincia bensì a guardarti d’incorrere in quel difetto, anzi ad operar tutto l’opposto

BreviarioGiulio Raimondo Mazzarino
Breviarium politicorum secundum Rubricas Mazarinicas
(1684)


No More Tears

$
0
0

tintin

Niente lacrime, per favore. Soltanto le esibizioni melense dei bimbi buoni del politicamente corrotto, meglio se insufflato nello zucchero filato del sentimentalismo all’ingrosso, nella loro indigesta ipocrisia, riescono a risultare più insopportabili degli sciacallaggi mediatici di un Matteo Salvini.
Matteo SalviniPer contro, onde non turbare le animelle belle del buonismo militante ed i loro pendants testicolari, che tanto s’erano risentiti per l’assenza di peli nel trattare la precedente tournée parigina degli Isl’Amici in trasferta europea, non pronunceremo mai la parola “guerra”… Che altrimenti finirebbe col turbare una certa “Generazione Erasmus”, come ebbe a chiamarla una volta il più improbabile dei Telemaco improvvisati.

Scusa al cazzo!SCUSA AL CAZZO!

Ed eviteremo ogni riferimento esplicito ai boia in nero; come in un cluedo dove tutti sanno benissimo le modalità di azione, così come si conoscono altrettanto bene identità e substrato ideologico (e complicità) dei principali ‘indiziati’.

Intervallo - paesaggio con capreIntervallo: Paesaggio belga con capre

Molto meglio le faccine colorate ed impersonali da usare per il Paris-Bruxellesprossimo hashtag in condivisione ‘virale’, oppure un Tintin piagnucoloso (siamo in Belgio!) da utilizzare per i cordogli di facciata, inutili quanto e più dei precedenti.

Je suis BruxellesJe suis Bruxelles

E peccato solo per il fatto che i personaggi di Hergé avessero un approccio molto più concreto con i diretti interessati…

Le Avventure di TinTin

A proposito di retorica applicata alle domande, bisognerebbe chiedersi piuttosto come interi quartieri di una (bellissima) capitale europea siano potute diventare enclaves al di fuori della legge nazionale (legibus solutae), E ci si chiede altresì come simili enclaves abbiano potuto trasformarsi in qasbah Fouad Belkacemsottratte ad ogni controllo, diventando il recinto per l’allevamento di repellenti caproni che hanno fatto del parassitismo sociale a carico della comunità ospitante per pubblico scrocco una vocazione professionale, magari sostituendosi alle autorità legittime. Per spirito d’integrazione, s’intende!

La Shariah Police a Wuppertal in GermaniaLa Shariah Police a Wuppertal in Germania

«Bruxelles è la capitale islamica d’Europa. E’ da decenni la sede logistica per la rete degli attentatori e per lo smistamento degli imam salafiti nel resto del continente. E’ il centro di reclutamento e di finanziamento delle “cellule dormienti” e dei “lupi solitari”.

Sono anni che i dati statistici documentano che nell’area francofona della capitale, enclave della regione fiamminga, il 30% circa della popolazione su un milione e 200 mila abitanti è arabo-islamica: tra i 250 mila e i 350 mila, in maggioranza di origine Sharia 4 Belgiummarocchina (70%) e turca (20%). Quasi tutti hanno utilizzato le leggi che favoriscono la riunificazione familiare, facendo arrivare mogli e figli. Per quanto riguarda i celibi, oltre il 60% dei giovani marocchini e turchi si sposano esclusivamente con persone della loro stessa origine. Un’ottantina tra moschee e minareti, Bruxelles è anche la capitale europea per la presenza massiccia di donne velate, frequenti in burqa o in niqab. E’ qui che si svolgono le manifestazioni più numerose e anche violente a favore dei palestinesi, quando Israele attacca per ritorsione i territori occupati dagli integralisti di Hamas. Una nota di “colore” è il record raggiunto dal 2008 dei nomi dei neonati di qualsiasi religione: il più diffuso è Mohammed. Secondo alcune fonti, opererebbero 200 organizzazioni di assistenza e indottrinamento, per lo più rifacentesi al fondamentalismo salafita, oggi ritenuto il più violento e predominante tra gli adepti dell’ISIS.

Fouad Belkacem a spasso coi suoi amichetti per le vie di BruxellesFouad Belkacem, creatore di “Sharia 4 Belgium”, a spasso coi suoi amichetti per le vie di Bruxelles.

La generosa politica di accoglienza e l’inclusività del welfare ha incrementato l’arrivo degli islamici arabi a Bruxelles. Arrivano prima i maschi celibi o da poco ammogliati, che si rifugiano nei quartieri a preponderanza islamica e vengono subito edotti sul sistema di assistenza belga, permettendo così di usufruire per molti anni dello “chomage”, il sussidio di disoccupazione, sui 600/800 euro nette al mese, compresa la sanità quasi gratuita. Molti si danno al lavoro nero (anche se vietato per chi si trova in “chomage”) per incrementare lo “stipendio sociale”. A Bruxelles, che ultimamente i media hanno ribattezzato Charlie Hebdola capitale del Belgistan, sono quasi del tutto intrivabili le normali macellerie, mentre pullulano quelle “Halal” secondo la macellazione tradizionale araba. Le pescherie sono in mano a marocchini e algerini, i negozi di alimentari-frutta e verdura al dettaglio sono quasi tutti gestiti da arabi. Sono scomparse le boulangeries e il pane è di fattezze turche (per quello tradizionale belga ci si deve rivolgere ai supermercati). Solo i mercati rionali settimanali custodiscono ancora cibi e bevande di tradizione belga, francese e fiamminga.
New kids on the block[…] Su un nostro blog del 20 gennaio scorso mettevamo in guardia dall’affrontare il problema con gli occhi e i comportamenti dettati dal “politically correct”, in quanto così si alimentava lo “scontro di civiltà”, anziché diminuirne l’estensione e scaraventarci inesorabilmente verso una “guerra spezzettata” su più fronti: quello interno, in Europa, e quello al di là del Mediterraneo, tra Siria, Turchia curda, Iraq e Maghreb, Libia compresa. Non sono in discussione concetti come accoglienza, inclusione, generosità, scambio culturale. In discussione è l’arrendevolezza nella difesa dei nostri valori, dei nostri stili di vita in nome di un “melting pot”, di un concetto di globalizzazione acriticamente solo positiva e innovativa.
Sharia controlled zone[…] Durante e dopo l’arresto della “primula nera” Salah Abdeslam, le forze dell’ordine belghe sono state fatte oggetto di rimostranze e contestazioni plateali da parte degli abitanti arabi di Moellebeck, sintomo dell’odio antieuropeo e della frustrazione sociale e religiosa che lì vi albergano. Ma è stato anche un fenomeno di lotta “resistenziale” contro le “forze di occupazione”, come se si fosse in un territorio occupato palestinese.
Isl'Amiche[…] Occorre un’opera di dissuasione presso la popolazione islamica e anche di persuasione affinché escano allo scoperto, si ribellino allo stato di soggezione e di falsa identità comune da “nazione panaraba”, per tutelare le origini, i costumi e la fede in Maometto. Non basta più che alcuni rappresentanti religiosi e civili delle loro comunità partecipino alle rituali manifestazioni di solidarietà e alle onoranze funebri. L’Occidente, gli stati europei, devono affrontare questa emergenza con tutti i mezzi di intelligence e di polizia, senza sconfinare nella repressione selvaggia. E difendendo i nostri valori secolari, senza paura di sentirsi definire “neocolonialisti” o “razzisti”. Ma le comunità islamiche devono, da parte loro, anche “liberarsi da sole”: scendendo in piazza, magari togliendosi i veli; manifestando contro i loro stessi “cattivi maestri” e gli imam ultraortodossi; facendo “terra bruciata” ai terroristi nei loro stessi quartieri; non respingendo un’integrazione che in alcuni settori della borghesia e dell’intellighenzia arabe già si va facendo strada. Ne va della nostra esistenza pacifica di Europei (cristiani, ebrei e islamici). Altrimenti, ci si avviterà nel tunnel dello scontro militare fine a se stesso, foriero di fantasmi del passato razzista, antisemita, reazionario, dittatoriale e oscurantista: la fine stessa del grande sogno di un continente libero e inclusivo come l’Unione Europea

Gianni Rossi
(22/03/2016)

Marsiglia - Un tempo FranciaSempre che nel frattempo le “risorse” non decidano di castigare un po’ di kuffars, i quali per giunta hanno il gravissimo torto di non volersi proprio sottomettere ai rigori della “religione della pace”, nonostante le invitanti rassicurazioni…
kenya_islam_is_coming_to_denmarkMa noi avanti tutta come Lemmings, su per la collina dei conigli..!

