“Classifica GENNAIO 2024”
“Le sinistre e alcuni giornalisti cresciuti a champagne ci deridono, perché non perdiamo occasione per promuovere i nostri prodotti e ringraziare i nostri agricoltori, pescatori, artigiani e imprenditori. Del resto, nei loro salotti e nelle loro redazioni l’odore di letame non arriva.”
(Francesco Lollobrigida, 28/01/2024)
Se non ci fosse già (non ci fa), bisognerebbe assolutamente crearlo. È il caso (umano) del mitico Lollo da Subiaco, il Cognato d’Italia che fa tenerezza, perché tutti in famiglia hanno almeno un parente così, non di rado acquisito, che svolge una fondamentale funzione sociale. Nella sua dimensione icastica costituisce infatti un rassicurante modello di paragone, fungendo da naturale misuratore di imbecillità interna al nucleo famigliare; agisce beneficamente sull’autostima di ciascun membro, poiché al confronto anche il più coglione dell’intero parentado potrà sentirsi intrinsecamente migliore. Certo a nessuno verrebbe mai in mente di affidare ad un tale campione qualsivoglia ruolo di rilievo. Ma si sa, quando il materiale a disposizione scarseggia, le vie della provvidenza sono infinite.
E il nostro imperturbabile eroe, nonostante l’agguerritissima concorrenza, possiede quel quid in più che fa la differenza, offrendo una straordinaria confutazione pratica delle tre tipologie inferenziali, a suo tempo postulate dall’immenso Umberto Eco, per illustrare la categoria:
«Dunque. Al mondo ci sono i cretini, gli imbecilli, gli stupidi e i matti.
Essere imbecille è più complesso. È un comportamento sociale. L’imbecille è quello che parla sempre fuori del bicchiere….
Lui vuole parlare di quello che c’è nel bicchiere, ma com’è come non è, parla fuori. Se vuole, in termini comuni, è quello che fa la gaffe, che domanda come sta la sua bella signora al tipo che è stato appena abbandonato dalla moglie….
L’imbecille è molto richiesto, specie nelle occasioni mondane. Mette tutti in imbarazzo, ma poi offre occasioni di commento. Nella sua forma positiva, diventa diplomatico. Parla fuori del bicchiere quando la gaffe l’hanno fatta gli altri, fa deviare i discorsi.
L’imbecille non dice che il gatto abbaia, parla del gatto quando gli altri parlano del cane. Sbaglia le regole di conversazione e quando sbaglia bene è sublime. Credo che sia una razza in via di estinzione, è un portatore di virtù eminentemente borghesi….
L’imbecille è Gioacchino Murat che passa in rassegna i suoi ufficiali e ne vede uno, decoratissimo, della Martinica. “Vous étes nègre?” gli domanda. E quello: “Oui mon général!” E Murat: “Bravò, bravò, continuez!” E via.»