È estate… C’è il solleone… Ed il caldo da alla testa ad un sacco di persone. Se poi la crapa in sé è già vuota di suo, difettando la materia cerebrale attiva, ma abbondando per compensazione la farcitura di merda, immaginate voi dalla calotta sovra-riscaldata quante stronzate possano ancora fermentare, rimestate nel pastone di ordinaria minchioneria che le Lor Signorie (sempre le stesse!) amano esibire senza tregua. D’altronde, questa è gente che gioca con le proprie feci. Ha fatto della coprofilia un’arte ed un modello di vita; dello sproloquio un mestiere a tempo pieno. Sarebbe praticamente impossibile privarli del loro giocattolo preferito: il bruno oggetto delle loro fortune. Sono le comparse stanche con cui riempire un palinsesto esangue. Sostanzialmente perché trovano un pubblico comunque disposto a seguirli, spesso per processo di identificazione su medesima sostanza. Ma si tratta sempre della medesima compagnia di giro, che vive di immagine riflessa sugli schermi televisivi e si passa la staffetta, alternandosi sulla stessa giostra degli orrori mediatici, nella sistematica distorsione (e perversione) di ogni principio di realtà: è pornografia parapolitica per feticisti dell’orrido, con l’immancabile Bocchino finale a chiudere la serata in tutto il suo zelante fervore. Comprenderete come uno se ne tenga poi a debita distanza, dedicandosi ad altro. Certo, non mancano le note di colore che danno quel tocco in più nella commedia del ridicolo in una “Nazione” di mitomani e millantatori, lì dove la prevalenza del cretino lascia il posto alla supremazia dell’imbecille (quasi mai innocuo). Ora, è un dato di fatto su come il cosiddetto “Governo dei Patrioti” abbia dato la stura ad un’incredibile pletora di coglioni, che si credevano sedimentati nelle latrine della Storia, salvo essere ripescati a maggior gloria, quale specchio infame del tempo presente e dei fantasmi mai passati. Tuttavia, è difficile immaginare cosa possa spingere un ex colonnello dell’Aeronautica Militare in pensione, a postare le sue foto in alta uniforme da ufficiale delle SS, sullo sfondo del tinello di casa. E farlo tutto convinto, al netto dello sputtanamento che ne consegue, nonostante la pur radicata passione che i destronzi hanno per le divise da nazista. E nessuno in famiglia, con un gesto di pietà, che prenda per un braccio il nonno picchiatello e gli tolga Facebook dalle mani. Forse il nostro aspirante Standartenführer credeva che lo avrebbero promosso a sottosegretario di governo per meriti sul campo.
Non per niente, il nazi-travestito a destra è un must di successo che va sempre di gran moda…
Proprio come quel braccino teso che scatta sempre quando non dovrebbe…
Più che altro, la pratica feticista solleva qualche dubbio sulla sanità mentale di certi ufficiali delle Forze Armate, i quali evidentemente si sentono incoraggiati dal fulgido esempio del generale Vannacci che sono ormai sei mesi che cerca invano di fare coming-out, con la sua insana ossessione per froci e negri, per inconfessata attrazione verso l’oscuro oggetto del desiderio represso. E, giusto a proposito di certe note di colore in orbace, riescono ad essere meravigliosi pure quando si “dissociano”… infatti ci tengono alla distinzione (non si butta via niente!)…
È che negli ultimi tempi sembra di assistere ad un vero e proprio tana libera tutti. Ma la cosa più divertente è sfogliare quella carta per il pesce che chiamano stampa mainstream (le famosi “fonti autorevoli” dove abbeverarsi) e saggiarne ogni volta la (finta) meraviglia, dopo che si erano già docilmente accucciati ai piedi del padrone (da guardiani a cani del potere è stato un attimo!), ogni volta che scoprono come i Fascisti d’Italia siano proprio fascisti. Che c’è un mondo dietro. E che il marchio di provenienza è proprio quello lì, inossidabile, coccolato, e più che mai prospero. Un po’ come la scoperta dell’acqua calda, nel tentativo di far passare il concetto che in fondo nazi è bello, perché il fascismo ha fatto anche cose buone. E d’altronde non tutti i fascismi sono uguali… Quello italiano per esempio funziona a targhe alterne: dipende dalla funzionalità d’uso, che lo rende più tollerabile o meno, a seconda della strumentalizzazione della condanna. Il fascismo del regime russo è ovviamente il nuovo male incarnato, dilatato ormai a parodia macchiettistica da fumetto pulp.