Homepage


La Notte della Risurrezione

$
0
0

Night of the living dead 1968  poster beyond

Chi disprezza le gioie (e le responsabilità) della vita terrena solitamente si raccomanda alle fantasie di quella eterna, confidando nell’imperscrutabilità dei doni della morte tanto risulta terrificante l’ossessione del trapasso. Altrimenti non si spiegherebbe il successo millenario di quella massa di alienazioni condivise e stati allucinatori che genericamente chiamiamo “fede”, nel mistero di come si possa davvero credere ad un’accozzaglia di baggianate per dementi e fantasticherie non più verosimili di quanto possa essere il gatto con gli stivali, attraverso una mitopoiesi ‘sacra’ dell’assurdo.

Estasi della beata Ludovica AlbertoniOrgasmo multiplo della beata Ludovica
“Toccati..! Toccati..!”

Cosa c’è infatti di più efficace che alimentare il terror panico di un ‘fedele’ già spaventato, per manipolare poi il suo bisogno di sentirsi rassicurato, con la promessa di un aldilà a costo zero? Come diceva Blaise Pascal, la ‘fede’ è una scommessa e credere non costa nulla.

Starway to Heaven

Non per niente, nessuno è mai tornato indietro per sporgere reclamo sul corollario di storielle, mortificazioni (nel corpo e dell’intelligenza) con prescrizioni (a pagamento), alla base di un’esistenza devota.
Spirito santoMa se strutturate in “culto” organizzato e usate con metodo, Rolling Stonesono favolette che possono tornare infinitamente utili. Ne sa qualcosa il gesuita furbo travestito da francescano, e nella confusione dei ruoli assurto a popstar profana del circo mediatico, abbracciato a due stecche di legno intersecate, all’origine di un feticismo idolatro che chiamano “croce”…

Vernacoliere“O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi in coloro che vogliono toglierti dai luoghi pubblici ed escluderti dalla vita pubblica, nel nome di qualche paganità laicista o addirittura in nome dell’uguaglianza che tu stesso ci hai insegnato.”

È questo il passaggio forse più indicativo, al netto delle solite ipocrisie di circostanza, che il Cazzaro Bianco (“chi sono io per giudicare?!?”) ha elucubrato nella sua preghierina pasquale, lasciando intendere fin troppo bene cosa intenda per separazione dei poteri nel rispetto delle reciproche prerogative.
Lo ScatenatoLe religioni servono innanzitutto a chi le inventa, costituendo da sempre uno straordinario strumento di potere per il controllo capillare delle coscienze, finalizzato all’arricchimento di pochi nella presunzione (celeste?) di impunità terrena.

Librescamente.Splinder (Opera di CALURI-CARDINALI)

Diventano asfissianti quando pretendono di costituirsi in legge divina ad uso profano. E nei casi più gravi si concretizzano nel disprezzo della vita per il trionfo della morte.
donzaukeremilyIl gusto necrofilo, reiterato nella finzione macabra della messinscena liturgica, è una costante di una psicosi incentrata ossessivamente su un’iconografia mortuaria dal potere terrifico per cervelli in pappa. Come si spiegherebbe diversamente la veglia notturna attorno al simulacro di un cadavere, nella “speranza” che questo possa rianimarsi e trascinarsi dietro il fardello in putrefazione di quella ‘carne’ tanto disprezzata quand’era in vita.
Happy Zombie Jesus DayE no, per fortuna i morti non resuscitano!

Homepage



Regressioni trendy

$
0
0

Autoflagellazione di massa in India

Ci sono diversi modi per reagire agli chock, che inevitabilmente scaturiscono dalle situazioni di fortissimo stress. Si chiamano “meccanismi di difesa” e di solito sono proporzionali all’incidenza del conflitto, nelle forme e nei modi che a suo tempo furono teorizzati con successo dalla dottoressa Ann Freud: la brillante figlia del più conosciuto Sigmund e che non per niente si occupava di psicoanalisi infantile.

«Di fronte ad una situazione che genera eccessiva angoscia, l’Io ricorre a varie strategie per fronteggiare l’estrema portata ansiosa dell’evento, con lo scopo preminente di escludere dalla coscienza ciò che è ritenuto inaccettabile e pericoloso. Raramente i meccanismi di difesa intervengono separatamente: nella maggior parte dei casi sono combinati per fronteggiare l’evento o l’effetto sotto più profili

Arte della mediazioneL’arte della mediazione
Raffaella Verga e Damiano Marinelli
Edizioni Franco Angeli (2013)

Quando il fenomeno ha valenza collettiva, come nel caso della recrudescenza terroristica di matrice salafita, le dinamiche di contenimento dell’esperienza traumatica non sembrano poi essere troppo diverse, rispetto a quelle messe in atto a livello individuale.
Se poi dovessimo giudicare in base alle immagini preconfezionate che la vulgata mainstream ama trasmettere in onda sui circuiti mediatici, con copertura alla cannella su conformismo diffuso, ci sarebbe quasi da credere di essere dinanzi ad una regressione infantile di massa, coi suoi pennarelli… i gessetti… le candeline… i fiorellini di carta… i cuoricini… i messaggini strappalacrime e gli orsetti di peluche… che adornano gli altarini colorati di certe piazze europee, sprofondate nel torpore di una melassa indistinta per bimbiminkia troppo cresciuti, che non riescono a distinguere l’elaborazione del lutto dal bricolage dell’asilo.
I Gessetti della generazione CretinettiArnold J. Toynbee, nella sua monumentale ricerca sulla genesi, sviluppo e dissoluzione delle civiltà, sosteneva che queste si strutturano in reazione ad una serie di stimoli ambientali, attraverso l’adozione di soluzioni originali che ne determinano l’identità e la sopravvivenza.

“In caso contrario, la civiltà si arresta; la società si chiude nella ripetitività delle risposte istituzionalizzate e alla fine si verifica un crollo per l’incapacità suicida di rinnovarsi.”

Solitamente, le trasformazioni avvengono sotto la spinta propulsiva del ceto dirigente; o per meglio dire, ad opera di “minoranze creative” in grado di orientare le società dal loro interno. Nel suo ideale di autodeterminazione assoluta, Toynbee esprimeva la preoccupazione che queste elite potessero trasformarsi in oligarchie oppressive, a seguito della loro incapacità di fornire risposte sociali adeguate.
nazismoSe ci dovessimo rimettere ad un’osservazione assolutamente superficiale, si direbbe che nel corso dei secoli, siamo passati dalla barbarie delle crociate al rincoglionimento delle frociate..!
petalosoDinanzi alle minacce terroristiche che le aberrazioni del fanatismo religioso hanno importato nelle placide comunità europee, la sostanziale acquiescenza nell’assenza di risposte concrete sembrerebbe pertanto essere compensata dai classici schemi comportamentali, alla base di quei meccanismi di difesa assurti a dimensione di massa.
Tra le reazioni più ricorrenti c’è la Rimozione

«La Rimozione è forse il meccanismo di difesa più conosciuto, consiste nell’allontanamento degli effetti pulsionali dell’esperienza traumatica (o più generalmente inaccettabile) dalla sfera di coscienza. La rimozione sembra uno dei meccanismi di difesa più arcaici ed universali. Consente nell’inconsapevole cancellazione di un ricordo, di una esperienza che il soggetto ha vissuto come angosciante o traumatica. Un esperienza si dice traumatica quando presenta le seguenti caratteristiche:

• Accade improvvisamente
• Produce uno spavento acutissimo
• Il soggetto diventa impotente ed incapace di controllare situazioni.
• Il soggetto sente si subire qualcosa di così tremendo da produrre un danno anche fisico irreparabile.

[…] Si ha nell’inconscio ed è un meccanismo efficace nelle situazioni angosciose ed eventi traumatici

(Raffaella Verga e Damiano Marinelli)

In ambito collettivo, come non pensare alla facilità con cui attentati, stragi, massacri indiscriminati, vengono velocemente rimossi, ed altrettanto facilmente dimenticati, non appena il cordoglio di circostanza si estingue per consumazione naturale puttanateed il circo mediatico torna ad interessarsi d’altro, imponendo nuovi trend ‘virali’? Ad ogni nuova mattanza, i rituali coreografici vengono riproposti intatti, nell’inutilità intrinseca di un copione eterodiretto e volto a metabolizzare in fretta le circostanze traumatiche. E se iniziano a capirlo anche i principali anchorman della narrazione nazional-popolare…

Enrico Mentana e Bruxelles

Contrastanti ma a loro modo complementari, ci sono poi i meccanismi di “proiezione” ed “identificazione”. Sono comportamenti particolarmente cari alla psicopatologia forense: il prof. Vincenzo Mastronardi (quello che aveva invitato Schettino in una conferenza universitaria) ne parla diffusamente nel suo manuale. A livello clinico, rientrano invece nell’ambito delle nevrosi.
Voices - Art of TechnochristCon qualche forzatura, concedeteci una variante sul tema, senza alcuna presunzione scientifica.

«L’Identificazione proiettiva: è il meccanismo di difesa che consiste nel porre nell’altro delle parti di sé “buone” (per evitare la separazione dall’oggetto quando si teme di perderlo o per tenere le stesse parti buone dell’oggetto d’amore al sicuro dalle cose cattive che sono dentro il soggetto come per esempio nel caso della necessità di “umanizzare il proprio aggressore” per ragioni di abnorme paura di vendetta che si teme lo stesso aggressore possa mettere in atto verso la sua persona nel caso il soggetto lo odiasse = Sindrome di Stoccolma) o “cattive” in modo da controllare l’oggetto per liberarsene e distruggerlo

Brutalmente parlando, nella categoria si può inserire l’oramai abnorme pippone buonista col quale ipercomprensivi commentatori, davanti ai corpi dilaniati di cadaveri ancora fumanti, sentiranno l’impellente bisogno di investigare le ragioni recondite all’origine di tanto furore omicida, esprimendo una qualche ‘comprensione’ per i carnefici, in virtù di fatti remoti o lontani che vengono consumati in tutt’altro contesto e circostanze.

ALERT

15 Aprile 2013 – Attentato alla maratona di Boston.

L’esempio più calzante in materia resta sempre il Dibba-Pensiero (16/08/14):

05 - DIBBA er Minchia“Se a bombardare il mio villaggio è un aereo telecomandato a distanza io ho una sola strada per difendermi a parte le tecniche non violente che sono le migliori: caricarmi di esplosivo e farmi saltare in aria in una metropolitana. Non sto ne giustificando né approvando, lungi da me. Sto provando a capire. Per la sua natura di soggetto che risponde ad un’azione violenta subita il terrorista non lo sconfiggi mandando più droni, ma elevandolo ad interlocutore.”

ISIS e Puericoltura..L’interlocutore da elevare..

Nell’ambito di tale processo può rientrare altresì la Razionalizzazione intesa come:

«..tentativo di “giustificare” attraverso comportamenti, ragionamenti, ed argomenti un fatto o un processo relazionale che il soggetto ha trovato angoscioso. In altre parole, la razionalizzazione consiste nel costruire attribuzioni, ipotesi o ragioni esplicative di comodo, per poter contenere e gestire l’angoscia

Trattasi di una dinamica prediletta dagli esegeti del pensiero cosiddetto “antagonista” (nel pessimo uso che i diretti interessati fanno del termine), spesso innestata sulle distorsioni del processo introiettivo.
La
 “Razionalizzazione” è parallela, quando non direttamente connessa, al meccanismo della Intellettualizzazione che si può definire come:

«un controllo razionale delle pulsioni…. che si verifica ogni volta che il soggetto durante il colloquio, non appena viene sfiorato un argomento per lui fonte di disemotività, filosofeggia, interpreta o giustifica intellettualmente ogni cosa trasformando in intellettualizzazioni le sue ansietà più profonde per la assoluta necessità di controllare ogni cosa, pena la conseguente estrema insicurezza e lo scompenso.
[…] Si tratta di un tipo particolare di razionalizzazione, in cui non solo si producono “spiegazioni apparentemente logiche”, ma tali spiegazioni vengono direttamente fondate o riferite a dati teorici, scientifici, culturali, di una certa astrazione

CERNL’Intellettualizazzione costituisce la modalità preferita dagli intellettuali tascabili che solitamente imperversano nei solottini buoni dell’intrattenimento progressista, dove vi stordiranno di dati, informazioni e sofisticate riflessioni culturali. Non che siano sbagliate di per sé, o contengano inesattezze (anzi!). Peccato solo che se messi dialetticamente alle strette, ovvero richiesti di una qualche soluzione a sintesi di tante pensose elucubrazioni, nella migliore delle ipotesi non vi risponderanno, defilandosi nella cortina fumogena di nuove ed interessantissime divagazioni. Oppure ricorreranno ad una serie di stereotipi, attinti direttamente dal più conformista dei pensierini politicamente corretti. Della categoria in oggetto avevamo già accennato QUI.
politically-correct-monstersSe posti di fronte a realtà sconvenienti in riferimento alle architetture del loro impianto teorico, faranno proprio il processo di “rimozione” per diniego, eludendo il problema in ogni sua forma semplicemente non parlandone. Capita così che un notissimo portale di “controinformazione”, in concomitanza con la strage di Bruxelles, dedichi il suo miglior editoriale agli spoiler sulle serie televisive della RAI (!). Così come combattivissime attiviste dei diritti di genere, pronte a spendere fiumi di inchiostro sulla preistoria dell’emancipazione femminile nelle caverne del paleolitico, sembrano non trovare il tempo di sprecare una sola riga sulla condizione delle donne nelle società islamiche o sulla reintroduzione della schiavitù sessuale (con tanto di tariffario e modalità di ‘consumazione’) nelle terre del Califfo.

Isis-sex-slaves

Alla loro ‘destra’ (più o meno estrema), fanno il verso altri meccanismi di reazione, nell’accezione estensiva del termine, tra i quali si può riscontrare:

«La Scissione o dissociazione primitiva: estrinseca l’assoluta necessità di effettuare una netta divisione degli oggetti esterni in “tutti buoni” o “tutti cattivi”: la fisiologica coesistenza di una parte buona e di una cattiva in ciascun essere umano è inaccettabile in quanto il riconoscere una parte cattiva all’interno di un’altra persona abitualmente considerata buona è insopportabile per il soggetto che quindi vive tale possibile coesistenza come francamente minacciosa

Vincenzo Mastronardi
“Manuale per operatori criminologici
e psicopatologi forensi”
Giuffrè Editore (2001)

E’ il must imprescindibile di islamofobi, paranoici ossessivi in camicia verde, e razzisti confluiti nelle fascisterie della destra sedicente “identitaria” e “nazionalista” (la new entry del momento). La tendenza è in crescita e molti dei diretti interessati, se in grado di articolare grugniti di senso compiuto, amano definirsi social-nazionali, che fa il paio con “nazista” nell’incapacità di comprendere la sottile differenza.
nazionalistiDa qui lo spostamento proiettivo, ossia la Proiezione dei propri sentimenti inaccettati all’esterno, su un altro soggetto o sull’intero ambiente. La Proiezione è un meccanismo alla base della paranoia ed opera di frequente assieme alla scissione delle proprie qualità ritenute “buone” e “cattive”, con queste ultime che vengono proiettate all’esterno.
Ad essa si accompagna lo “Spostamento”, ovvero:

«..investimento di sentimenti inaccettabili su un oggetto sostitutivo…. Interviene spesso nella genesi delle fobie, per cui si ‘sposta’ il sentimento inaccettabile sull’oggetto detto “fobigeno”

I meccanismi di difesa, nonostante le apparenti differenze, sono strettamente collegati tra di loro e presentano dinamiche comuni su atteggiamenti regressivi.
instantcheckmategirllookingsurprisedIn quanto al diffuso infantilismo di ritorno… sarebbe ora di crescere!