Il radicato fascismo ucraino va invece benissimo, costituendo il fulgido esempio di una solida democrazia compiuta. Pessimo è naturalmente il fascismo ungherese (almeno finché non sarà addomesticato a dovere, rientrando nei ranghi della NATO). Ma la condanna è tutta di facciata, costituendo invero un interessante laboratorio politico per la nuova Europa e sui cui prodromi la UE non ebbe nulla ad eccepire. Il clerico-fascismo polacco e il proto-nazismo degli invasati staterelli baltici non fa nemmeno notizia. Se ne apprezza l’applicazione turbo-liberista, l’esuberanza militarista totalmente allineata al nuovo padrone americano, e tanto basta. Diciamo che il livello di tolleranza e di approvazione è commisurato al grado di aderenza atlantica, assurta ormai ad imprescindibile e suprema fonte di diritto, nel superamento (ed aggiramento) delle costituzioni nazionali nel progressivo svuotamento democratico delle stesse; allo stesso modo in cui uno stato genocidario viene accolto con tutti gli onori alle Olimpiadi di Parigi, perché se c’è un aggressore ed un aggredito, ci sono pure aggrediti ed aggrediti. E non sono mica tutti uguali, nell’eccezione che fa la regola secondo i doppi e tripli standard della più finta ipocrisia applicata alla realpolitik. Per il resto, quando si parla di potere mediatico (sempre che si possa definire tale l’ossequiosa muta di cagnolini da riporto), sono gli stessi “autorevoli commentatori” che hanno scoperto da buoni ultimi come POTUS fosse più rincoglionito si quanto non sia mai stato. Prima delle dimissioni non era abbastanza evidente. Ed hanno azzeccato tutti i pronostici sulle elezioni in Francia, mentre si masturbano compiaciuti sulla riedizione dell’orrida “Maggioranza Ursula” in versione peggiorativa 2.0: un’immonda ammucchiata per la spartizione di cariche e poltrone, supinamente sdraiata all’ombra del Grande Fratello americano, che marcia compatta verso la Terza Guerra Mondiale, nel cupio dissolvi della perniciosa irrilevanza riservata alle colonie. Non per niente, i nostri media hanno questioni più urgenti di cui occuparsi… tipo i nuovi gusti del gelato, che fanno tendenza per l’estate!
Hit Parade del mese:
01. SENTO VOCI, VEDO COSE…
[07 Lug.] «Mi ritiro solo se me lo chiede Dio.» (Joe Biden, Walking Dead)
02. L’EGEMONIA CULTURALE
[22 Lug.] «Pizza, piazza, barba e barche sono di destra, ma anche la Nutella!» (Federico Mollicone, l’Intellettuale)
03. ANTICHI SAPORI
[18 Lug.] «Un vero uomo non mangia il “fagottino alle mele”.» (Camillo Langone, Maschione da tastiera)
04. UGUALE PROPRIO! (I)
[19 Lug.] «Berlusconi ha servito la nazione come Falcone e Borsellino; è giusto intitolargli l’aeroporto.» (Lucio Malan, Servo della patria)
05. UGUALE PROPRIO! (II)
[17 Lug.] «Berlusconi come Pertini.» (Roberto Formigoni, il Divino)
06. PERDITA REVERSIBILE
[02 Lug.] «L’inverno demografico rischia di far scomparire la razza italica.» (Guido Bertolaso, il Demografo)
07. E ‘STI CAZZI?!?
[10 Lug.] «Cucino la cotoletta alla milanese come nessun altro.» (Matteo Salvini, lo Chef)
08. SERIAMENTE?!?
[19 Lug.] «Io sono una persona seria.» (Matteo Renzi, uomo di parola)
09. LA FESTA DEI NONNI (I)
[27 Lug.] «Mademoiselle quando stacchi?» (Giuliano Amato, 86 anni e ancora arzillo)
10. LA FESTA DEI NONNI (II)
[20 Lug.] «Alla gente é più facile metterlo in culo che in testa.» (Vittorio Feltri, Distinto Signore)