Homepage


(85) Cazzata o Stronzata?

$
0
0

Classifica MARZO 2016”

compo guanoAnche la merda ha una sua utilità d’uso. La “minoranza piddì”, NO.
Avete presente quei comitati affaristico massonici che promanano il loro potere, infettando le Istituzioni e piegando le regole comuni a vantaggio dei propri particolarissimi interessi, tramite l’infiltrazione costante degli organismi pubblici e grazie alle clientele elettorali che reggono loro il moccolo più o meno a propria (colpevole) insaputa?!?
Ecco, quello è il PD: l’acronimo di una bestemmia, nato su imprint doroteo per clonazione berlusconiana.
concime organicoAvete presente quelle spregiudicate lobby industriali (meglio se petrolifere), non tutte ma molte, che si avvalgono di faccendieri senza scrupoli per il disbrigo delle faccende meno limpide? Quelle che non esitano a falsificare i controlli ambientali, a manipolare i dati sulle emissioni inquinanti, truccare i rapporti sullo smaltimento dei rifiuti?!?
Se non ci fosse una bassa manovalanza di gregari prezzolati disposti a coprirne le illegalità, interrando i bidoni tossici in mezzo ai terreni agricoli, svuotando fusti velenosi nelle falde acquifere.. perché “bisogna contenere i costi” a tutto vantaggio dei profitti (e perché “tengo una famiglia da mantenere”).. certe nefandezze non potrebbero essere messe in pratica.
Ecco, quando parliamo di gregari, più o meno complici ma sempre disponibili, questa è la “minoranza piddì” in dissociazione schizofrenica per sdoppiamento di personalità, nell’insanabile contraddizione tra il pensiero ed i fatti. È la premiata “Ditta” (in somministrazione d’opera in subappalto) di concilianti revisori di tagliando, senza la cui compiacente acquiescenza questa riedizione 2.0 del “governo del fare” alla destra del papi semplicemente non sarebbe possibile.
Il governo del fareSono quelli del “fuori Verdini dal mio giardino”… quelli del “conflitto di interessi” a targhe alterne e delle leggi ad personam intercambiabili (perché mutatis mutandis)… Sono quelli che facevano i girotondi contro “l’emergenza democratica” e che ora sono un po’ confusi
OrgoglioniDa lì, come risposta, la sfrontatezza e l’arrogante sicumera di chi, con simili detrattori, ha la certezza di essere intoccabile e quindi può con giusta protervia affermare che il suo è un esecutivo diverso da tutti i suoi predecessori. Verissimo: anche in passato abbiamo avuto una quota fisiologica di ladri, profittatori, voltagabbana, incompetenti.. elevati a cariche fondamentali di governo. Ma tutti si erano presi quanto meno il disturbo di essere legittimati, almeno nella forma, presentando la loro candidatura in regolari elezioni. Oggi a quanto pare, secondo il nuovo corso, la pratica è superata e non si usa più: si viene direttamente nominati d’ufficio a ministro senza passare dall’urna, così per chiamata diretta su capriccio di un premier allo stesso modo non eletto da nessuno.
matteo-renziPoi ogni tanto capita che qualcuno sia costretto alle dimissioni per una telefonata inopportuna che non presuppone alcun Federica Guidi - vicepresidente Confindustriaillecito… È il caso di Federica Guidi, beccata ad inzeppare emendamenti notturni scritti su misura, pro domo sua direbbero gli ‘antichi’, per assicurare appalti e prebende all’intraprendente convivente. Il tutto in cambio di una manciata di assunzioni clientelari ed una valanga di milioni nelle tasche di gruppi petroliferi privati: gli stessi che considerano un loro precipuo diritto poter trivellare a proprio piacimento con concessioni eterne a canone invariato nel corso dei secoli, tra una pletora di reati ambientali prontamente derubricati ad altro.

20090613 - SANTA MARGHERITA LIGURE - GENOVA - POL - CRISI: BERLUSCONI A IMPRENDITORI, NON DATE VOCE A DISFATTISTI. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi tra il presidente dei Giovani industriali Federica Guidi (D) ed il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, durante il Congresso dei giovani imprenditori oggi 13 giugno 2009 a Santa Margherita Ligure (Genova). ANSA/LUCA ZENNARO/DRN-li

La Guidi, presunto “ministro tecnico” (su designazione di Silvio Berlusconi ma posta in carico al “centrosinistra” o sedicente tale), ennesima figlia di papà transumata al governo per tutelare meglio gli interessi di famiglia e categoria, ovviamente imprenditrice nell’azienda di famiglia, è l’erede di Guidalberto Guidi: il ras di Confindustria con fama di ‘falco’ e il culo col dono dell’ubiquità, visto che riesce a sedere contemporaneamente in 31 diversi consigli di amministrazione. E dove poteva essere nominata la Guidi-figlia, contro ogni opportunità e prudenza, se non al ministero dello Sviluppo economico, come presenza ‘tecnica’, naturalmente mai eletta, che nel Governo Renzi la legittimazione democratica si usa poco e meglio ancora se per niente, dal momento che le centrali del consenso non risiedono certo nel voto popolare.
BIANI 2014Certe cambiali vanno ottemperate. E ciò è massimamente valido per un governo che non ha alcuna legittimazione elettorale, ma si regge unicamente sull’appoggio più che interessato delle consorterie che ne hanno reso possibile la nascita. La meritocrazia ai tempi del renzismo
L’arrogante bombarda fiorentina forse dovrebbe consultarsi con un esperto giuridico (che certo non sia il guardasigilli Orlando), il quale magari potrebbe fargli notare come la “telefonata inopportuna”, più che qualche “illecito”, presuppone una mezza dozzina di reati nell’ambito dei “Delitti contro la Pubblica Amministrazione”: Abuso d’ufficio (Art.323 c.p.), Traffico di influenze illecite (Art.346bis c.p.) e, ad essere malevoli, Corruzione per l’esercizio della funzione (Art.318 c.p.), induzione indebita e concussione.
Ma questo è un governo diverso da tutti gli altri…

Priapo Longoni - Buona Domenica

P.S. A proposito di farse, apprendiamo con divertimento che l’onorevole Francesco BonifaziFrancesco Bonifazi (40anni tremendamente portati), su mandato del Piccolo Principe, ha querelato il Grullo parlante per questo post QUI.
I nostri Lettori più affezionati conoscono bene quanta e quale considerazione nutriamo per il V@ter a 5 stelle, ma raramente c’era capitato di veder querelare un articolo che si limita essenzialmente a riportare il virgolettato di un intervento parlamentare.
Comprendiamo l’esigenza di compiacere il Giovin Signore di Rignano, da parte della sua corte fiorentina di paggetti specializzati nel cambio di livrea, ma s’avverte sempre qualcosa di disperato quando la piaggeria tracima nella pratica piuttosto squalificante delle denunce usate a scopo intimidatorio nell’insussistenza della querela.
Evidentemente lo schifo si fa, eventualmente lo si codifica in appositi decreti-legge, ma non s’ha da nominare. In caso contrario, scatta immancabile la denuncia.

Hit Parade del mese:

01 - Coglione del mese01. POLETTI E ALTRI SINISTRI

[16 Mar.] «Questo è il governo più a sinistra della storia»
(Giuliano Poletti, il grasso che cola)

Vauro02. PIETÀ L’È MORTA

[26 Mar.] «Questi kamikaze sono ragazzetti di 20 anni, io provo pietà umana per loro»
(Vauro Senesi, il Misericordioso)

magna tranquillo03. MARCHETTE

[04 Mar.] «Violerò la mia verginità anale in cambio di 200 mila euro!»
(Giuseppe Cruciani, l’Inviolato)

Pepe04. LA FARSA DOPO LA TRAGEDIA

[22 Mar.] «Bruxelles oggi è l’ennesima #FalsaFlag: ultimo passo per accelerare i tempi verso un Corpo di Polizia Europea con poteri illimitati…. Siamo di fronte ad un’altra sceneggiata come negli attentati di Parigi?»
(Bartolomeo Pepe, Minchione a 5 stelle)

renzusconi-renzi-berlusconi205. PERSEVERARE DIABOLICUM EST

[28 Mar.] «Città italiane a Pasqua piene di turisti nonostante il tempo»
(Matteo Renzi, Twitterman)

Lusi06. EX TESORIERE MARGHERITA CONDANNATO PER PECULATO

[31 Mar.] «Accolgo con gioia la piena vittoria anche in Corte d’Appello: essa riafferma l’onore della Margherita. un Partito importante, formato da persone perbene; dà a me nuovo riconoscimento della totale onestà di tutta la mia vita pubblica»
(Francesco Rutelli, Cicciobello rock)

Dreyfus07. PERSECUZIONI

[09 Mar.] «Nicola Cosentino come Enzo Tortora? È un paragone niente affatto esagerato. Per me ricorda il caso Dreyfus, di cui scrisse Émile Zola. Lui fu carcerato e condannato perché ebreo, Cosentino è stato carcerato perché politico.»
(Vincenzo D’Anna, Alleato di Governo)

Bertolaso Guido08. CALAMITÀ SURROGATE

[30 Mar.] «Se divento Sindaco di Roma renderò il Tevere balneabile entro 5 anni»
(Guido Bertolaso, il Depuratore)

storace09. A VOLTE RITORNANO

[06 Mar.] «Prometto che, se sarò sindaco, convocherò l’ambasciatore dell’India per dirgli che se i marò non tornano subito in Italia… chiuderemo tutti i ristoranti e i negozi indiani di Roma!»
(Francesco Storace, Masterchef)

Salvini10. BUTTATI CHE È MORBIDO!

[27 Mar.] «Che dite, lo faccio il lancio col parapendio?»
(Matteo Salvini, l’Onnipresente)

Homepage


La faccia idiota del potere

$
0
0

Matteo-RenziAscoltare questa bombarda caricata ad arroganza e propaganda, che parla come un Bettino Craxi qualunque e invita gli elettori ad andare al mare per boicottare un referendum che non gli piace, che si imbuca non invitato alle trasmissioni televisive e con grondante piacere conciona di cacciare via i deputati da un parlamento in cui non è mai stato eletto, mentre proprio non gli riesce di capire che in una civiltà democratica appalti e sviluppo economico non sono imperativi disgiunti dal rispetto delle leggi, rende tutta la drammatica misura della cialtronesca fanfaronaggine che contraddistingue l’idiota al potere, tra i continui contorcimenti spastici di un faccione sformato in una perenne espressione da ebete con le labbra pendule.

Renzi CerbiattoMatteo Cerbiatto
il pirla sfatto

Si dice che la personalità di una statista emerga nei momenti di maggior pressione. Coerentemente, a volerlo cercare (invano), Un deficiente di nome Matteodello ‘statista’ non si trova traccia alcuna. A meno che non si voglia davvero scambiare per tale, un bolso citrullo di provincia che imperversa nelle piazzette mediatiche, atteggiandosi a bullo di paese con l’inseparabile comitiva degli intriganti amichetti della parrocchietta, tanto gli riesce impossibile contenere l’insolente strafottenza che straborda insieme all’adipe strizzata in pantaloni troppo attillati, e nell’assenza di qualcuno che lo mandi degnamente affanculo indicandogli la strada più veloce per raggiungere la destinazione.

In pieno delirio bonapartista, l’aspirante reuccio è lungi dall’addivenire al suo “18 Brumaio”, ricordando più che altro la Libro Renzicaricatura delle circostanze. E se i libri li leggesse anche, invece di ostinarsi ad imbrattare carte nell’inutile testimonianza di una minchioneria siderale che non necessita certo di ulteriori dimostrazioni tanto è nota la sua evidenza, forse potrebbe cogliere tutta l’ironia della storia…

Karl Marx«Sembra veramente che il vecchio Hegel conduca dalla sua tomba la Storia, come spirito del mondo, e con grande coscienziosità faccia che tutto si presenti due volte, una volta come tragedia, la seconda volta come farsa pidocchiosa: Caussidière per Danton, Louis Blanc per Robespierre, Barthélemy per Saint-Just, Flocon per Carnot e il vitello della luna, con la prima mezza dozzina che gli capiti di sottotenenti carichi di debiti, per il piccolo caporale e la sua tavolata di marescialli. Così saremmo già arrivati al 18 Brumaio

Karl Marx
(03/12/1851)

Il solito deficienteE se è vero che gli uomini non tracciano mai il proprio destino in modo arbitrario, secondo modalità scelte da loro stessi, bensì nelle circostanze che essi trovano immediatamente davanti a sé, determinate dai fatti e dalla tradizione, allora certi modelli di ispirazione restano immarcescibili tanto sono radicati nello spirito del cialtrone, prima ancora della ‘nazione’, ritornando sempre a galla come coproliti, seguendo il principio dei corpi galleggianti…

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 16-12-2015 Roma Politica Politica Senato - Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi riferisce sul prossimo Consiglio Europeo Nella foto Matteo Renzi Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 16-12-2015 Rome (Italy) Politic Senate - Statements of the Prime Minister Matteo Renzi on the next European Council In the pic Matteo Renzi

«Le più fantastiche, le più raccapriccianti, le più macabre menzogne sono state affermate diffusamente su tutti i giornali! C’era veramente un accesso di necrofilia! Si facevano inquisizioni anche di quel che succede sotto terra: si inventava, si sapeva di mentire, ma si mentiva. E io sono stato tranquillo, calmo, in mezzo a questa bufera, che sarà ricordata da coloro che verranno dopo di noi con un senso di intima vergogna. E intanto c’è un risultato di questa campagna!
Matteo Renzi - smorfie[…] Finalmente viene dinanzi a noi una questione che ci appassionava: la domanda di autorizzazione a procedere con le conseguenti dimissioni dell’onorevole Giunta. La Camera scatta; io comprendo il senso di questa rivolta; pure, dopo quarantott’ore, io piego ancora una volta, giovandomi del mio prestigio, del mio ascendente, piego questa Assemblea riottosa e riluttante e dico: siano accettate le dimissioni. Si accettano. Non basta ancora; compio un ultimo gesto normalizzatore: il progetto della riforma elettorale. A tutto questo, come si risponde? Si. risponde con una accentuazione della campagna. Si dice: il fascismo è un’orda di barbari accampati nella nazione; è un movimento di banditi e di predoni! Si inscena la questione morale, e noi conosciamo la triste storia delle questioni morali in Italia. Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto l’arco di Tito? Ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa Assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa! Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere! Se tutte le violenze sono state il risultato di un determinato clima storico, politico e morale, ebbene a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho creato con una propaganda che va dall’intervento ad oggi. In questi ultimi giorni non solo i fascisti, ma molti cittadini si domandavano: c’è un Governo? Ci sono degli uomini o ci sono dei fantocci? Questi uomini hanno una dignità come uomini? E ne hanno una anche come Governo?
Io ho voluto deliberatamente che le cose giungessero a quel determinato punto estremo, e, ricco della mia esperienza di vita, in questi sei mesi ho saggiato il Partito; e, come per sentire la tempra di certi metalli bisogna battere con un martelletto, così ho sentito la tempra di certi uomini, ho visto che cosa valgono e per quali motivi a un certo momento, quando il vento è infido, scantonano per la tangente. Ho saggiato me stesso, e guardate che io non avrei fatto ricorso a quelle misure se non fossero andati in gioco gli interessi della nazione. Ma un popolo non rispetta un Governo che si lascia vilipendere! Il popolo vuole specchiata la sua dignità nella dignità del Governo, e il popolo, prima ancora che lo dicessi io, ha detto: Basta! La misura è colma!
Matteo Renzi a Bruxelles per il Consiglio Europeo[…] Ora io oso dire che il problema sarà risolto. Il fascismo, Governo e Partito, sono in piena efficienza. Signori! Vi siete fatte delle illusioni! Voi avete creduto che il fascismo fosse finito perché io lo comprimevo, che fosse morto perché io lo castigavo e poi avevo anche la crudeltà di dirlo. Ma se io mettessi la centesima parte dell’energia che ho messo a comprimerlo, a scatenarlo, voi vedreste allora. Non ci sarà bisogno di questo, perché il Governo è abbastanza forte per stroncare in pieno definitivamente la sedizione dell’Aventino. L’Italia, o signori, vuole la pace, vuole la tranquillità, vuole la calma laboriosa. Noi, questa tranquillità, questa calma laboriosa gliela daremo con l’amore, se è possibile, e con la forza, se sarà necessario. Voi state certi che nelle quarantott’ore successive a questo mio discorso, la situazione sarà chiarita su tutta l’area. Tutti sappiamo che ciò che ho in animo non è capriccio di persona, non è libidine di Governo, non è passione ignobile, ma è soltanto amore sconfinato e possente per la patria

Benito Mussolini
(03/01/1925)

MussoliniLa differenza tra il duce di Predappio e l’indisponente ducetto di Rignano resta abissale. Se il primo parlava al Parlamento, nonostante considerasse l’assemblea parlamentare “un’aula sorda e buia” da chiudere quanto prima, il secondo si comporta di fatto come se le Camere già non esistessero più. In compenso, entrambi sembrano accomunati dal reciproco disprezzo per ogni opposizione e l’insofferenza verso le regole costituzionali (che infatti vanno cambiate). D’altronde, non è per ossequiare le prassi istituzionali che il Bambino Matteo è stato intronizzato abusivamente al governo, mentre fa appello ai reali “azionisti” (mai termine fu più appropriato!) della sua maggioranza…

Homepage


CHEERLEADERS

$
0
0

alien-invasion-fat-obese-food-overweight-ugly-demotivational-posterConsiderato un luogo alieno e oscuro, popolato da creature ingorde e poco raccomandabili, nello straniamento dei suoi rituali, la “politica” è ritenuta come qualcosa da evitare per motivi di profilassi. Oppure da usare, qualora possa tornare utile in termini di affari e raccomandazioni, salvo ritrarsene il prima possibile ad incasso ottenuto, per una questione di prudenza e opportunità.
Ne consegue che l’esercizio della pratica è sempre più circoscritto ad appannaggio esclusivo di pochi feticisti, cultori estremi di una materia perversa; perché forse il “potere” logora chi non ce l’ha, ma di sicuro il consumo prolungato nel tempo crea dipendenza con gravi effetti collaterali. Altrimenti non ci si ridurrebbe in simili condizioni, dopo una esposizione quasi ventennale in assenza di adeguate protezioni…
Nonostante tutto, in Italia c’è ancora chi continua a credere, un po’ per convinzione e un po’ per convenienza, che la “politica” sia una cosa seria. Se lo fosse davvero, non ci si affiderebbe certo ad una roba simile…
Matteo Renzi con la sua tipica espressione intelligenteLa costante alternanza di cazzari assolutamente intercambiabili, che si sovrappongono e insieme convivono nell’immanenza del trapasso e nell’ereditarietà dei rispettivi comitati d’affari, a quanto pare esercita però una funzione rassicurante in un elettorato composto prevalentemente da anziani che evidentemente prediligono la continuità, identificandosi ora col mandrillo di provincia nella nostalgia dei bei tempi che furono…
La rinomata casa delle Sorelle FraschiniMentre adesso sembrano intenerirsi dinanzi alle smargiassate di un fanfarone senz’arte né parte, che probabilmente ricorda loro il nipote fancazzista e narciso con la mania dei ‘selfie’.
Selfie_Renzi_TwitterSarà per questo che siamo passati dalla variante porno di un nano da giardino travestito da batman, alla brutta copia ringiovanita del papi digitalizzato in versione 2.0 del quale rappresenta una prosecuzione fedele, ma (almeno in apparenza) senza la carovana di mignotte ad ingrossare l’affare di governo.

berlusconi-genny-a-carogna

E non è certo un miglioramento il fatto che queste siano state sostituite da un codazzo ben più squallido di queruli replicanti clonati in serie, con l’aggiunta dei peggiori scarti del berlusconismo velocemente riciclati e reimmessi in circolazione, per uno spettacolo insostenibile senza una massiccia dose di antiemetici.
denis-verdini-del-pdlPeraltro, la nuova coreografia di potere presuppone una diversa scelta dei figuranti: questi ultimi sono esibitamente (demo)cristiani e dunque prediligono la processione di burrose madonnine da presepe vivente, con una sconveniente passione per le banche; magari in alternanza con le addolorate maddalene dalla “straordinaria incompetenza” ed altrettante formidabili entrature.
Boschi-MadiaIn un tempo non troppo lontano, quando un ometto di marzapane che credendosi un divo volle farsi imperatore promettendo un nuovo miracolo italiano (la moltiplicazione dei suoi miliardi e delle sue immunità), refrattari alla novità, non apprezzammo subito la dirompente novità di un esercito di cloni innamorati che, plasmati ad immagine e somiglianza del ‘capo’, ne seguivano emotivamente le imprese, identificandosi con le sue sorti. A loro modo, gli adoranti manipoli dei papiminkia erano composti da spiriti semplici che vivevano nel mito di “Silvio” su innamoramento collettivo per suggestioni primordiali.
Silvio Berlusconi - Il ritorno del duceSoprattutto non capimmo nell’immediato come l’appartenenza politica (o Silvioqualunque cosa si intenda per essa), al riparo da ogni coerenza e svuotata da qualunque tensione ideale, si fosse ridotta ad una disputa tra opposte tifoserie, più che altro per affezionamento ai colori di bandiera e poco altro, nella progressiva erosione di ogni reale differenza di rilievo.
altro schifoCol tempo la pratica ha perso di spontaneità; si è evoluta a forma scientifica. E alfine, in tempi di digitalizzazione, si è tecnologizzata con l’introduzione degli influencers; nell’illusione che questo trollaggio organizzato sui principali media on line possa davvero influenzare le opinioni dei malcapitati, fino alla twittante esplosione delle nuove cheerleaders riunite nei fan-club del renzismo militante.
ugly-cheerleadersCapita così di non riuscire più a sfogliare l’edizione on line di un qualunque quotidiano, che non ci sia articolo sporcato dai petulanti commenti di questo comitato di disturbatori professionisti a libro paga. Ci sono vari tipi di influencers… ed a lungo si è parlato dei “guardiani” virtuali della Casaleggio Associati a protezione del sacro blog. Ma la capillarità esibita dall’ufficio propaganda del partito bestemmia ha una potenza di fuoco mai raggiunta prima, nemmeno ai tempi d’oro del berlusconismo imperante, quando i papiminkia cominciavano a prendere confidenza con la tastiera dopo il corso di indottrinamento nelle succursali di Publitalia.
il-ritorno-dei-berluscones-L-kO5cy1A suo modo, l’influencer piddino lo riconosci subito… Di preferenza, imperversa sulle pagine on line delle testate edite dal Gruppo L’Espresso (e massimamente sull’edizione italiana dell’HuffingtonPost diretto da Lucia Annunziata), perché lì si aggira di solito il frastornato elettorato di sinistrati in crisi di identità, sensibili alle sirene del grillismo e dunque da ricondurre quanto prima all’ex ovile, occupato dalla truppa fedele al ducetto di Rignano. E perché forse dalle altre parti funzionano meglio i filtri, per tenere alla larga questi zelanti balilla prezzolati di regime.
ISTITUTO LUPEProbabilmente, l’influencer piddino si reputa un “intellettuale”… e della categoria più che la cultura, condivide la spocchia e la passione per i titoli accademici. Quindi, nel registrare il proprio profilo, dichiarerà quasi sempre di essere “professore” in qualche branca della fuffologia applicata, o più genericamente di lavorare in una qualsivoglia università. Soprattutto crede che il blasone posticcio dia più prestigio o credibilità, alle miserabili castronerie che va menando ovunque e senza vergogna. O così devono avergli insegnato al corso di formazione. A giudicare poi dalla qualità degli interventi, viene il sospetto che nei loro fantomatici atenei vengano impiegati più che altro nella rilavatura dei cessi (giusto per tenere la lingua allenata alla mansione primaria), o subentrare al posto della carta igienica quando questa è esaurita.
L’influencer piddino vi sosterrà tutto ed il contrario di tutto, fedele ad un unico principio: amplificare gli slogan del Capo, sostenendone le tesi anche quando fossero le più astruse o incredibili, e che quasi sempre sono in sostanziale continuità con quelle del vecchio papi-pensiero nella condivisione dei medesimi cavalli di battaglia, e nell’imperturbabile assenza della Premiata Ditta di Bersani e Compagni, che evidentemente trovano la cosa del tutto normale.

Legge Bavaglio

Vi ricordate quanto ce la menarono contro la cosiddetta “legge bavaglio”, a PD bavagliosuo tempo presentata da Angelino Alfano, nonché attuale ministro agli Interni dell’esecutivo Renzi, quando però le intercettazioni riguardavano il Pornonano, insieme ad altre roboanti “emergenze democratiche”?!? Ma ora che le parti si sono ribaltate
Photo by TwimgL’ultimo della serie è l’attacco scatenato contro la magistratura, colpevole di aver scoperchiato l’immane fogna, che gorgoglia tutta attorno allo scandalo delle trivellazioni. Da lì, la feroce opposizione al referendum che rischia di disturbare gli affari degli Amici degli Amici (e parenti). Attingendo ad un’esperienza Edoardo Baraldi - Via col ventoventennale, il ripescaggio del vecchio armamentario berlusconiano è praticamente completo. E in tal modo anche oggi l’influencer piddino ha svolto il suo compito da bravo soldatino, secondo le consegne di giornata. Non per niente, a giudicare dall’orario dei suoi interventi, segue una turnazione da ufficio, in questo strano miscuglio tra Min.Cul.Pop di mussoliniana memoria, Pravda sovietica, e culto peronista della personalità.
L’informazione ai tempi della rottamazione.


BLACKHOLE

$
0
0

Foto di Sergio Fortini

C’era una volta la “questione ambientale”… che poi in Italia si riduce sostanzialmente a tre o quattro variabili indipendenti: l’interdizione alla circolazione per chiunque non possa permettersi di cambiare vettura ogni due anni, al passo coi nuovi lanci “ecologici” del mercato automobilistico (vi ricordate le panzane sul diesel?!?); gli inutili blocchi del traffico (ed i riscaldamenti accesi fino ad aprile inoltrato); qualche immancabile tassa “verde”, i cui introiti per tutto vengono usati tranne che per il motivo della sua introduzione. E per (non) concludere, ricordiamo pure il cospicuo aiutino pubblico di categoria, in quella costosa farsa che chiamano “revisione” (auto e caldaia) e che ogni due anni si abbatte sulle tasche degli italiani.
tabella-revisioni-anni-2011-2012Certo poi su scala mondiale ci sono i pletorici summit sul clima, nei quali si danno appuntamento i percolanti rifiuti di governo alla fiera della buone intenzioni, nella dissociazione permanente tra il dire ed il fare. Sarà per questo che in Italia abbiamo come sedicente Ministro per l’Ambiente e tutela del territorio, un fossile d’estrazione dorotea. Per chi non lo conoscesse, parliamo di Gian Luca Galletti, meglio noto come il “commercialista di Casini”, che nel corso della sua carriera politica si è praticamente dichiarato a favore di tutto ciò che risulta incompatibile col proprio attuale ministero: sì al nucleare; sì alla privatizzazione dell’acqua; sì agli organismi transgenici; sì al ponte sullo Stretto di Messina; sì alla cementificazione della Laguna di Venezia; sì alle trivellazioni selvagge in Basilicata; sì alla riduzione dei controlli; sì alla rimozione dei limiti di caccia… rivelandosi a tutt’oggi il peggior nemico che l’ambiente abbia mai avuto in termini di difesa del territorio.
Gian Luca GallettiNel merito, la querelle sulle trivellazioni petrolifere costituisce un esempio da manuale (di psicopatologia): caso unico di schizofrenia politica, in cui un partito prima raccoglie le firme per il referendum con tanto di mobilitazione nazionale. E poi sconfessa la consultazione medesima, impegnandosi attivamente per il suo boicottaggio a favore dell’astensione.
PD RenziSuccede, quando un comitato d’affari a gestione familiare, in conflitto di interessi permanente e squallidi scontri tra cricche collaterali, cassa il parlamento e si insedia abusivamente al governo, per meglio incrementare gli affari delle lobby industriali di riferimento su incistazione massonica.

“La Banda del Pozzo”
di Alessandra Daniele
(10/04/2016)

«Banchieri, petrolieri, armieri, pare che il “governo del fare” si dia effettivamente un gran da fare per servire l’esigente clientela.
Allo zelo però non si associa la classe. I rinnovatori di Renzi infatti si danno del figlio di puttana e del pezzo di merda come una banda di reservoir dogs, al cui confronto il figlio di Totò Riina sembra un principe di sangue reale.
La perizia con la quale ha condotto l’intervista con Bruno Vespa fa pensare che se la caverebbe molto meglio di Renzi anche ai vertici internazionali.
Per la verità meglio di Renzi potrebbe cavarsela chiunque. Gli basterebbe non andare in giro a farsi selfie sparando cazzate in finto inglese tipo “Operescion is gud bat de pascient is ded”, mentre gli altri decidono cosa ordinargli di fare.
Dopo le telefonate della Guidi, chissà se Renzi pensa ancora che Meucci was a genius.
Il suo discorso all’Harvard University sembrava messo insieme da Ok Google aperto per sbaglio durante una gara di rutti.
E il problema non è solo l’inglese. Le cazzate di Renzi non hanno senso in nessuna lingua del mondo.
A questo punto chi gli crede ancora non è semplicemente ingenuo o sprovveduto, ma evidentemente affetto da un grave ritardo mentale.
Non particolarmente geniali neanche quei ministri che confidano ancora nella privacy delle conversazioni telefoniche, chimerica almeno quanto la cybersecurity che molto probabilmente sarà affidata a Carrai nonostante le polemiche.
Carrai però non è uomo di Renzi. E’ Renzi che è uomo di Carrai.
Di privato in Italia ci sono i Lavori Pubblici.
[…] Come per un pozzo esausto, i concessionari che hanno installato il governo Renzi continueranno a raschiarne il fondo fino all’ultima goccia di bitume soltanto finché gli costerà meno che smantellarlo, e allestirne un altro.
Il conto alla rovescia è cominciato

Capita così che si faccia una legge che vieta le trivellazioni a dodici miglia dalla costa, ma poi si conceda una proroga alle piattaforme interessate, in deroga alla normativa e col rilascio di una concessione eterna, rinnovata fino ad esaurimento dei pozzi e con la possibilità di sforacchiare il fondale marino ad libitum, preferibilmente a canone invariato (tra i più bassi d’Europa) per tacito rinnovo. Che è un po’ come locare un appartamento a prezzi d’affitto nettamente inferiori alla media, vincolando il contratto fino alla naturale esistenza dell’immobile, affidando i controlli della corretta fruizione del bene agli affittuari.
il bucoE lo si fa perché ovviamente l’estrazione è sicura, nel draconiano rispetto di tutte le misure di sicurezza e nella scrupolosa tutela delle popolazioni eventualmente colpite in caso di incidente. Lo sanno bene gli abitanti delle coste del Golfo del Messico, che ancora attendono i risarcimenti del più grande disastro ambientale di sempre. Questo perché la British Petroleum agiva secondo gli ultimi ritrovati dell’ingegneria estrattiva.
Lo sversamento in mare del petrolio osservato da un satellite della NASA il 24 maggio 2010D’altronde, una volta esauriti, i pozzi hanno un formidabile valore d’uso come discariche illegali per l’occultamento dei rifiuti di scarto altamente tossici, che diversamente smaltiti inciderebbero gravemente sui dividendi azionari delle società interessate, mentre i danni a carico delle collettività possono essere tranquillamente elusi senza ulteriori incombenze.
Piattaforma VegaÈ il caso dell’impianto petrolifero Vega, la più grande piattaforma italiana per l’estrazione di petrolio, compartecipata al 60% dalla Edison ed al 40% dall’ENI…

«L’Edison tra il 1989 e il 2007 avrebbe iniettato illegalmente nel pozzo sterile V6, a 2.800 metri di profondità, ingenti quantità di rifiuti petroliferi altamente inquinanti: 147mila metri cubi di acque di strato, liquidi che si trovano nel sottosuolo insieme agli idrocarburi, contenenti alte concentrazioni di metalli pesanti e idrocarburi; 333mila metri cubi di acque di lavaggio delle cisterne della nave di vagaoilstoccaggio del greggio denominata Vega Oil; e persino 14mila metri cubi di acque di sentina. In totale quasi mezzo milione di metri cubi di liquidi altamente inquinanti, definiti dalla legge “rifiuti speciali”. Mezzo miliardo di litri, l’equivalente del contenuto di 12.500 autocisterne. Secondo Ispra, se Edison avesse smaltito questi rifiuti seguendo le indicazioni di legge, avrebbe dovuto spendere ben 69milioni di euro. Secondo la Procura: “gli imputati si sono resi responsabili di gravi e reiterati attentati alla salubrità dell’ambiente e dell’ecosistema marino”, mettendo in pratica “per pura finalità di contenimento dei costi e quindi di redditività aziendale, modalità criminali di smaltimento dei rifiuti pericolosi”. Inoltre, specifica la Procura, gli imputati avrebbero immesso “negli strati geologici profondi sostanze, tra cui acido cloridrico, che hanno modificato le caratteristiche morfologico-strutturali” del sottosuolo marino, con l’obiettivo di aumentare la ricettività del pozzo

“Il caso della piattaforma Vega di Edison. Ministero Ambiente chiede danni, Governo autorizza raddoppio. E il processo finirà in prescrizione”
(02/04/2016)

E se il rilascio delle concessioni viene affidato ad una “sguattera Federica Guidiguatemalteca” succube del fidanzato scroccone e intrallazzone, i controlli del Governo non lasciano adito a dubbi nella certezza della prescrizione che costituisce la costante dell’ordinaria (in)giustizia italiana.

«Il 16 aprile 2015 il ministero dell’Ambiente ha dato parere positivo alla Valutazione di impatto ambientale per il raddoppio della piattaforma e il 13 novembre dello stesso anno il ministero dello Sviluppo economico ha concesso il rinnovo del permesso per 10 anni. A meno di 12 miglia dalla riserva naturale del fiume Irminio, tra Ragusa e Scicli, Edison potrà costruire una seconda piattaforma petrolifera offshore, Vega B, per continuare a sfruttare il giacimento, attivo dal lontano 1984. L’autorizzazione è arrivata subito prima dello stop alle nuove perforazioni sotto le 12 miglia deciso dal governo con l’ultima legge Finanziaria, entrata in vigore il primo gennaio 2016. Le motivazioni del via libera ministeriale appaiono paradossali: “La società ha ottemperato ai termini di buona gestione del giacimento…”, scrive il Mise in una nota del 12 dicembre 2014. Lo stesso governo che chiede ad Edison i danni in giudizio, la promuove a pieni voti nel momento in cui concede il rinnovo del permesso. In sintesi: grazie alla prescrizione Edison non pagherà i danni procurati, ma incassa dal governo un rinnovo della concessione per un decennio, alla modica cifra di un canone di appena 87 euro l’anno a chilometro quadrato, e con royalties da pagare allo Stato pari ad appena il 7% dei proventi (le royalties italiane sono le più basse d’Europa)

“Il caso della piattaforma Vega di Edison. Ministero Ambiente chiede danni, Governo autorizza raddoppio. E il processo finirà in prescrizione”
(02/04/2016)

In una delle sue consuete sparate a mezzo Twitter, il coso buffo Prossemica renzianamomentaneamente prestato a Palazzo Chigi ha dichiarato che la Sicilia e la Basilicata sono meglio del Texas per la loro incredibile abbondanza di greggio, costituendo un fondamentale strumento di occupazione e sviluppo. Fu così che nella propaganda di regime spacciata per “informazione” meno di 250 posti scarsi di lavoro generico a tempo determinato come “guardiano di pozzi”, appaltati a multiservizi per una paga oraria di 5 euro, sono diventati prima 4.000 e poi lievitati fino ad 11.000 occupati, in sintonia coi numeri creativi del Job Acts.
Se poi la notizia è scomoda, basta semplicemente non darla, o farla scomparire a tempo di record dai palinsesti come una meteora invisibile…

Loira“Francia, si rompe condotta Total nella Loira: fuoriusciti 380mila litri di greggio”

«Disastro nella regione francese della Loira, dove almeno 380mila di litri di greggio sono fuoriusciti da una condotta della Total. A quanto pare si è trattato di un incidente: una scavatrice ha rotto la condotta durante dei lavori di sbancamento sull’estuario della Loira. La condotta sotterranea collega la raffineria Total di Donges a un deposito a Vern-surSeiche, vicino Rennes. I litri fuoriusciti rilevati da Total sono 380mila, ma potrebbero arrivare a quota 550mila. Total fa sapere che alcune abitazioni sono state evacuate, vietato il consumo d’acqua per persone e animali

Il Messaggero
(06/04/2016)

Tutto qui! Al massimo si trova un trafiletto sulla cronaca ripreso direttamente dall’ANSA e senza un riga in più; giusto a proposito degli straordinari standard di sicurezza.
Succede in quel di Total, così interessata alle trivellazioni lucane o (meglio ancora!) alle pipelines che attraversano la Val d’Agri verso i porti della Puglia.
oil drillingL’appeal del petrolio italiano, che in realtà è una polpa bituminosa, usata prevalentemente per produrre i manti delle pavimentazioni stradali, risiede infatti nella possibilità di utilizzare gli oleodotti sul territorio italiano con gli immensi centri di stoccaggio previsti sulla costa pugliese, per il transito delle petroliere di mezzo mondo. Non il petrolio italiano ma le strutture per il trasporto e la raccolta del greggio di importazione estera sono ciò che interessa davvero agli “investitori” stranieri, che sembrano aver trovato il Bengodi nella repubblica delle banane: controlli ridicoli, norme elastiche, multe irrisorie, prezzi sottomercato.
mappatrivelleDomenica 17 Aprile andate al mare, mi raccomando! Immortalatevi nei vostri selfie con un sorriso da coglione. E godetevelo il mare fintanto sarà ancora balneabile e non un concentrato oleoso di idrocarburi. L’originale non è replicabile su Playstation.

Homepage


Viewing all 894 articles
Browse latest View live